Serve davvero tanta fede

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Serve davvero tanta fede. Credere ancora nei play-off significa chiedere ai tifosi del Grifo un altro grande sforzo. Ma indipendentemente dall’esito di questa stagione, il prossimo anno serviranno investimenti maggiori

 

In questo “mini torneo” di aprile (6 partite da Crotone del 2 aprile, con complessivi 18 punti disponibili) a detta della dirigenza biancorossa decisivo per le ambizioni del Grifo abbiamo riportato solo 3 punti, lasciandone ben 15 per strada.

Un pareggio ripreso per i capelli a Pescara, lo stesso a Spezia ed uno scialbo 0-0 in casa con il Cittadella.

É dalla partita casalinga con il Livorno del 30 marzo il Grifo non riesce a vincere.

É difficilissimo, quindi, aderire all’appello della dirigenza biancorossa di “avere fede” in questa squadra.

Di credere ancora nell’obiettivo.

Ma cos’è la “FEDE”.

Da vocabolario la “fede” è definibile come l’adesione ad un messaggio (o annuncio) fondata sull’accettazione di una realtà invisibile.

Essa, pertanto, viene accolta come vera nonostante non sia immediatamente evidente.

In pratica è l’accettazione a “scatola chiusa” come verità e/o come realtà di qualcosa che dovrebbe esistere, ovvero accadere, ma ancora non c’è.

Il concetto prende vita dalla dea Fede del pantheon romano, dea della Lealtà.

Esempio classico della nozione di “fede” sono le religioni.

Il concetto, poi, è stato trasposto – spesso impropriamente – alla politica, alla sociologia, fino ad arrivare allo sport per definire come “fede” il tifo, l’appartenenza ad una squadra e/o il supporto ad un campione negli sport individuali.

E per essere ancora più precisi in questa disamina, il concetto di “fede” è ben diverso da quello di “amore”.

Entrambi i concetti la maggior parte delle volte coesistono.

Sicuramente quando c’è fede, c’è anche amore.

Ma dove non coesistano, la mancanza di fede non esclude che vi sia lo stesso amore.

Tutto ciò non per annoiarvi con un trattato filosofico o – tantomeno – teologico.

Ma solo per circostanziare il concetto di “avere fede in questo Grifo”.

Di “avere fede” nell’obiettivo che potrà raggiungere questo Gruppo.

Obiettivo che ormai è solo quello di riuscire ad accedere ai preliminari di play off per potervi giocare le residue (minime) ambizioni di promozione.

É vero: ancora siamo lì, non siamo fuori dai giochi.

Seppur fuori dalla zona play off, siamo ad un solo punto dalla coppia Spezia-Cremonese (rispettivamente settima ed ottava).

Ed a soli 2 punti dalla sesta Pescara.

E vi sono ancora 6 punti in palio, con lo scontro diretto con la Cremonese all’ultima giornata.

Dall’andamento del Perugia nell’ultimo mese, però, chiederci di “avere fede” è obiettivamente tantissimo.

E ciò è indipendente dall’amore che abbiamo per i nostri colori.

Se il nostro amore per il Grifo non è stato minimamente intaccato da ben due fallimenti e tornei tra i dilettanti, non l’intaccherà certo l’eventuale fallimento degli obiettivi minimi di questa stagione!

Ma avere fede che faremo i play off ed ancor più la promozione è chiederci veramente tanto.

Questa squadra, infatti, sembra aver perso quella sua natura di “allegra brigata”, di “ragazzini terribili” che aveva caratterizzato la prima parte del torneo.

La natura di compagine apparentemente in grado di giocarsela con tutti, al netto dei numerosi errori.

Un Grifo che compensava gli errori difensivi con un attacco ed un centrocampo che riuscivano a centrare sempre la porta avversaria e spesso fare un gol in più degli altri.

Purtroppo gli errori sono rimasti, ma il centrocampo e l’attacco si sono prosciugati, con uno score di questo mini-torneo d’aprile di ben 10 gol subiti, contro solo 5 fatti (di cui 3 ininfluenti per il risultato finale).

E – come detto – di soli 3 punti sui 18 disponibili.

L’errore di Vido a porta vuota contro i Veneti è emblematico di ciò.

Sarebbe, quindi, una prova di gran fede credere di poter riportare il risultato pieno da Foggia e dall’ultima casalinga con la Cremonese.

E se i pugliesi – seppur a casa loro – appaiono non irresistibili, con ben 13 punti in meno del Perugia.

Essi sono sempre una compagine che ha “fame” di punti, per sottrarsi dal pantano dei play out ed –ancor peggio – dalla retrocessione diretta da cui sono attualmente fuori solo grazie alla classifica avulsa, avendo gli stessi punti del Venezia ad oggi retrocesso.

Ma una sconfitta potrebbe condannarli inappellabilmente alla Lega Pro.

La stessa Cremonese – che all’andata ha espugnato il Curi con un rotondo 4-0 – è nella nostra stessa situazione, giocandosi i play off e non potendosi permettere una battuta di arresto.

Ed ancora più gran fede è credere di poter superare i preliminari di play off, vincere la semifinale e la finale.

Ciò non significa che non ci crediamo e – tantomeno – che il nostro amore per il Grifo sia scemato.

Ma solo che vi sia massima comprensione per l’immenso atto di fede che si sta chiedendo alla tifoseria biancorossa.

E se ci si chiede questo grande atto di fede, esso dovrebbe essere compensato anche da un maggiore investimento per la prossima stagione da parte della Società.

Affinché alle richieste “di aver fede” alla tifoseria corrispondano atti concreti da parte del Perugia Calcio.

Perché – come ha detto il Direttore Goretti – all’ “anno zero” deve seguire l’ “anno uno”.

Avv. Gian Luca Laurenzi