Lavagna tattica: ora giorni decisivi

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Lavagna tattica: ora giorni decisivi. Squadra double-face e con giocatori di livello non omogeneo. Serve recuperare chi in odore di partenza e investire nel mercato

Lavagna tattica: ora giorni decisivi. Squadra double-face e con giocatori di livello non omogeneo. Serve recuperare chi in odore di partenza e investire nel mercato

 

La difficoltà nel vedere la partita causa il modesto livello della piattaforma televisiva che ha acquisito i diritti televisivi della serie C mi ha fatto subito calare nella nuova dimensione.

Dimensione che è risultata indigesta anche ai grifoni che nel primo tempo hanno subito la verve e la brillantezza del Fano, magistralmente condotto dal tecnico Alessandrini, che con un materiale tecnico non eccelso ha dimostrato ancora una volta come i tecnici italiani siano preparati a tutti i livelli.

Il principale dubbio che aleggiava prima della gara era come mentalmente il Perugia avrebbe approcciato la stessa: ossia come giocatori retrocessi, alcuni con la valigia in mano o con il desiderio di riempire la valigia, contestati dai tifosi, nauseati dalla gestione societaria dell’anno precedente, avrebbero messo in partita la voglia di reagire, il desiderio di smentire la piazza, l’ardente “garra” per risalire subito la categoria.

Il risultato è stato double face: da film horror nel primo tempo, confortante nella ripresa.

E proprio partendo dalla ripresa si aprono alcune inevitabili considerazioni.

La prima smentisce la paura ovviamente esagerata che il Fano fosse più avanti dal punto di vista fisico: il secondo tempo è stato dominato dai grifosi, ribadendo invece un altro concetto, che è quello che nella ripresa la squadra più tecnica viene sempre fuori.

La seconda riguarda gli aspetti tecnico tattici: è indiscutibilmente difficile analizzare la gara dal punto di vista tattico ed è ancora più difficile dare un giudizio a dei giocatori che si sono visti per la prima volta in una gara.

Ma l’impressione è netta ed è doverosa sottolinearla: la squadra sembra composta da giocatori di livello tecnico e tattico non omogeneo.

Ossia giocatori come Melchiorri, Rosi, Burrai, Angella, Sgarbi e mettiamoci pure Falzerano (impiegato a mio avviso fuori ruolo), appaiono di un livello diverso rispetto agli altri componenti della rosa.

Si tratta ovviamente solo di un’idea, (ricordo le feroci critiche a Spinazzola prima che il giocatore giallorosso esplodesse nel ruolo di terzino sinistro), ma i neoacquisti o i cavalli di ritorno, a parta Burrai, non hanno destato una grande impressione.

La terza considerazione riguarda il futuro, l’immediato futuro, cioè i giorni mancanti alla chiusura del mercato… giorni decisivi.

Da un lato mister Caserta, messo già in difficoltà dalla società alla stregua dei suoi precedessori (tutto cambia per non cambiare nulla), ha un compito fondamentale: convincere con il carisma, con il cuore, con il coinvolgimento, volendo bene ai suoi ragazzi (come direbbe Renzo Ulivieri), a non far partire gli elementi essenziali della squadra in odore di cambiare casacca: Melchiorri, Angella e Sgarbi.

Dall’altro la società deve velocemente completare la squadra con almeno 3 giocatori di spessore: un terzino sinistro, una mezzala di qualità e struttura e una prima punta di categoria superiore.

Si aprono giorni decisivi

che l’amministratore unico Santopadre recepisca la necessità di utilizzarli al meglio, perché risalire in serie B subito è l’unica cosa che interessa ai tifosi del Grifo, in aperta contestazione con il suo modo di operare.

Fabio Orlandi