Il Grifo e Rosati: spazio ai sogni e ai sentimenti

1644

Il Grifo e Rosati: spazio ai sogni e ai sentimenti. Che bello il gesto della Nord nei confronti del portierone. La squadra di Giunti fa ben sperare i tifosi

 

Mi dicono: “Calma e gesso, siamo solo alla quarta giornata”.

“Il campionato è ancora lunghissimo”.

“Ma che già pensi alla classifica? La classifica va guardata da marzo in poi, ora è inutile!”;

“Corrono troppo, non terranno”.

 “Voliamo basso, guarda il Livorno due anni fa” (e qui faccio tutti gli scongiuri che conosco ed anche qualcuno che non conosco…).

Può essere tutto vero e sacrosanto.

Ma dopo che ci siamo ritorti dalla sofferenza negli ultimi dieci anni, con due fallimenti; dopo che abbiamo giocato tra i dilettanti in “campi di patate”, noi che eravamo abituati a San Siro ed all’Olimpico.

Dopo tutto ciò – per favore – non toglieteci la possibilità di goderci questo sogno ad occhi aperti.

Sarà una mera illusione? Non lo so (anche se non credo), ma anche se lo fosse, fateci sognare ed esultare in santa pace almeno fino alla prossima partita!

Anche perché noi perugini abbiamo – sì – tanti difetti, ma abbiamo anche tanti pregi e tra questi abbiamo la capacità di soffrire e di rialzarci dalle difficoltà.

Quindi, non rompete le scatole che lo sappiamo bene di essere solo alla quarta giornata!!

Non “bussate a morto” e fateci godere in santa pace questa bellissima squadra, assemblata magistralmente dalla Società e messa in campo altrettanto magistralmente da Giunti.

Poi se e quando verranno i momenti difficili, li affronteremo tutti insieme come abbiamo sempre fatto.

Fateci godere il muro invalicabile della nostra difesa…anche se Monaco dovrebbe stare più calmo a gioco fermo ed imparare a non protestare.

Quest’attacco, mai così prolifico: il nostro CB11 (doppio passo e tiro all’angolo nel terzo gol è tanta roba), il gemello dello sbiadito giocatore dell’anno scorso.

Fateci godere gli unici i “missili” nordcoreani che ci piacciono: quelli di Han verso le porte avversarie; fateci godere Di Carmine che fa un lavoro immenso lì davanti.

Un centrocampo che così forte non si vedeva da anni al Curi.

In questi momenti difficili per tutti, i sogni – anche se rimanessero tali – ci fanno tanto bene all’anima.

Come ci fanno tanto bene all’anima – oltre alla prestazione con il Parma – due cose che abbiamo visto nel WE appena trascorso.

Innanzitutto la nuova bellissima area per i diversamente abili che il Perugia Calcio ha realizzato al Curi con la collaborazione del Comune di Perugia, i Lions cittadini e Banca Mediolanum.

É sintomo di grande sensibilità, amore per la città e per i suoi tifosi che la Società – in collaborazione con altri soggetti – abbia realizzato un’area dedicata che permetta a tutti coloro che sono stati duramente colpiti dalla Vita di poter vedere e sostenere il Grifo.

Questo – insieme alla riqualificazione dei campi di allenamento, al Museo del Grifo, all’ottimo lavoro con il settore giovanile – è l’ulteriore segnale, dal Presidente Santopadre e dall’attuale compagine Societaria, di aver ben compreso che il Perugia Calcio è una delle componenti essenziali del tessuto sociale di questa città e che non è solo un business da spremere ad oltranza.

Il segnale della Società che – anche nel calcio – si può fare business “virtuoso” con un occhio attento al territorio ed ai più deboli.

Come – in secondo luogo – ci fanno bene all’anima gli occhi lucidi di Antonio Rosati, durante l’intervista del dopo partita.

La capacità del nostro portierone di commuoversi per il calore ed il sostegno dei suoi tifosi, in un momento di sua difficoltà, ha il sapore di un altro calcio.

Un calcio con i “tutoni” di lana ed il pallone di cuoio con le cuciture.

In cui sotto le maglie dei giocatori c’era un cuore che batteva per i colori e per una città.

Un calcio in cui il sottoscritto – bambino di cinque anni – poteva entrare indisturbato al S. Giuliana, durante gli allenamenti del Grifo e prendersi un affettuoso buffetto dai calciatori ed una caramella dal “Sor” Guido Mazzetti.

Un calcio in cui si costruivano rapporti umani che duravano nel tempo.

In cui c’erano ancora le “bandiere”.

Un calcio in cui i giocatori non erano mercenari – rincorrendo sempre il migliore ingaggio e saltabeccando da una squadra all’altra – ma giocavano per passione ed amore, sposando una maglia ed una città.

In cui Marchei, Vannini, Amenta e tanti altri – innamorati di Perugia, oltre che del Grifo – sono rimasti nella nostra città, diventando perugini a tutti gli effetti.

Un calcio non ancora in mano a procuratori ed affaristi senza scrupoli.

E gli effetti nefasti dell’attuale sistema lo vediamo riflettersi nella pessima qualità del calcio italiano.

In un movimento giovanile una volta fortissimo e fonte inesauribile di campioni per la Nazionale maggiore, ma ora praticamente inesistente, tranne sporadici casi.

Anni fa la nostra Nazionale Under 21 dominava l’Europa e sfornava campioni a ripetizione, ora è una delle più scarse.

Il nostro movimento giovanile – ora – se sforna campioni, li sforna per altre Nazionali e non per l’Italia.

Come scrive Moreno Beretta – giovane promessa che ha annunciato di lasciare il calcio, dopo che a 23 anni “per farsi le ossa” gli hanno fatto girare già 7 squadre – le alternative sono due:

  • gli spermatozoi con i geni del bel calcio si sono trasferiti tutti in Spagna e Germania, lasciando l’Italia;
  • oppure loro stanno lavorando bene e noi no.

Quindi questo sistema è deleterio per tutto il movimento.

Ed proprio in questo disastro nazionale il comunicato dei Gruppi della Nord della scorsa settimana acquista un senso compiuto.

Ma siamo tutti adulti e non viviamo “nti fichi”.

Sappiamo tutti bene che il progresso è un “male” necessario, quanto inevitabile.

Sappiamo bene che quello che vediamo ora non è altro che l’antipasto di quello che verrà, di come il calcio evolverà.

Non siamo così sprovveduti da sperare che un comunicato o uno sciopero cambieranno le cose.

Ma, per fortuna, c’è anche un giocatore d’età e d’esperienza come Rosati che sa ancora commuoversi per l’affetto e la solidarietà della sua tifoseria.

Sentirlo dire che anche per questo ha scelto Perugia.

Che ha fatto una scelta di vita per sé e per la sua famiglia, sia per la squadra, sia per la città e che qui vorrebbe concludere la sua carriera.

Tutto ciò ci dà un briciolo di speranza che forse ancora qualcuno come noi “illusi”, all’interno del sistema/calcio c’è.

Che forse non tutto è perduto.

Che l’inevitabile progresso del Calcio può ancora essere gestito con accortezza ed intelligenza, nel rispetto di tutte le componenti.

Invece che questo Far-West in cui l’unico scopo è il denaro.

In cui prevale solo il più prepotente.

In cui la Nazionale – priva di campioni – rischia di non qualificarsi per i Mondiali 2018.

Ed ora andiamo alla conquista della Sicilia!

Sempre Forza Grifo!!

Avv. Gian Luca Laurenzi