Masucci regala al Perugia il fischietto della speranza

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Grifo vergognoso a Venezia (come al solito), ma l'attaccante del Pisa gli evita la retrocessione diretta. Col Benevento imprescindibili i tre punti (che potrebbero non bastare). I biancorossi riusciranno ad ottenerli? 

Grifo vergognoso a Venezia (come al solito), ma l’attaccante del Pisa gli evita la retrocessione diretta. Col Benevento imprescindibili i tre punti (che potrebbero non bastare). I biancorossi riusciranno ad ottenerli?

 

Ricordate la scena del film “Titanic” nella quale Rose, ormai praticamente congelata e più di là che di qua, strappa il fischietto dalla bocca di un naufrago per poter riuscire ad attirare l’attenzione della scialuppa tornata indietro ad accertarsi se ci fosse ancora qualche superstite in attesa dell’arrivo della nave Carpathia che li porterà in salvo?

E’ praticamente il film drammatico vissuto nel pomeriggio di ieri dal Perugia, battuto a Venezia tre a due, vergognoso per un’ora, fino a quando il Venezia, come suo solito, ha allentato la presa concedendo due reti, rivelatesi inutili, ai grifoni.

A differenza di Rose, però, il Perugia, ormai allo stremo in mezzo ai gorghi gelidi in cui si dibatteva e che per venticinque minuti della ripresa lo hanno trascinato matematicamente in Serie C, non ha avuto la forza di strappare il fischietto, regalatogli invece da un attempato angelo comparso all’improvviso, di nome Gaetano Masucci, trentanove anni ad Ottobre, attaccante di scorta del Pisa, che, a dodici minuti dalla fine, con il suo gol del pari a Brescia, metteva in bocca al Perugia il fischietto della speranza.

Se il Perugia avrà la forza di usarlo e di arrivare a farsi sentire dalla scialuppa dei soccorsi lo sapremo venerdì sera quando l’unica possibilità di salvezza, attraverso il playout con lo svantaggio, ovvero il quartultimo posto, passerà da un successo casalingo contro il Benevento, retrocesso matematicamente ieri nonostante la vittoria casalinga contro il Modena e la concomitante sconfitta del Brescia al “Barbera” contro un Palermo che deve solo vincere per potere accedere ad uno dei due posti nel preliminare con lo svantaggio.

Sulla carta non sarebbe un’impresa “titanica” ma, attenzione, perché la motivazione salvezza è da sempre più forte di quella di un preliminare da raggiungere, quasi sempre inutile (il Perugia ne sa qualcosa) per l’ottava o la settima che devono poi andare solo a vincere in casa della quinta o della sesta per arrivare ai playoff veri, lo abbiamo visto ieri col Cosenza, andato a cogliere il punto che le evita la retrocessione diretta, sfiorando più volte anche la vittoria, in casa del lanciato Ascoli che, con una vittoria sarebbe adesso dentro la griglia.

E poi c’è la gara del Perugia che, sulla carta, lo ripetiamo, col Benevento retrocesso, sembrerebbe facile da vincere se non fosse che i sanniti, già prima del successo di ieri, vedono il terzultimo posto come un possibile appiglio per essere ripescati in caso di mancata iscrizione, oltre che della Samp, anche di un’altra squadra, la Reggina?

Ecco allora che non verranno al “Curi a recitare il ruolo di comparsa, perchè con un successo sarebbero matematicamente terzultimi scavalcando il Perugia e mantenendo dietro la Spal, già matematicamente retrocessa, per i peggiori scontri diretti.

E attualmente questo vergognoso Perugia, capace di racimolare solo sette punti nelle ultime dodici gare, vincendone solo una, pareggiandone quattro e perdendone addirittura sette, di perdere in totale diciannove partite su trentasette, sedici su trentaquattro con Castori, che nelle tre partite saltate all’andata, al ritorno ne ha perse due facendo solo un punto, sarà in grado di battere il Benevento se sarà partita vera?

Il tecnico di San Severino Marche anche a Venezia, mandando in campo una formazione sbagliata, completamente in balia dell’avversario per un’ora, solo parzialmente corretta nella ripresa, umiliando ancora una volta il portiere titolare Gori, lasciato in panchina nonostante l’infortunio del  secondo Furlan, preferendogli tra i pali addirittura il terzo, l’esordiente Abibi, ha dimostrato come i suoi ben undici esoneri tra i professionisti fossero ampiamente meritati.

Il discreto finale di gara del “Penzo” non deve illudere troppo perché il tallone d’Achille attuale della bella squadra veneziana, sapientemente diretta in panchina dal tecnico Vanoli, lui sì che sta facendo  la differenza in campionato, sta proprio nel calo nel finale, nel quale prende sempre gol, come successo a Cosenza sette giorni prima, ma anche nella vittoriose gare di Terni e del “Penzo” contro  Palermo e Como, queste ultime vinte entrambe, come ieri tre a due, subendo, appunto, sempre gol, a risultato ormai in cassaforte.

A Venezia non pervenuti, non è una novità, Capezzi e Bartolomei a centrocampo e Di Carmine in attacco, ma anche la difesa ha fatto acqua, con il migliore, Struna uscito dopo solo tre minuti per un problema muscolare e sostituito dal “desaparecido” Angella.

Senza infamia e senza lode il debutto di Abibi, che non ha colpe sui primi due gol mentre è andato un po’ troppo morbido sul terzo. In più Casasola, il capocannoniere con nove gol grazie al sesto rigore su sei trasformato a Venezia, ha perso la testa nel finale rimediando un rosso diretto pesantissimo per uno spintone ad un componente della panchina del Venezia.

Rosso pesantissimo perché costerà due giornate di squalifica all’esterno destro, con il Perugia costretto a giocare senza i due uomini migliori, anche Struna potrebbe non farcela, l’ultima, fondamentale gara col Benevento e l’eventuale playout di andata. Rientrerà Olivieri dalla squalifica, ma anche lui di gol ne ha fatto pochini e col Benevento i gol serviranno come il pane, augurandoci sempre che il Palermo riesca a battere il Brescia.

E allora, più che alla “Dea Eupalla”, che si è ormai stancata di sovrintendere le controversie calcistiche di questa squadra, colpevolmente costruita malissimo da una società, che, comunque vada a finire, a fine campionato DEVE CAMBIARE PROPRIETA’ e diretta da un allenatore troppo permaloso, che ha commesso errori gravissimi durante il suo percorso alla guida del Perugia, non rimane che affidarci alla “Dea Bendata” che, ieri a Brescia, sotto le sembianze dell’angelo Masucci, ci ha voluto regalare, tutt’altro che meritatamente, un’altra piccola “chance”.

Danilo Tedeschini