Lavagna tattica: l’arrembaggio alla Mourinho può pagare

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Lavagna tattica: l'arrembaggio alla Mourinho può pagare. I gol del pareggio contro la Virtus Verona sono arrivati quando il Grifo ha mostrato coraggio e spregiudicatezza

Lavagna tattica: l’arrembaggio alla Mourinho può pagare. I gol del pareggio contro la Virtus Verona sono arrivati quando il Grifo ha mostrato coraggio e spregiudicatezza

 

Evidentemente al 2020 non bastava il covid 19 e la scomparsa di tanti personaggi dello spettacolo e del mondo dello sport (Gigi Simoni, Lucianone Gaucci, Kobe Bryant, Mariolino Corso, il Pibe de Oro Diego Armando Maradona). Ci voleva anche orbare del grande “Pablito”, Paolo Rossi, personaggio che noi perugini conosciamo bene, non solo come strepitoso calciatore, ma soprattutto come uomo leale, sincero, sorridente, generoso.

Si dice sempre un uomo d’altri tempi, ma mai come nel caso suo la definizione può definirsi puntuale: basta leggere le sofferte e profonde parole della moglie par capire chi era Paolo Rossi.

Passando ad argomenti terreni, onde leggeri, rimane di difficile interpretazione il pareggio interno dei grifoni contro la Virtus Verona.

Solitamente una rimonta di due reti perpetuata negli ultimi dieci minuti di gara dovrebbe essere esaltata, commentata come un’impresa o giù di lì: probabilmente questa sarebbe tuttavia una visione parziale e distorta della realtà.

Quale è allora la realtà?

La realtà è il contesto: il Perugia è in serie C, una categoria che sta decisamente stretta al blasone della città, quindi è inevitabile che i giudizi su giocatori, tecnici e società risentano delle legittime attese ed aspettative della piazza.

Poi chiaramente ci sono anche gli avversari; nel caso specifico la Virtus Verona ha dimostrato di avere un signor allenatore, che ha inaridito tutte le fonti dei gioco dei grifoni, a partire da Burrai preso sistematicamente ad uomo: nel primo tempo il regista è stato Fulignati con risultati decisamente scadenti.

Ottime alcune individualità dei veneti, a partire dal regista Simone Bentivoglio, giocatore di 35 anni dal curriculum molto importante, per proseguire e terminare con il sorprendente Filippo Pittarello, cognome che fino ad ieri associavo esclusivamente ad un noto negozio di calzature, giocatore al primo campionato di serie C dopo anni di gavetta in serie D, che è stato con Melchiorri il migliore in campo, facendo letteralmente impazzire la difesa perugina, difendendo palla, attaccando la profondità, concludendo da fuori e guadagnando furbescamente un rigore che non c’era.

Il primo tempo del Perugia è stato deludente: al di là di un tiro di Dragomir e di due fiammate del solito Melchiorri (attenzione, questo Melchiorri è in una condizione psico-fisica che farebbe ampiamente la differenza in serie B e…anche anche), non c’è stato gioco, non c’è stata manovra, stante la modesta prestazione dei centrocampo.

Male Kouan e Dragomir, male Crialese mai capace di spingere, malissimo Elia che non ha avuto mai la meglio nell’uno contro uno, ossia nel suo pezzo forte.

Nella ripresa Caserta ha provato finalmente a modificare l’assetto, con gli inserimenti di Sounas e Falzerano e successivamente di Minesso, passando ad un 4-4-2 più offensivo, cercando di manovrare sugli esterni grazie anche alle sovrapposizioni dei terzini.

La manovra è migliorata, ma per raddrizzare la partita ci sono volute due prodezze dei singoli: una di Murano, fino a quel momento il peggiore per distacco, ed una di Melchiorri che ha raccolto un tiro sbilenco di Vanbaleghem e si è girato su un fazzoletto di terra.

Se contestualizziamo il punto, l’amaro in bocca aumenta: il Sud Tirol, catalogato a torto da molti come squadra non destinata a durare, continua a vincere, il Padova ha la possibilità di allungare.

Le riflessioni sono essenzialmente due: non sembra convincere l’atteggiamento della squadra, eccessivamente prudente per chi deve vincere il campionato. Occorre rischiare di più, avere coraggio, osare; troppo basso il baricentro della squadra.

Poi si dirà: proprio oggi che abbiamo segnato due reti?

Le reti sono arrivate quando si rischiava, quando si giocava all’arrembaggio (alla Mourinho), senza remore o timori: perché non essere più aggressivi, più offensivi anche prima? Caserta ha già spiegato le motivazioni della difesa a tre, ma qualcosa di diverso occorre provare e non solo a gara in corso.

La seconda riflessione riguarda inevitabilmente la società: avevo detto in tempi non sospetti (quest’estate) che la cosa più importante sarebbe stata tenere i giocatori dello scorso anno. Una volta rimasto lo zoccolo duro qualcosa bisognava fare sul mercato, non lasciare sempre le cose a metà: è evidente che manca un attaccante (anche numericamente) e un centrocampista forte con caratteristiche diverse da quelli in rosa che sono tutti più o meno simili.

Quest’anno non si può fallire: le aspettative della piazza e dei tifosi sono solo una. Ritorno immediato in serie B.

Quindi il mercato deve essere rapido e costruttivo (speriamo che Giannitti dia seguito alle sue dichiarazioni, o meglio, abbia la possibilità di dare seguito alle sue dichiarazioni) e non deleterio come quello dello scorso anno ed ecco perché il pareggio di ieri non può lasciare soddisfatti.

Fabio Orlandi