Lavagna tattica: siamo già alle “responsabilità”

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Lavagna tattica: siamo già alle

Lavagna tattica: siamo già alle “responsabilità”. Alla società va ancora la fetta più grande, per giocatori e allenatore solo parziale compartecipazione

 

“Tutto e il contrario di tutto” e “coerenza”. Queste due parole, che la Treccani assimilerebbe come contrari, esprimono modi di vedere, di giudicare, di commentare diametralmente opposti.

Il tutto e il contrario di tutto è proprio del mondo pallonaro, ove le analisi vengono repentinamente cambiate dopo una settimana, dopo la partita successiva, dimenticando subito cosa si era detto o scritto solo qualche giorno prima.

La coerenza, merce rara, è un concetto solo apparentemente astratto, ma in realtà è tremendamente concreto. Nella mia umile attività di allenatore di settore giovanile ho sempre cercato di applicare la coerenza, cercando di guardare i ragazzi negli occhi, trattare tutti nello stesso modo, parlare in faccia di fronte a tutti e dire se necessario cose spiacevoli (ovviamente calcistiche).

Il ragazzo, se percepisce che l’allenatore gli vuole bene (aspetto questo centrale, da sottolineare cento volte), quelle cose spiacevoli le accetta, le digerisce, le metabolizza, perché sono finalizzate alla sua crescita, sportiva ed umana.

Traslando la coerenza da allenatore a questa rubrica, riprendo le parole dell’ultimo articolo pubblicato su Sportperugia.it: il grifo è in serie C, categoria inadeguata al blasone, alla storia, all’importanza della città e della società; è chiaro che i giudizi, le idee, le opinioni debbano necessariamente dipendere dal contesto (modesto) in cui siamo, dal modo in cui ci siamo caduti (malissimo) e dalla fretta (tanta) con cui tutti i tifosi si aspettano una pronta risalita.

Mi soffermo perciò in maniera decisa sugli errori commessi dai protagonisti, ove per protagonisti intendo giocatori, allenatore e società.

Le colpe dei giocatori: la prestazione di Trieste è stata deludente in quasi tutti gli uomini di Caserta. Si sono salvati dallo squallore generale solo Angella, Monaco, Favalli, Melchiorri e Falzerano (del quale parlerò dopo). Troppo poco, davvero troppo poco: da penna rossa le prestazioni di Burrai, Sounas e Kouan; da doppia penna rossa la gara di Fulignati che sostanzialmente ha sulla coscienza la sconfitta del Perugia con due errori marchiani, lasciando perciò leciti dubbi sul suo reale valore. Difficile tuttavia trovare altri aspetti oltre ad una gara negativa, ossia i soliti concetti triti e ritriti della mancanza di attaccamento, del giocare contro qualcuno o amenità del genere. Il gruppo è solido ed affiatato al netto della gara negativa di ieri.

Responsabilità dei giocatori: 10%

Le colpe dell’allenatore: qui è d’uopo una doverosa premessa. Caserta ha molti alibi e soprattutto ha dimostrato di saper gestire il gruppo, con la sua umiltà e la sua dedizione al lavoro. Si dice che la cosiddetta “gestione” incida per oltre il 50% nel lavoro di un allenatore. Condivido in pieno questa frase, la dimostrazione è al contrario: basta girare gli occhi e guardare quello che è successo l’anno scorso: la presunzione di Oddo e l’anacronismo di Serse non hanno pagato nella gestione del gruppo e i risultati sono stati disastrosi. Tuttavia anche Caserta ha commesso qualche errore, che è comunque bene sottolineare. Innanzitutto il mancato impiego di Falzerano che nelle ultime gare a partire da Bolzano era tornato su buoni livelli e si era riproposto positivamente anche nell’ultima gara con il Virtus Verona. Se Falzerano sta bene deve giocare perché è l’unico centrocampista dotato di qualità e deve giocare mezzala, non impiegato sull’esterno, dove potrebbe arrivarci con una corsa in diagonale molto più funzionale allo sviluppo della manovra. I rumors dicono che potrebbe essere ceduto a gennaio: Falzerano deve rimanere, la qualità non si cede, nonostante non abbia fisicità e non abbia confidenza con il gol.

Altro errore di Caserta è stata la lettura della gara di ieri. Alla fine del primo tempo, sotto di due reti, mi aspettavo i primi cambi che invece sono avvenuti dopo un quarto d’ora. Inoltre non ho capito (l’ho pensato subito) il passaggio all’ 1-4-4-2, con Elia e Favalli esterni bassi e Falzerano e Minesso esterni di centrocampo. Questa soluzione oltre a snaturare almeno tre componenti su quattro, presuppone che si comandi il gioco e che venga sviluppato con le sovrapposizioni sugli esterni. Venti minuti buttati, ove invece si poteva giocare subito 1-3-4-1-2 con Minesso sulla trequarti ed Elia più alto. Ultima considerazione sul mister: nel dopo gara ha detto che chi verrà a Perugia dovrà avere coraggio. Sul coraggio mi sono ampiamente espresso su questa rubrica, cominci ad averlo anche Caserta.

Responsabilità dell’allenatore: 20%

Le colpe della società: sgomberando il campo da qualsiasi nebbia che possa aleggiare sul tecnico e sui giocatori, le colpe della situazione attuale sono in gran parte da addebitare sulla società. Questo per essere chiaro e lapalissiano. Si eviti dunque, come ha abituato questa società, ad attribuire ad altri colpe proprie. La più grande è quasi inaccettabile: come è possibile che una squadra che debba vincere il campionato e giochi con due attaccanti abbia a disposizione solo 3 punte? Fortuna ha voluto che Melchiorri sia stato sempre bene, altrimenti il distacco dalla prima sarebbe stato abissale. Anche senza vedere gli allenamenti le caratteristiche di Murano e Bianchimano sono chiare: Murano ha dei colpi importanti (basta pensare alle reti con Vis Pesaro e Virtus Verona), ma fatica a difendere palla con i difensori avversari e non è un velocista. Se non gli entra la giocata le sue prestazioni sono sempre insufficienti. Bianchimano è molto generoso, ma aldilà della doppietta con il Padova ha combinato poco. Inoltre serve un centrocampista fisico ma non solo fisico, direi forte anche tecnicamente e che abbia confidenza con il gol. Caserta sta cambiando la coppia delle mezze ali senza trovare il bandolo della matassa, sono tutti centrocampisti simili. Quindi almeno due giocatori subito, ad inizio gennaio, senza stare troppo a pensare agli equilibri dello spogliatoio. I giocatori forti li accettano tutti. Quindi il solito mercato a metà della società, deludente ancora una volta, che ha avuto solo il merito (chiamiamolo merito) di tenere “i vecchi” Angella, Melchiorri, Sgarbi. La coerenza della società? Assente.

Responsabilità della società 70%

Ultima sottolineatura: il Sud Tirol non è scappato in classifica anche grazie alla rete dell’ottimo Filippo Pittarello, anche questo evidenziato nell’ultimo articolo. Basta saper cercare che i giocatori bravi si trovano…

Fabio Orlandi