Lavagna tattica: Grifo, quattro punti di riflessione

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Lavagna tattica: Grifo, quattro punti di riflessione. Valore della rosa, atteggiamento mentale, assenza della società e presidente: bisogna accettare la situazione e invertire il modo di operare

Lavagna tattica: Grifo, quattro punti di riflessione. Valore della rosa, atteggiamento mentale, assenza della società e presidente: bisogna accettare la situazione e invertire il modo di operare

 

Nell’ultimo articolo avevo sottolineato come la squadra non si fosse ancora calata mentalmente nella nuova categoria: puntualmente la riprova è avvenuta ieri, ove il grifo è riuscito nell’impresa di andare sotto di due goal nel giro di 6 minuti.

Come ha giustamente sottolineato mister Caserta, prendere 2 reti in così breve tempo significa non essere scesi in campo. Ma chi se non lui e i giocatori avrebbero dovuto avere un altro atteggiamento?

Ora è assolutamente facile e superficiale sparare sulla croce rossa, ossia sulla società, ossia sul presidente Santopadre, ossia sul principale responsabile: cerchiamo di andare oltre e di trovare le cause di questa clamorosa e preoccupante situazione

1) Il valore della squadra: la squadra è attrezzata per la categoria, ma non è una squadra che può ammazzare il campionato. Ergo, se non metti la giusta determinazione, può soccombere con tutti. Tra l’altro il Mantova ha realizzato goal di pregevole fattura, specialmente la terza rete, rivalutando un po’ il livello tecnico della categoria.

2) Atteggiamento mentale: la squadra non si è ancora assolutamente calata nella categoria, sia mentalmente che psicologicamente. Ossia se non lotti su tutti i palloni non vinci mai (mentalmente); se pensi inconsciamente di essere superiore agli altri le buschi sistematicamente (psicologicamente).

3) Assenza della società: quando si verifica che toppi in maniera evidente due partite consecutive viene subito in mente il fatto che il rendimento dei giocatori e dell’allenatore non può prescindere dal comportamento, dalla professionalità, dalla modo di porsi della società. Risulta evidente che se qualsiasi giocatore e qualsiasi allenatore che arrivi a Perugia stenti ad avere una performance decorosa, c’è qualcosa a livello societario che non funziona. Tocca alle nuove figure, Comotto e Giannitti, capire subito il problema, parlare con i giocatori, trovare l’equilibrio tra il bastone e la carota, aiutare mister Caserta. La squadra deve sentire la società addosso, la responsaibilità della maglia e della piazza. Non è retorica: spesso due parole dette bene al momento giusto possono cambiare tante cose….

4) Presidente Santopadre: il presidente sa perfettamente che se non si risale quest’anno è un grosso problema, sia economico che sportivo. Ha voluto correre un rischio, ossia di non avere una squadra nettamente superiore alle altre (ad esempio acquistando una mezzala e una punta di altra categoria); per compensare occorre la perfezione dal punto di vista gestionale, ove per gestionale si intende comunicazione, comportamento, rapporti con i sottoposti, cioè proprio negli aspetti ove è più mancato in questi anni. Come fare? Penso che se lo domandi continuamente anche lui, visto che è una persona intelligente: intanto cominci a cambiare l’atteggiamento arrogante  che ha avuto in questi anni e che non ha pagato, allontanando tifosi e giocatori da una piazza gloriosa e prestigiosa come la nostra.

Fabio Orlandi