Messaggio d’orgoglio e d’amore dalla Curva Nord

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Il settore ospiti del

Messaggio d’orgoglio e d’amore dalla Curva Nord. Ennesima dimostrazione di compattezza ed attaccamento del tifoso biancorosso

 

Questa ripresa del campionato ha messo tantissima carne al fuoco su cui riflettere: la Curva, il modulo, il gioco, la vittoria, lo spogliatoio, ecc.

Ma andiamo per ordine.

Innanzitutto – per il piacere di chi mi accusa di “dare i numeri” – il numero di questa settimana è 28 e non più 31.

Tanti, infatti sono al netto della vittoria con l’Entella, i punti che ci separano dalla salvezza.

Anche se, continuando a vedere la qualità complessiva di questa serie B, potrebbe anche aver ragione chi pone la salvezza tranquilla a 50 punti e non ai 55 a cui la pongo io, tacciandomi di esagerazione.

Ma intanto arriviamo a 55 e poi discutiamo pure se erano sufficienti 50…

Giustamente ogni volta che l’A.C. Perugia ottiene un buon risultato, non può essere sempre per demerito dell’avversario, ma l’Entella visto sabato scorso è ben poca cosa: non è stato mai veramente pericoloso.

Ma non è il caso di fare tanto gli schizzinosi: 3 punti alla ripresa ci vanno benissimo!

Al netto della vittoria e della boccata d’ossigeno, però, la partita non è stata bella.

Per quasi tutto il primo tempo la squadra è stata contratta, quasi timorosa.

Era evidente che alcuni automatismi non funzionavano, come qualcuno – su tutti Terrani – “non gli dava”.

Anche se a sua parziale discolpa ha giocato in un ruolo non suo, scelta ampiamente motivata da Breda nel dopo partita.

Il primo tiro nello specchio della porta è stato di testa del “solito” Di Carmine (una delle poche certezze di questa stagione) solo al 36mo.

Per nostra fortuna quell’azione ha probabilmente sbloccato psicologicamente la squadra, le ha fatto capire che ce la poteva fare e vi sono state un altro paio di azioni pericolose prima dello stop.

Nel secondo tempo l’esordiente 18nne Kouan e Cerri hanno chiuso la pratica, con uno score complessivo di 7 gol rifilati all’Entella in questo torneo.

La “favola” di Kouan, concretizzatasi con la buona prestazione ed il gol di sabato, ha il poetico sapore dei un calcio che non c’è più.

Sicuramente “una rondine non fa primavera” e prima di battezzare il giovane come promessa, egli dovrà farci vedere in altre occasioni e con avversari di ben altro spessore di che pasta è fatto.

Ma per oggi godiamoci la sua genuina felicità, la sua corsa per abbracciare Breda che ha creduto in lui.

La sincera gioia dei compagni per il “ragazzino” che sta diventando uomo in campo.

In ogni caso queste cose fanno bene al movimento.

Vorrei, inoltre, soffermarmi un attimo su Breda.

Personalmente non mi piace, né sotto il profilo tecnico-tattico, né sotto il profilo dell’approccio.

Non ho capito il 3-5-2 schierato sabato, anche perché mi pareva più un 3-5-1-1, dato che Cerri ha quasi sempre giocato dietro Di Carmine, penalizzando la punta sempre sola in mezzo alla difesa avversaria.

Sono curioso di vedere come schiererà la squadra, quando rientrerà Han e chi dovrà fargli posto.

Avrei preferito, poi, un tecnico con un approccio caratteriale più d’impatto.

Ma non si può negare che egli abbia ottime qualità.

Che sia un personaggio disponibile, che parla chiaro e che non si sottrae alle domande, anche scomode (finalmente).

Che stia dimostrando grande professionalità, soprattutto per essere entrato in una situazione difficilissima, sapendo oltretutto di non essere amato dalla piazza.

Che – forse aiutato dal “soli contro il mondo” – sia riuscito a ricompattare lo spogliatoio ed avere l’affetto e la solidarietà dei calciatori che in occasione di entrambi il gol, sono corsi a festeggiare con lui.

E forse in questa situazione uno spogliatoio compatto, può essere molto più importante del modulo e dell’approccio.

Vedremo: il campo ci darà un giudizio definitivo sull’esperienza di Breda a Perugia e noi tifosi – alla fine – amiamo sempre chi porta i risultati.

Ad una settimana dal termine del mercato invernale, però, ad oggi ancora nulla si muove.

Soprattutto la questione Leali è in stallo.

Ufficialmente ci è stato detto che lo Zulte Waregem non lo lascia libero, finché non trova un sostituto, anche se – essendo Leali attualmente il terzo portiere dei belgi – appare inverosimile che la squadra non possa privarsi del giocatore, prima di averlo sostituito.

Noi vogliamo credere alle motivazioni ufficiali, anche se c’è lo strisciante sospetto che la reale motivazione sia legata più al “vil denaro” che a motivazioni tecniche dello Zulte Waregem.

Ma ormai siamo abituati che quando si tratta di denaro, le bocche in società rimangono cucite.

Vedremo.

Certo: si spera che la questione si sblocchi presto, perché se andasse storto qualcosa e Leali non arrivasse a Perugia, ci troveremmo a dover scegliere tra due portieri a cui la Società ha dimostrato di non credere…

Sicuramente l’acquisto di Leali poteva essere gestito meglio e, soprattutto, con maggior discrezione, proprio per non danneggiare psicologicamente chi ora difende la nostra porta.

Concludo come sempre con un plauso alla nostra magnifica Curva che non smette mai di stupirci.

Sabato gli Ultrà si sono presentati compatti, come non succedeva da tempo immemorabile.

Tutti stretti e mischiati tra loro e con un unico striscione – tra l’altro bellissimo – che recitava “Ostinatamente A.C. Perugia”.

Di fatto un ritorno al passato, quando non v’era distinzione tra i Gruppi.

E – finalmente – nostra magnifica curva si è sentita, imponendo i propri cori.

Personalmente ritengo che sabato sia stato un giorno storico, che dovrà essere ricordato negli anni.

La dimostrazione – semmai ce ne fosse stato bisogno – che i Gruppi sono uniti.

Che non vi sono divisioni.

Che l’unico scopo dei “freghi” è il Perugia, senza “se” e “ma” e senza dietrologie.

Che quei ragazzi, come c’erano a Montevarchi ed a Todi, ci sono in serie B e ci saranno sempre.

Che anche nei momenti peggiori di questo campionato, mai è venuto a mancare l’appoggio al nostro Grifo.

Che siamo “ostinati” nel nostro tifo per il Perugia.

Ciò deve riempire d’orgoglio tutti i perugini.

Ma – soprattutto – deve far capire a chi va in campo che non si gioca solo per lo stipendio o per la soddisfazione personale, ma si gioca per l’onore di un’intera città.

I giocatori prendano esempio dalla Nord: ci vuole cuore, mettendo da parte i personalismi.

Anche per questo sempre forza Grifo!

Avv. Gian Luca Laurenzi