Lavagna tattica: si sente l’assenza di Burrai

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Lavagna tattica: si sente l'assenza di Burrai. Bene la difesa e le palle inattive, male un centrocampo che poco supporta la manovra

Lavagna tattica: si sente l’assenza di Burrai. Bene la difesa e le palle inattive, male un centrocampo che poco supporta la manovra

 

In una settimana funestata da due lutti pesanti nel mondo dello spettacolo, prima l’immenso Gigi Proietti e poi il grande batterista dei Pooh Stefano D’Orazio, ieri se ne aggiunto un altro nel calcio umbro che mi tocca particolarmente.

Se ne è andato ad 88 anni il maestro Elio Grassi, già allenatore del Perugia in serie B e poi fondatore della società Grifo Perugia, ove ho giocato per una decina di anni e società dalla quale sono usciti giocatori del calibro di Michele Scapicchi, Roberto Goretti, Roberto Balducci, tanto per citarne qualcuno…

Un maestro di vita e di calcio, appassionato e competente, che oggi è assai difficile per non dire impossibile trovare….ciao Mister!!!!

Tornando a parlare di calcio giocato, la partita di San Benedetto ha evidenziato i soliti pregi, ma anche i soliti difetti della squadra di mister Caserta.

Innanzitutto una difesa quasi impenetrabile, la migliore del girone per qualità dei singoli, che ha concesso alla Sambenedettese due soli tiri nell’arco della gara: un rigore dubbio, per non dire generoso, e un palo colpito con una conclusione da fuori stante la dormita di Moscati nel ritardare la chiusura sulla conclusione dell’ottimo Angiulli.

L’altra nota positiva è evidentemente Federico Melchiorri, giocatore fuori categoria, che ha retto da solo il reparto: in condizione fisica eccellente, con forza e resistenza nelle gambe, ha imperversato nella difesa locale, purtroppo mal supportato da un modesto Murano e da un centrocampo che mai ha accompagnato la squadra in avanti.

Ecco, proprio il centrocampo ha palesato le maggiori difficoltà: a parte Sounas, ancora una volta più che positivo, sia Dragomir che Moscati hanno sofferto la qualità e il dinamismo dei vari Angiulli, Mawuli, Bacio Terracino che hanno dimostrato di non essere inferiori ai nostri nella zona mediana.

Quando la qualità degli avversari sale, ottimo anche Botta, si evidenzia chiaramente come gli stessi tengano spesso il pallino del gioco perché il nostro centrocampo non ha grossa qualità, specialmente quando manca il nostro miglior giocatore che è Burrai, la cui assenza in queste gare si fa sentire pesantemente.

E’ evidente come le azioni offensive provengano quasi sempre da ripartenze e non da una manovra corale avvolgente della squadra, che quasi mai prende in mano la gara e questo a lungo andare potrebbe compromettere qualche partita come è successo ieri.

Il pareggio lascia decisamente l’amaro in bocca, anche se arriva dopo quattro vittorie consecutive, perché le occasioni migliori pendono decisamente dalla parte dei grifoni e soprattutto perché ormai si è capito come il Padova sia il vero pericolo del Perugia, Padova che ha allungato a più tre in classifica.

Se l’unico obiettivo è il primo posto, diventa indispensabile superare i patavini nello scontro diretto di mercoledì.

Anche mister Caserta ha palesato i soliti pregi e qualche difetto. Molto bene gli schemi su calcio piazzato, molto bene la tenuta difensiva della squadra.

Meno bene il fatto che le giocate offensive dipendano solo dalla verve di Melchiorri e probabilmente quando c’è da vincere qualche partita l’assetto va cambiato, andando oltre i cambi ripetitivi e scolastici e proponendo una maggiore aggressività ed intensità offensiva che finora non si è vista, anche se in questa gara le assenze di Elia e Minesso e un mercato deficitario nel reparto avanzato non gli consentivano grosse alternative.

Fabio Orlandi