Lavagna tattica: tra calci piazzati e gestione del gruppo

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Lavagna tattica: tra calci piazzati e gestione del gruppo. Il lavoro di Caserta sulle palle inattive è fondamentale. Ma Falzerano va subito recuperato 

Lavagna tattica: tra calci piazzati e gestione del gruppo. Il lavoro di Caserta sulle palle inattive è fondamentale. Ma Falzerano va subito recuperato

 

Fondamentale vittoria dei grifoni al Braglia di Modena, al termine della solita gara di sostanza, di carattere, di umiltà e determinazione dei ragazzi di mister Caserta.

Ormai si è ben compreso come lo spirito sia quello giusto per la categoria. Si può discutere sull’atteggiamento, a mio avviso troppo attendista, ma Caserta sa che se non si prende gol, prima o poi la rete arriva.

Superlativa la prova di Monaco, un autentico baluardo, e di Sounas, in palese crescita fisica (è il centrocampista con maggiore corsa della squadra).

Una riflessione su Falzerano: l’impressione è che il ragazzo non abbia peli sulla lingua e tenda a dire sempre il suo pensiero, anche se sgradevole. Ha già pagato con Cosmi, ora con Caserta, per il suo atteggiamento evidentemente sbagliato.

Tuttavia, visto che ritengo il giocatore un lusso per la categoria e dotato di intelligenza, mi aspetto che il mister calabrese faccia quello che altri non hanno fatto in passato: recuperare immediatamente il ragazzo per dare subito il segnale alla squadra che solo uniti si vince.

Caserta, Comotto e Giannitti se ci siete… battete un colpo.

La gara di ieri è stata risolta da una magistrale giocata su calcio piazzato, evidentemente studiata in allenamento. Ormai le palle inattive sono allenate con cura ed occupano uno spazio rilevante dell’allenamento.

Sarri era chiamato mister 33 perché ai tempi del Sansovino aveva 33 schemi sui calci piazzati. Nell’ultimo mondiale in Russia, nel 2018, si è battuto il record delle reti su palle inattive: nella fase finale del mondiale, addirittura, il 45% delle realizzazioni sono state realizzate da calcio da fermo.

Fino a pochi anni fa, le marcature sui calci piazzati erano rigidamente “a uomo”: prima della gara si decidevano le “coppie” che erano sempre quelle.

Oggi le cose sono cambiate: alla marcatura ad uomo si è affiancata la marcatura a zona (specialmente nei calci d’angolo) e la marcatura mista (un po’ ad uomo e un po’ a zona).

Diciamo che tutte hanno i loro pregi e i loro difetti: nella marcatura ad uomo l’attaccante potrebbe soffrire la presenza dell’avversario, ma al contempo si potrebbero lasciare spazi vuoti pericolosi, mentre nella marcatura a zona gli spazi sono coperti, ma l’avversario che viene in corsa potrebbe avere un qualcosa in più rispetto ad un difensore fermo.

Il Perugia ha lavorato sugli schemi da calcio piazzato: nel primo schema ha posizionato tutti i suoi giocatori all’altezza della linea di porta che poi hanno effettuato un movimento ad uscire; nel secondo schema è arrivata la rete; nel terzo schema si è provata una giocata a tre non riuscita.

Mi soffermo sul corner decisivo: i grifoni si sono posizionati addirittura all’altezza del vertice dell’area opposto a quello da dove veniva battuto l’angolo. I difensori del Modena, marcando ad uomo, hanno seguito tutti gli attaccanti del Perugia, lasciando uno spazio che poi risulterà decisivo.

Poiché il timing è fondamentale e battere subito il corner non avrebbe consentito di arrivare dentro l’area di rigore, c’è stato il tocco indietro per permettere di attaccare l’area a tutta velocità.

Con il senno del poi si può dire che, se il Modena avesse difeso a zona, probabilmente il gol non l’avrebbe subito, ma non c’è controprova.

Invece c’è invece l’eccellente lavoro di mister Caserta che ha dimostrato come quello che si fa in settimana sia propedeutico rispetto a ciò poi si vede in partita.

La rete su calcio piazzato ne è il perfetto esempio.

Fabio Orlandi