Semplicemente fantastici

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Semplicemente fantastici. Squadra e tifoseria di pari passo nel match interno col Pescara: questo significa essere Grifoni
foto: Gian Luca Laurenzi

Semplicemente fantastici. Squadra e tifoseria di pari passo nel match interno col Pescara: questo significa essere Grifoni

 

Ancor prima di sapere quale sarebbe stato il risultato del posticipo di domenica sera col Pescara, avevo già deciso che questo sarebbe stato il titolo dell’articolo settimanale.

Come ho scritto in un post su Facebook è stato quello che ho istintivamente pensato vedendo la stupenda, emozionante, coinvolgente coreografia messa in atto dalla Curva Nord all’ingresso delle squadre in campo.

Coreografia che – oltre al magnifico colpo d’occhio che ha potuto apprezzare tutta Italia – ha dimostrato ancora una volta (semmai ce ne fosse stato bisogno) quanto sono speciali i tifosi biancorossi.

Quanto essi siano parte importantissima del tutto.

Quanto – parlando di “Grifo” – tale concetto non comprenda solo la squadra, ma anche la sua magnifica tifoseria.

Veramente – senza sterili luoghi comuni – il dodicesimo in campo.

Anche se il Perugia avesse perso la partita con la corazzata abruzzese, infatti, l’articolo sarebbe stato lo stesso, intitolato così perché Perugia la sua partita l’avrebbe vinta lo stesso.

Questi fantastici “freghi” che ogni partita dimostrano l’amore sconfinato ed incondizionato per il Grifo.

Con l’ennesima dichiarazione d’amore ai nostri stupendi colori vista domenica sera.

Certo: m’immagino l’indomani di uno scialbo pareggio o – peggio – di una sconfitta, titolando lo stesso così l’articolo, quante sarebbero state le critiche ai miei toni (immotivatamente per alcuni) trionfalistici.

Per mia fortuna i “ragazzi terribili” di Nesta mi hanno “aiutato”, conquistando una fantastica e meritata vittoria.

E così il “semplicemente fantastici” può essere dedicato non solo ai ragazzi della Nord, ma anche ai Grifoni.

E penso che dopo Pescara pochi possano non essere d’accordo sul termine “fantastico” applicato anche a questo Perugia.

Essì perché la squadra vista in campo domenica – nonostante numerose assenze di “peso” – è stata incontestabilmente fantastica.

Ha interpretato in maniera quasi perfetta la gara, riportando meritatamente 3 preziosissimi punti, contro una delle corazzate di quest’anno.

E confermando ancora una volta che questo gruppo è ormai una squadra.

E di ciò sono sintomatici alcuni importantissimi elementi.

Il fatto che il centrocampo biancorosso – contro uno dei più forti della B – domenica era in mano a tre “ragazzini”: due diciannovenni ed un ventenne.

La sorpresa Bordin, buttato nella mischia dall’accorto Nesta in sostituzione dello squalificato Bianco, che – insieme ai fantastici Kingsley e Dragomir – ha neutralizzato il reparto più forte degli abruzzesi: il centrocampo.

E l’importanza di Bordin nell’economia della gara domenicale si è vista quando è uscito che il centrocampo pescarese ha “ripreso pigolo”.

Quando i “vecchi” – Bianco la scorsa settimana e Mustacchio domenica – rilasciano dichiarazioni parlando di “noi” e non di “io”.

Lo stesso nazionale Gyomber, che – autore finalmente di una splendida prova, battezzata dal gol decisivo – si sottrae dai meritati complimenti, rimarcando anche lui l’importanza del Gruppo.

Per continuare da un Vido che in assenza di Melchiorri si è “caricato sulle spalle” l’attacco biancorosso, giocando non per sé, ma finalmente per la squadra.

E facendo per gran parte della gara un gran lavoro di manovra, rientro e possesso palla – a volte poco appariscente, ma molto importante – che l’ha lasciato senza fiato.

Gara di sacrificio che – per gran parte della gara – ha mortificato la sua classe cristallina.

Classe che, però, c’è sempre e cova sotto la cenere, come abbiamo visto in occasione del palo che gli ha negato un gol che si sarebbe ampiamente meritato.

Il “killer” Verre su cui mi voglio autoincensare un po’.

Quando tanti lo criticavano per partite assolutamente insufficienti, ben lontane dagli standard a cui ci aveva abituato ho sempre sottolineato che bisognava aver pazienza.

Che negli ultimi anni aveva giocato poco.

Che doveva riacquistare il ritmo partita.

Mi pare che – complice l’intelligente posizione assegnatagli dal “Maggico” – sto “ritmo partita” lo abbia riacquistato ben bene…

E mi fanno sorridere i tanti che domenica commentavano che il Pescara non è quella corazzata che tutti descrivono.

Gli abruzzesi, invece sono molto forti, ma hanno incontrato una squadra altrettanto forte.

Se vinciamo non è che dev’essere sempre per demerito dell’avversario!

Il Perugia è una squadra che potrà tranquillamente salvarsi o entrare nei play off o andare in A diretta.

Ha le potenzialità per fare tutto ciò.

Ora, però, non è importante.

Dobbiamo pensare per Maggio solo ad essere almeno un punto sopra la zona play out e non pensare ad altri obiettivi più appetitosi.

Ora è importante giocare al meglio una partita alla volta.

Mantenere la concentrazione costantemente salda.

Perché – come giustamente continua a sottolineare Nesta – se cala la concentrazione imbarchiamo acqua (gol) a catinelle.

Ma quando vedo le “stelle” di questa squadra sacrificarsi per il Gruppo, come gregari.

Tutti correre senza risparmiare il fiato.

Nessuno che tiri mai indietro la gamba.

Aiutare sempre il compagno in difficoltà.

Non ce la faccio a non essere ottimista.

Dato, però, che come diceva il grande Eduardo “gli esami non finiscono mai” già sabato prossimo abbiamo un altro esame in Salento a casa di quel Lecce entrato – anche per merito nostro – nella promozione diretta.

I pugliesi che – forse – stanno facendo vedere il miglior calcio della B fino ad oggi.

Dobbiamo giocare per confermare che non sappiamo vincere solo con le squadre dietro a noi.

Che non sappiamo vincere solo al Curi.

Avv. Gian Luca Laurenzi