Una pesante sconfitta figlia di un pessimo mercato

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Una pesante sconfitta figlia di un pessimo mercato. Lo Spezia mette a nudo tutte le lacune di una squadra rinforzata male dal mercato e rigore-dipendente in zona gol!

 

“La cosa immediata che vorrei è quella di non perdere più al “Curi”. E’ una cosa che mi fa stare troppo male, è una cosa che purtroppo negli ultimi tre anni sta accadendo troppo spesso e io non ce la faccio più a tornare a casa a testa bassa. Il “Curi” deve tornare ad essere un punto di forza e non di debolezza”

Così parlava il presidente Massimiliano Santopadre l’otto Gennaio scorso, il giorno della presentazione di Cosmi. E’ passato esattamente un mese da quella conferenza e ieri il Perugia targato Serse Cosmi, alla sua seconda partita al “Curi”, dopo quella stentata ma vittoriosa, contro il Livorno, è rovinosamente caduto al “Curi” di fronte ad un grandissimo Spezia, aiutato, però, anche dalla pessima prestazione offerta dal Perugia. Ma le colpe di Serse, che ci sono comunque state, sono minime perchè la pessima prestazione dei grifoni è direttamente figlia del pessimo mercato di Gennaio, nel quale sono stati messi a disposizione del nuovo allenatore nuovi giocatori, o non eccelsi o ancora non pronti, alcuni anche in ruoli dove, a nostro parere, non servivano rinforzi, lasciando, invece, scoperti alcuni buchi in altri ruoli

Sono arrivati il semisconosciuto Benzar, arrivato a ricoprire un ruolo, quello di laterale destro, già ampiamente coperto da Rosi e Mazzocchi e inutilizzabile, tra l’altro per un infortunio, dopo l’esordio per pochi minuti contro il Livorno. Un centrale difensivo, quella sì che era una priorità, il serbo Rajkovic, giocatore forte ma, come la prestazione di ieri ha dimostrato, che ha ampiamente bisogno almeno di un altro mese e mezzo per ritrovare il ritmo partita e di tempo per il Perugia, ce n’è sempre di meno.

Infine un centrocampista centrale, Greco, giocatore di trentatré anni dal passato importante ma in evidente parabola discendente come indicato dalle sue ultime due stagioni, giocate poco e male a Cremona e a Cosenza e senza infamia e senza lode a Foggia e confermata ieri col suo scialbo debutto con la maglia del Perugia, la quarta indossata negli ultimi diciotto mesi, in un ruolo, quello di centrocampista centrale dove in rosa ce ne sono gia altri tre, Carraro, Konate e Balic. Ce ne sarebbe anche un quarto di nuovo arrivo, il carneade Barone, figlio dell’A.D. della Fiorentina, ma che obiettivamente, non pensiamo possa rendersi molto utile alla causa.

Quello che serviva come il pane era invece il centrocampista fisico, dinamico, capace di interdire e riproporsi, lacuna acuitasi con l’infortunio di Kouan e inspiegabilmente non coperta dal duo Santopadre-Goretti nel recente mercato di riparazione. I due dirigenti, al contempo, non sono stati in grado di sfoltire la rosa (l’unico partente Manconi, tra l’altro era già in prestito da Settembre al Gubbio), con Cosmi che si è ritrovato a dover gestire un gruppone di ben ventinove giocatori, troppi, con il rischio che si possano venire a creare delle frizioni nello spogliatoio.

Se si voleva concretamente aiutare Cosmi a non perdere più al “Curi” e a poter puntare decisamente alle prime posizioni Santopadre e Goretti dovevano fare un altro tipo di mercato, virando solo sull’ingaggio di tre giocatori, ma subito pronti, il difensore centrale, la mezzala rocciosa e una punta di riserva in grado di poterr offrire a Cosmi qualche soluzione in più in avanti, soprattutto in fase realizzativa.

Tutto questo, invece, non è avvenuto e ieri lo Spezia ha messo a nudo tutte le gravi lacune di questa squadra, con Rajkovic, ancora fuori condizione, spesso in difficoltà contro la rapidità e la tecnica dei vari Gyasi, Ragusa e Federico Ricci e con Greco apparso, lento, prevedibile e impreciso, sovrastato nella zona centrale del campo da quel Matteo Ricci, di gran lunga il migliore in campo, non confermato dal Perugia dopo il buon quarto posto del 2017, il miglior piazzamento, al momento, di queste poco esaltanti sei stagioni di B targate Santopadre.

Abbiamo accennato all’attacco. In settimana avevamo pubblicato la classifica dei gol segnati da tutte le squadre al netto dei calci di rigore che vedeva il Perugia al penultimo posto. Ebbene, da ieri sera i grifoni sono diventati ultimi (anche il Livorno, unica squadra che aveva segnato meno, con i due gol realizzati a Pordenone li ha sorpassati), con le sole diciassette reti segnate non dal dischetto. Insomma il Perugia si è confermato anche ieri squadra rigore-dipendente, proprio nella giornata in cui le sono stati fischiati due rigori contro, peraltro entrambi netti. E anche questo dato contribuisce alla deludente, rispetto alle aspettative della società, classifica dei grifoni, di nuovo matematicamente fuori anche dai preliminari col loro nono posto qualsiasi risultato esca dalla gara odierna tra Entella e Pescara e che potrebbe addirittura diventare decimo in caso di vittoria del Chievo a Pisa.

Il tutto mentre il ritardo dal secondo e dal terzo posto e forse anche dal quarto, è risalito a quattro punti. E, cosa più preoccupante, da ieri alle spalle del Benevento non c’è più la matricola Pordenone ma due delle altre tre favorite della vigilia, il Crotone e il Frosinone mentre proprio lo Spezia, vincendo il recupero casalingo martedì contro una Cremonese sempre più in crisi, aggancierbbe ciociari e calabresi a quota trentasette.

E domenica prossima il Grifo si recherà a far visita proprio al lanciato Frosinone dell’ex mister Nesta, una gara difficilissima che il Perugia affronta con la necessità assoluta di uscire dallo “Stirpe” almeno con un pari, prima di incontrare al “Curi” il rinato Empoli di mister Marino. Senza almeno quattro punti da queste due gare, probabilmente, l’unico obiettivo che rimarrebbe ai grifoni sarebbe il solito preliminare svantaggiato che negli ultimi anni ha portato solo delusione.

Danilo Tedeschini