Mal di “Curi”: una costante nella gestione Santopadre

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Mal di “Curi”: una costante nella gestione Santopadre. Il Perugia, dal ritorno in B in poi, va k.o. in casa con la media di 4/5 volte a stagione. E quest’anno siamo già a quota 3

 

Con la pesante sconfitta per mano dello Spezia, il Perugia ha collezionato la terza sconfitta casalinga di questa stagione sportiva. E siamo solo a inizio febbraio…

Lo stadio di casa, il “Renato Curi”, si conferma una sorta di tallone d’Achille dal ritorno in B, nel 2014, in poi.

La cosa fa male in primis al presidente Santopadre che, come già ricordato dal collega Danilo Tedeschini nel suo editoriale, ha riportato mister Cosmi al capezzale della squadra anche con l’intento di far tornare il campo di casa un “fortino”.

La sconcertante prestazione offerta con lo Spezia, con i liguri che allo stesso tempo hanno mostrato una delle loro performance migliori, conferma che il problema è tutto fuorché sradicato.

Andiamo quindi ad analizzare il dato della gare perse al “Curi” stagione dopo stagione tra regular season e fase play-off.

STAGIONE 2014/2015

Perugia – Frosinone 0-1
Perugia – Pescara 1-2 (preliminare play-off)

STAGIONE 2015/2016

Perugia – Novara 1-4
Perugia – Pescara 0-4
Perugia – Vicenza 0-1
Perugia – Trapani 0-2
Perugia – Ascoli 0-2
Perugia – Pro Vercelli 1-2

STAGIONE 2016/2017

Perugia – Bari 0-1
Perugia – Carpi 0-2

STAGIONE 2017/2018

Perugia – Pro Vercelli 1-5
Perugia – Cesena 0-3
Perugia – Bari 1-3
Perugia – Empoli 2-4
Perugia – Cittadella 1-3
Perugia – Ternana 2-3

STAGIONE 2018/2019

Perugia – Carpi 0-1
Perugia – Brescia 0-2
Perugia – Palermo 1-2
Perugia – Cosenza 0-1
Perugia – H. Verona 1-2
Perugia – Benevento 2-4
Perugia – Lecce 1-2

STAGIONE 2019/2020

Perugia – Cittadella 0-2
Perugia – Venezia 0-1
Perugia – Spezia 0-3

TOTALE = 26 gare perse

MEDIA GARE CASALINGHE PERSE PER STAGIONE = 4,3

Chiaramente il dato è parziale essendo la stagione 2019/2020 ancora in corso. L’auspicio chiaramente è che a giugno non ci sia bisogno di aggiornare ulteriormente questo triste dato.

Nicolò Brillo