Lavagna tattica: Grifo in crescita con il 3-5-2, anche se i cambi di Alvini …

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Questa rubrica torna (finalmente) e parte da un’affermazione di Massimiliano Alvini in sala stampa, ove rispondendo in modo poco garbato ad una giornalista, il mister toscano ha snobbato il concetto dei moduli di gioco parafrasandoli a dei numeri di telefono.

Ormai tutti gli allenatori ripetono continuamente la frase imboccata dai docenti delle aule di Coverciano, ove i moduli di gioco non contano, ma contano i concetti di gioco e l’interpretazione del ruolo da parte dei giocatori. E’ chiaro che questo ha un senso, in quanto le caratteristiche dei singoli giocatori determinano le giocate e i movimenti (con e senza palla), ma è altresì evidente che il modulo conta, eccome se conta. Nel mio piccolo, da allenatore di settore giovanile, quest’anno ho faticato non poco a trovare la quadra a livello tattico; ma nel momento in cui mi sono accorto che con un certo modulo la difesa era scoperta e il gioco non sviluppava a dovere, non ho esitato un attimo a cambiare atteggiamento tattico e i risultati sono stati subito incoraggianti. Almeno ho una scusante: i giocatori non li ho scelti io e non bastano gli allenamenti e le amichevoli per conoscere i giocatori e comprendere l’assetto giusto, servono le partite di campionato.

A livello professionistico è completamente diverso (le caratteristiche dei giocatori le indicano gli allenatori) e nonostante questo sovente l’assetto scelto non si rivela il migliore.

Sarebbe interessante chiedere ad alcuni mister cosa pensano delle affermazioni di Alvini: ad esempio a Giovanni Galeone e Zeman, che con i loro 4-3-3 integrale e con giocate decodificate hanno fatto la loro fortuna; oppure ad Arrigo Sacchi e Gigi Del Neri che con il loro 4-4-2 hanno segnato un’epoca tattica significativa del calcio italiano. Tutti allenatori con curriculum di un certo spessore…. Si potrebbe obiettare che sono allenatori del passato: ecco pronto il 3-5-2 di Inzaghi e Conte che, con la costruzione sistematica dei centrali di parte (ad esempio Radu è nato terzino sinistro e sta concludendo la carriera da centrale di parte, ossia un centrale dai piedi buoni), hanno fatto la fortuna di Lazio ed Inter.

La premessa sul modulo era necessaria in quanto con il passaggio al 3-5-2 il Perugia ha giovato sul piano della manovra e sulla crescita di alcuni singoli (Segre in primis che dalla partita di Ferrara sembra un altro giocatore), confermando quanto scritto sopra. E’ chiaro che anche la difesa a 3 ha i suoi limiti, evidenti nella partita di ieri, ove è bastato mettere un giocatore bravo nell’uno contro uno come Giacomelli alto a sinistra per mettere a soqquadro la difesa dei grifoni: era troppo esterno per essere preso da uno svagato Sgarbi, così era spesso Falzerano a contrastarlo, con tutti i limiti di Falzerano in fase difensiva e questo ha permesso al Vicenza di sfondare spesso e volentieri da quella parte.

Per il resto la vittoria dei grifoni è tutto sommato meritata, in virtù di buonissimi venti minuti nel secondo tempo, anche se era evidente come il Vicenza fosse ampiamente rimaneggiato in fase offensiva.

Da segnalare l’importante crescita di De Luca, il migliore dei grifoni, presente in tutte le giocate della squadra, le buone prestazione di Burrai e Chichizola (ormai una certezza) e la conferma come questa squadra abbia un qualcosa in più a livello di gruppo e di unità di intenti che spesso fa la differenza in questa categoria. Solitamente che proviene da una serie inferiore il primo anno fa bene (la testa è il motore di tutto… anche nel calcio), speriamo che sia così anche questa volta.

La nota negativa sono stati i cambi di Alvini, evidentemente un po’ confuso da questo punto di vista ultimamente: Kouan andava sostituito con un altro centrocampista e non con Ferrarini (Giacomelli è sceso di rendimento nel secondo tempo solo per limiti fisici suoi, non certo per merito di Ferrarini) ed occorreva lasciare Falzerano esterno che stava facendo bene. L’altra mossa errata è stata la sostituzione di De Luca; a meno che non sia stato lui a chiedere il cambio andava tolto Matos ed inserita un’altra punta. Si è ridata linfa ad un Vicenza, che è bene ricordarlo, nell’ultimo secondo di gara ha avuto un’occasione importantissima per pareggiare.

E’ andata bene, ma i cambi conservativi non mi trovano mai d’accordo, specialmente quando la gara sembra in pugno come venerdì sera.

Fabio Orlandi