Serie B: ognuno tira l’acqua al suo mulino?

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Ufficiale: la A riparte il 20 giugno, B a ruota. Il campionato cadetto riprenderà intorno al 23?

Serie B: ognuno tira l’acqua al suo mulino? Le idee di presidenti e tessarati sul da farsi variano (forse) anche in base alla situazione di classifica del club. Ma non in tutti i casi…

 

Difficile stabilire quando e come riprenderanno i campionati di calcio, fermi a causa dell’emergenza da Coronavirus.

Nel caso specifico della Serie B, dove veleggia il “nostro” Perugia, le posizioni di presidenti e tesserati sono molteplici e in alcuni casi contrastanti tra loro.

Andando ad analizzarle ci si può anche domandare se esse non dipendano dalle situazioni di classifica delle rispettive squadre. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.

Fabrizio Corsi, presidente dell’Empoli (attualmente nono in piena rincorsa play-off) afferma questo:

“Sono in cantiere diverse soluzioni. Da parte mia, vorrei che si riuscisse a finire il campionato una volta che le cose saranno tornate alla normalità, anche se sento molti che vorrebbero che tutto finisse qui, una cosa che ritengo quasi mortificante dal punto di vista sportivo. Il ritorno in campo deve essere una conseguenza della risoluzione del problema e del ritorno alla normalità. Se sarà possibile riprendere ad allenarsi, potremo ripartire con i campionati, giocando in estate e finendo anche a luglio”.

Si passa poi a Maurizio Stirpe, patron del Frosinone (terzo in classifica, miglior piazzamento per quanto concerne i play-off, ma non dentro il “binomio” che porta diretto in A).

“Se si sono rinviate le Olimpiadi di un anno non capisco perché non si possa spostare la ripresa del campionato. La soluzione migliore sarebbe certo chiudere il torneo, ma se fosse impossibile ripartire sarebbere due le ipotesi da considerare. La prima è spalmare questa stagione sulla prossima chiudendo il tutto nel giugno 2021. Vorrebbe dire aver perso un anno e in questo modo verrebbero traslati all’annata successiva tutti i rapporti contrattuali. La seconda ipotesi è cristallizzare le posizioni di classifica e i conti delle società al momento in cui il campionato è stato sospeso. Gli stipendi, i contributi e gli oneri fiscali andrebbero però fatti pagare fino alla sospensione e allo stesso tempo bisognerebbe risarcire sponsor, tifosi e televisioni per il servizio non offerto a partire dello stop. Naturalmente andrebbero cristallizzati pure i risultati sportivi, con la retrocessione delle ultime tre di A e la promozione delle prime tre di B. Non capisco perché ne dovrebbero salire solo due se le promozioni sono tre, mi sembra un’idea cervellotica di chi ha altri interessi. O le retrocessioni e promozioni avvengono come da naturale svolgimento del campionato, oppure non sale nessuno e si spalma il campionato in due anni. Noi siamo pronti anche a tutelarci in ogni sede legale se prevalesse la logica delle due promozioni”.

Un po’ controcorrente Filippo Inzaghi, tecnico dello ‘schiacciasassi’ Benevento che, invece che invocare la chiusura del campionato e regolari promozioni dalla B alla A, spera ancora di terminare la stagione sul rettangolo verde.

“Finire il campionato? Non riesco a capire come possa essere il contrario, non so forse ci sono degli interessi. È una situazione incredibile, noi siamo pronti a giocare a luglio o agosto, non ci interessa. Se ci saranno altre soluzioni si rischia. I miei giocatori e il mio presidente, ma tutti, meritano di giocare la A. Per il bene di tutto il sistema si debba giocare. Va finito per la regolarità del campionato. Sento tanti discorsi, ma la cosa più limpida e giusta è tornare a giocare. Nessuno deve subire danni”.

Nicolò Brillo