Lavagna tattica: “La difesa è dell’allenatore, l’attacco è del Presidente”

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Fino a 5 minuti dalla fine della gara con la Spal, mi riecheggiava nelle orecchie la famosa frase del santone Maturana, allenatore colombiano, che ad uno stage a Coverciano disse testualmente: “la difesa è dell’allenatore, l’attacco è del Presidente”.

Con questa frase voleva sottolineare come l’organizzazione difensiva fosse competenza dell’allenatore, mentre per quanto concerne l’attacco servisse l’estro e l’abilità dei giocatori tecnici, da prendere sul mercato, in quanto la qualità delle giocate offensive attiene principalmente agli interpreti in campo. E’ evidente come il Perugia, ormai sono passati 11 giornate, abbia le principali lacune nel reparto offensivo, ove nessuno dei giocatori offensivi sembra poter avere le qualità per garantire gol e sostanza all’attacco del grifo. Lo stesso De Luca, alla terza rete in campionato, dimostra di avere lacune tecniche evidenti; Matos non è un goleador, Murano sembra in difficoltà in questa categoria, mentre Carretta (ora indisponibile) è un attaccante esterno poco votato al gol.

Ci hanno pensato ancora una volta i difensori (prima Curado e poi Rosi) a decidere le sorti della gara con la Spal, gara molto bella nei primi quarantacinque minuti con continui capovolgimenti di fronte, ove entrambe le squadre potevano andare ripetutamente al gol. Ci ha pensato ancora Chichizola, grande acquisto di quest’anno, a neutralizzare il rigore (inventato) calciato da Mancosu, a dimostrazione di essere un portiere top per la categoria.

Ci ha pensato anche Alvini, che questa volta integralista non è stato, a cambiare il modulo di partenza (1-3-4-1-2) e a trasformarlo in un più coperto (apparentemente) 1-3-5-2 alzando Segre e Santoro nel ruolo delle mezzeali.

Proprio Segre, il migliore dei grifoni, ha enormemente giovato del nuovo ruolo, assolutamente il più adatto a lui, tagliando in continuazione in verticale e facendosi trovare costantemente dentro l’area di rigore. E’ bene che se hai un centrocampista che sa inserisci e che ha il senso del gol giochi mezzala e non play basso.

Ne ha risentito invece negativamente il reparto difensivo, in quanto avendo solo un play e non due, ha consentito alla Spal che giocava con il trequarti e due attaccanti di giocarsi diversi 3 contro 3, specie nel primo tempo, ove i romagnoli hanno avuto diverse occasioni da rete, anche in virtù della non eccelsa prestazione difensiva di Curado.

Gara vinta dai grifoni, gara decisa dagli episodi, che però come sempre girano dalla parte di chi è in grado di “farli girare” dalla propria parte.

Ultima osservazione sulle ultime dichiarazioni di Alvini: ha sottolineato come i giudizi siano poco equilibrati. In effetti sentire certi giudizi che esaltano modeste prestazioni come quelle di Lecce o altri che danno il “de profundis” al mister, sono veramente poco equilibrati, ma come sistematicamente avviene nel mondo pallonaro, la memoria è sempre corta.

Fabio Orlandi