Lavagna tattica: note positive per Caserta e Rosi

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Lavagna tattica: note positive per Caserta e Rosi. Il tecnico non fa il palo e legge bene la gara di Ravenna, mentre Rosi mette in campo personalità, qualità e esperienza. Spazio anche a qualche appunto sulla difesa a tre e a quattro

Lavagna tattica: note positive per Caserta e Rosi. Il tecnico non fa il palo e legge bene la gara di Ravenna, mentre Rosi evidenzia personalità, qualità e esperienza. Spazio anche a qualche appunto sulla difesa a tre e a quattro

 

Mentre il telecronista di Eleven Sport è rimasto e rimarrà convinto che il Perugia ha chiuso la gara di ieri con la difesa a 4, va sottolineato come tra i tecnici ‘pro’ è ormai opinione sempre più diffusa che il modulo da adottare dipenda dalle caratteristiche dei difensori centrali.

Ossia: avere un paio di difensori centrali complementari, uno alto e strutturato e l’altro veloce e rapido, consente di poter giocare con la difesa a 4, magari anche alta, rischiando il marco-marco, anziché il marco e copro, cioè il duello uno contro uno, fondamentale per tenere la difesa alta e di conseguenza la squadra corta.

In Europa, quasi tutte le squadre adottano la difesa a 4, per non regalare un giocatore alla squadra avversaria e per avere una linea difensiva alta quasi a metà campo.

Emblematica è stata la gara della Roma con l’Aiax in Europa League dove spesso i difensori della squadra di Amsterdam si sono trovati ben oltre la metà campo avversaria, rischiando anche ripartenze di 60-70 metri!

Antonio Conte, d’altro canto, la pensa in maniera molto diversa in quanto non abbandona mai la difesa a tre, con Skriniar, De Vrij e il giovane Bastoni.

In teoria avrebbe i giocatori per mettersi a 4, ma preferisce proteggersi e ripartire appoggiando il gioco sui due attaccanti, davvero bravi a difendere palla e a far salire la squadra. Probabilmente questa soluzione può essere vincente in Italia, meno in Europa; è evidente che il mister leccese in campo europeo abbia sempre stentato.

In Europa per vincere servono qualità e mentalità: caratteristiche che da anni abbiamo purtroppo perso.

Tornando alla gara del Benelli e allo schieramento difensivo del Grifo, nell’ultima rubrica auspicavo il ritorno della difesa a 4. Caserta evidentemente ha avuto la stessa idea, impiegando contemporaneamente Monaco e Negro centrali, con Rosi e Crialese esterni bassi.

E’ evidente che la mossa non ha dato i risultati attesi, in quanto in almeno due transizioni offensive il Ravenna ha messo in mossa tutti i limiti della coppia difensiva del Perugia, troppo lenta e mal assortita rispetto ai veloci attaccanti locali.

E’ bastato il ritorno della difesa a 3, intorno alla mezzora, con l’arretramento del francese Vanbaleghem, per spegnere tutte le velleità del Ravenna e dare più equilibrio e sicurezze alla squadra che fino a quel momento aveva ballato molto e costruito poco o nulla.

Eccellente la lettura di gara di Caserta, che ha dimostrato ancora una volta di non fare il palo in panchina, ma di saper leggere le situazioni.

La stessa difesa a tre che aveva dimostrato parecchie pecche contro la Triestina è stata decisiva per la vittoria di Ravenna. Il tutto e il contrario di tutto del calcio, dove la verità assoluta non esiste mai.

Il secondo tempo non ha avuto praticamente storia con una sola squadra in campo.

Eccellente il secondo tempo di Rosi che era stato invece tra i peggiori nel primo tempo; ma quando si ha qualità, personalità, esperienza è chiaro che prima o poi si emerge.

Di categoria superiore la giocata del difensore romano per il raddoppio di Bianchimano.

Fa sorridere l’acredine della società dimostrata nei confronti di Rosi, ma darsi la zappa sui piedi è una qualità della quale questa dirigenza e il suo massimo esponente non riescono a farne a meno.

L’ultima riflessione sulla conferenza stampa di mister Caserta alla vigilia della gara: di fronte ad una domanda apparentemente innocua, il mister calabrese si è scaldato, in maniera inaspettata, rimarcando la difficoltà di fare le scelte e che con il senno del poi è tutto più facile.

Pur condividendo in toto quando detto dal mister (oggi fare 5 cambi significa cambiare il 50% dei giocatori di movimento: è proprio vero che si può stravolgere una gara), sorprendono un po’ i toni, proprio da lui, solitamente calmo e pacato.

Anche oggi i cambi sono entrati con la testa giusta, quindi ciò significa che Caserta ha il pieno controllo dello spogliatoio.

L’auspicio che la dirigenza lasci in questo finale di stagione il mister lavorare con la massima serenità e tranquillità…

Fabio Orlandi