Santopadre: “Era il momento di Cosmi”

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Santopadre: “Era il momento di Cosmi”. Il presidente del Perugia: “Squadra adatta a questo tecnico, poche aspettative ma al Curi voglio vincere”

 

Ad affiancare Serse Cosmi nella conferenza stampa di presentazione alla stampa è stato il presidente del Perugia Massimiliano Santopadre. Queste le sue parole.

“Sono orgoglioso di poter lavorare insieme a Cosmi. La chiamata è arrivata dopo un po’ di tempo, non ho preclusione alcuna verso alcun allenatore. Credevo che questo fosse l’anno giusto per chiamarlo, ho sentito che la squadra potesse essere giusta per lui. Insieme a Goretti abbiamo fatto una scelta precisa sul modo di fare calcio del mister. Sono convinto che questa rosa può darci soddisfazioni con questo tipo di allenatore”.

Quali aspettative verso il lavoro del tecnico ponteggiano?

“Non ho nessuna aspettativa sul mister, gli chiedo solo una cosa: non perdere più al Curi perché negli ultimi anni sta accadendo troppo spesso. Il Curi deve essere un punto di forza e non di debolezza”.

Si torna poi alle modalità e alle motivazioni di questa scelta.

“Nessuna strambata nella scelta di Cosmi. Ci sono stati colloqui come sempre fatto, quello con Cosmi è quello che mi ha convinto di più. Ringrazio Oddo, è giusto dirlo. Non mi ritengo un mangiallenatori. Mister Oddo è un buonissimo allenatore. C’erano cose che non mi convincevano a livello empatico. Lo scollegamento mi ha impaurito, ho rivisto alcuni fantasmi delle 5 sconfitte di fila di due anni fa, per questo ho ritenuto giusto fare questa scelta. Con Oddo ho parlato, ci siamo lasciati da persone mature”.

Spazio poi alla dichiarazioni di novembre di Roberto Goretti che tanto hanno fatto discutere.

“La dichiarazioni di Goretti sul fallimento in caso di non promozione? Credo che in qualsiasi gruppo di lavoro ci sia una scala gerarchica che va rispettata. Goretti non è Il magazziniere, ma il responsabile dell’area tecnica. Sul lato tecnico quello che decide lui va al di sopra del presidente e anche degli allenatori. Ma lui non è Gesù Cristo e può sbagliare, ma va rispettato. Credo che quel pensiero lo abbia ancora dentro se e io lo sposo tutta la vita. Presidente, direttore e allenatore devono essere un pugno così, altrimenti si ha uno scollegamento. Poi ognuno è padrone del suo pensiero e della sua vita e può scegliere di non fare parte di un gruppo di lavoro. Un direttore che spende 10 milioni di euro per la squadra che deve dire? Lui parlava di un fallimento personale. Da ora il contratto degli allenatori si fa anno per anno. Il progetto? Ce n’è uno solo, vincere. I rapporti con i tecnici vanno di pari passo con i risultati”.

Poi chiusura sul gesto di Montalto in Venezia-Perugia, cui Santopadre fa riferimento senza citarlo espressamente.

“Non vi racconto quello che è successo nello spogliatoio. Me la prendo con le alte sfere. Spero cambino i regolamenti sui gesti dei giocatori. Farò una battaglia su questa cosa, servono punizioni”.

Nicolò Brillo