Le partite storiche del Grifo: Milan-Perugia 2-1

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Le partite storiche del Grifo: Milan-Perugia 2-1. Quando i biancorossi furono a una zampata dalla finale di Coppa Italia
Foto: Crocchioni (Ansa)

Le partite storiche del Grifo: Milan-Perugia 2-1. Quando i biancorossi furono a una zampata dalla finale di Coppa Italia

 

Correva l’anno 2002-2003, l’undicesimo in assoluto in Serie A del Perugia, il quinto consecutivo, il sesto dell’era Gaucci in A che uguagliava il record del “Perugia dei Miracoli” del grande Presidente Franco D’Attoma, il terzo con Serse Cosmi in panchina.

L’anno precedente il Perugia aveva disputato il miglior campionato di Serie A sotto la Presidenza Gaucci, terminando ottavo a quota quarantasei e qualificandosi per il Trofeo Intertoto.

E proprio col Trofeo Intertoto si inaugurò la stagione 2002-2003, con la doppia sfida con i blasonati tedeschi dello Stoccarda.

Il Grifo perse tre a uno all’andata in Germania e nel ritorno sfiorò la “remuntada” battendo, ma solo per due a uno, la formazione guidata dal tecnico Felix Magath a Bolzano (si giocò lì, vicino alla sede del ritiro estivo, a causa della squalifica per un turno del “Curi”, comminata dopo il reiterato lancio di oggetti in campo durante la gara interna con i turchi del Trabzonspor di tre anni prima) e venne eliminato.

In campionato i grifoni si comportarono bene e, anche se alla fine non riuscirono a bissare posizione e punti dell’anno prima, chiusero, comunque, al decimo posto con 42 punti, qualificandosi ancora per il Trofeo Intertoto, poi trionfalmente vinto in estate, all’inizio della nuova stagione, grazie alla doppia vittoria nella finale contro i tedeschi del Wolfsburg, dopo aver eliminato i finlandesi dell’Alliansi e i quotati francesi del Nantes.

Ma in quell’annata 2002-2003 il Perugia fece molto bene in un’altra competizione, la Coppa Italia.

Entrato in scena di diritto negli ottavi di finale il Perugia eliminò in quel turno la Sampdoria, guidata da Walter Novellino, capolista della Serie B e che a fine stagione tornò in Serie A, pareggiando uno a uno a Marassi all’andata e vincendo due a zero al ritorno.

Nei quarti il Grifo si trovò di fronte niente meno che la Juventus campione d’Italia, ancora allenata da Marcello Lippi e che, a fine stagione, rivinse lo scudetto. E lì i grifoni fecero un doppio miracolo.

All’andata un Miccoli straordinario matò la Juve con una doppietta chirurgica, dopo che i bianconeri erano passati inizialmente in vantaggio con Zalayeta.

Al ritorno la squadra di Cosmi riuscì a resistere per tutta la gara ai tentativi di rimonta degli juventini, andando a colpire nel finale, prima ancora con Miccoli e poi con un rigore di Ze Maria.

E per la prima volta nella sua storia il Perugia guadagnò l’accesso alle semifinali di Coppa Italia, dove si trovò di fronte il Milan di Carlo Ancelotti che, di lì a due mesi, si sarebbe laureato Campione d’Europa battendo ai rigori la Juventus nella finale di Manchester.

La partita di andata, disputata al “Curi” fu abbastanza equilibrata e terminò zero a zero, con le due squadre che sfiorarono il vantaggio in un paio di occasioni a testa, con Tomasson il Milan, con Kalac che si superò entrambe le volte e con Vryzas il Perugia, girata a lato di un niente, con Abbiati battuto e con Fusani, che, ad inizio ripresa, solo davanti al portiere, spedì in Curva Nord la clamorosa palla-gol.

Diventò quindi decisiva per la qualificazione alla doppia finale la gara di ritorno di martedì 15 Aprile 2003 del “Meazza”, dove il Perugia, forte di due risultati su tre, eccettuo lo zero a zero che avrebbe, comunque rimandato la qualificazione ai supplementari ed eventualmente ai rigori, fu seguito, nonostante il giorno feriale e la diretta Rai, da ben 5.000 tifosi, tutti fiduciosi nel miracolo.

Mister Ancelotti, che all’andata non aveva schierato quattro pezzi da novanta come Nesta, Gattuso, Rui Costa e, soprattutto, Shevchenko, sostituiti, comunque, al “Curi” da gente come Kaladze, Pirlo, Rivaldo e Leonardo, sentì puzza di bruciato e per evitare una seconda amarezza contro il Perugia, dopo lo scudetto perso al “Curi” tre stagioni prima, li schierò tutti e quattro dall’inizio.

Mister Serse Cosmi, temendo la velocità di Tomasson, inserì, invece, come terzo di sinistra della linea difensiva, al posto di Milanese, un giocatore, Sulcis, quasi mai impiegato nella stagione, (alla fine della quale preferì lasciare il calcio e laurearsi in medicina).

Ma proprio Tomasson, alla fine di un vero e proprio flipper nell’area biancorossa, sbloccò il risultato ad una manciata di minuti dalla fine del primo tempo, dopo che un grande Kalac, con almeno tre interventi decisivi, due sullo scatenato attaccante danese e uno su un colpo di testa di Ambrosini, aveva tenuto imbattuta, fino a quel momento, la porta biancorossa, nonostante tutte e tre i difensori biancorossi, Di Loreto, Viali e Sulcis, fossero già stati ammoniti dopo soli diciassette minuti di gioco.

In apertura di ripresa un colpo di testa di Nesta, al primo gol con la maglia rossonera, sembrò aver chiuso ogni discorso ma a metà ripresa Cosmi cercò di cambiare l’inerzia della gara passando al 4-3-3, con l’inserimento di Berrettoni al posto dell’opaco Sulcis, con Grosso retrocesso sulla linea dei difensori.

E a sette minuti dal termine l’airone Caracciolo, subentrato a Vryzas, con una bella girata vincente, riaprì la gara.

Sul due a uno il Milan accusò il colpo e il Perugia prese coraggio e i grifoni sfiorarono il clamoroso pari-qualificazione per ben tre volte.

La prima con un tiro di Berrettoni, respinto a pugni chiusi da Abbiati, la seconda con una missile su punizione di Miccoli andato a scheggiare la traversa ma, soprattutto, nella terza.

Era il quinto minuto di recupero quando un cross radente dalla destra di Berrettoni, servito da una semi-rovesciata di Viali, con ben cinque grifoni, Tedesco, Kalac Di Loreto, Obodo e Miccoli, praticamente soli, davanti ad Abbiati, fu toccato male da Tedesco, in estirada, anticipando proprio Kalac, venuto a dar man forte ai compagni nell’assalto finale, il meglio piazzato a due metri dalla porta spalancata.

La deviazione di Tedesco terminò a lato tagliando fuori tutti i suoi compagni.

Se il centrocampista palermitano avesse lascito la palla a Kalac, il Perugia avrebbe sicuramente pareggiato e disputato la doppia finale di Coppa Italia contro la Roma, vinta dai rossoneri con il quattro a uno dell’“Olimpico” e il due a due nel ritorno.

L’amaro in bocca per la mancata qualificazione, sfumata per un nonnulla, non cancellò la grande prova d’orgoglio del Perugia, battuto per un soffio dal grande Milan che, il mese successivo vinse meritatamente Coppa Italia e Champions League e, se pur terminata con la sconfitta, quella partita entrò a pieno merito nella storia del Perugia.

L’appuntamento con l’Europa fu solo rimandato di poco per il Perugia che, quattro mesi dopo, si qualificò per la Coppa Uefa, vincendo trionfalmente l’Intertoto.

MILAN-PERUGIA 2-1 (1-0)

MILAN (4-4-2): Abbiati; Helveg, Nesta, Laursen, Costacurta; Gattuso, Ambrosini, Rui Costa (39′ st Ba), Brocchi (45′ st Dalla Bona); Shevchenko (23′ st Inzaghi), Tomasson. All.: Carlo Ancelotti

PERUGIA (3-5-2): Kalac; Di Loreto, Viali, Sulcis (22′ st Berrettoni); Zé Maria, Tedesco, Blasi, Fusani (20′ pt Obodo), Grosso; Miccoli, Vryzas (6′ st Caracciolo). All.: Serse Cosmi

Arbitro: Pasquale Rodomonti di Teramo

Reti: 41′ Tomasson (Mi), 7′ st Nesta (Mi), 38′ st Caracciolo

NOTE: Ammoniti: 11′ Viali (Pg), 12′ Sulcis (Pg), 17′ Di Loreto (Pg), 26′ st Obodo (Pg), 27′ st Gattuso (Mi), 48′ st Inzaghi (Mi), 50′ st Kalac (Pg). Spettatori: 20.000, dei quali 5.000 perugini

Danilo Tedeschini