Occorre sangue freddo e senso di responsabilità

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Occorre sangue freddo e senso di responsabilità. L'attacco del patron del Carpi verso la terna arbitrale non fa bene al pallone. E stavolta Nesta non è stato proprio
foto: Tuttosport.com

Occorre sangue freddo e senso di responsabilità. L’attacco del patron del Carpi verso la terna arbitrale non fa bene al pallone. E stavolta Nesta non è stato proprio “maggico”

 

Probabilmente sarò un illuso, ma ritengo che nel Calcio vi debba essere sangue freddo ed un gran senso di responsabilità di tutti, ma soprattutto dei dirigenti.

Di coloro che rappresentano e parlano a nome delle Società.

Sì perché è inutile parlare di fair play, di tifo positivo.

T-shirt, bambini per mano all’ingresso in campo, messaggi promozionali, ecc.

Sono inutili le iniziative come i “Grifo School Days” per insegnare ai bambini, non solo la storia, ma anche come si sta sugli spalti e come si deve tifare.

Tutto inutile, se poi il patron e a.d. del Carpi, Bonacini, davanti ai giornalisti attacca a testa bassa – anche in maniera abbastanza scomposta – la terna arbitrale per alcuni torti subiti.

Infiammando vieppiù i propri tifosi e correndo il rischio di rendere la prossima sfida tra Perugia a Carpi, una di quelle definite dalla DIGOS “a rischio”.

L’esempio positivo deve provenire da tutti i protagonisti del Calcio, in primis dai massimi dirigenti.

Ma sgombriamo il campo da ogni equivoco e partigianeria.

Un rigore contro il Grifo (l’atterramento di Mustacchio) poteva essere tranquillamente dato, mentre un altro no, dato che quel fallo è stato commesso fuori area.

Anche la posizione iniziale di Melchiorri, nell’azione del vantaggio biancorosso, poteva essere quantomeno dubbia.

Quindi?

É la prima volta che vediamo nel calcio errori arbitrali decisivi?

É la prima volta che assistiamo a prove arbitrali non all’altezza?

Non penso proprio…

Posso perfettamente capire, quindi, la delusione del Carpi che a causa della propria posizione in classifica e della striscia negativa delle ultime gare, aveva urgente necessità di fare punti.

La delusione di una squadra che – seppur giocando anch’essa male, o comunque non meglio del Grifo – aveva preso una traversa e sperava nella vittoria, avendo già in mano un punto.

Ma viene beffata al 92mo, rimanendo con un pugno di mosche in mano.

Quante volte, però, il Grifo ed altre squadre sono state penalizzate dalla direzione di gara?

Quante volte lo stesso Carpi in altre occasioni è stato avvantaggiato da errori arbitrali?

Sono sicuro che gli amanti delle statistiche e degli almanacchi potrebbero riempire pagine su pagine di episodi in merito.

Senza tediare troppo chi ci legge con sterili, quanto inutili elenchi, basta ricordare – su tutti – il gol ingiustamente annullatoci nel play off con il Benevento due anni fa.

Annullamento che – al pari dell’erroraccio di Gnahorè – probabilmente ci è costato la promozione.

Eppure nemmeno in quell’occasione – come in tante altre – Santopadre, Goretti, Pizzimenti, Pallotti e Bucchi (i biancorossi che hanno rapporti con la stampa) sono andati a tuonare contro gli arbitri.

Seppur molto arrabbiati e delusi, ce la siamo tenuta ed abbiamo guardato avanti.

Perché così si deve fare.

Venendo a noi ed alla nostra gara, mi conforta il fatto che Nesta abbia dichiarato espressamente nel post gara che il modulo 3-5-2 non gli piaccia, che può andar bene per mantenere il risultato, ma che non va bene dall’inizio e che non riproporrà.

Perché il Grifo sabato ha giocato veramente male.

Innanzitutto, perché disposto in campo con lo stesso modulo dell’inizio del torneo, quando sostenevamo che il Perugia non avesse “un verso”.

Facendoci paventare una pericolosa involuzione, proprio nel momento in cui – invece – bisogna cominciare a spingere sull’acceleratore.

In secondo luogo, oltre al modulo, è apparsa inspiegabile la formazione schierata dal “Maggico”.

Al di là degli schemi e della tattica, infatti, la “regola aurea” del Calcio – come quella di ogni sport, peraltro – è che quelli bravi, se disponibili, devono essere schierati.

Chi sa giocare a calcio, quindi, deve scendere sempre in campo.

Se, pertanto, in questo Grifo vi sono giocatori con un tasso tecnico nettamente superiore agli altri, non si riesce a capire, perché essi siano stati esclusi tutti contemporaneamente dalla formazione di sabato.

Se per Kingsley ci sono motivi di affaticamento, dato che lui e Dragomir stanno “tirando la carretta” da Settembre.

E se Melchiorri – causa ginocchio – non ha 90’ di autonomia, come non li ha ancora Rosi.

Non si può rinunciare contemporaneamente anche a Verre e Vido.

E ciò senza nulla togliere ai rincalzi che c’hanno messo impegno e grinta.

Ma chi ha i piedi buoni deve giocare!

Tant’è che sono stati proprio Verre e Melchiorri – subentrati nella ripresa – a confezionare il vantaggio biancorosso.

Non si può, inoltre, consegnare l’attacco all’evanescente Sadiq, affiancato da Han, il quale – ormai lo sappiamo tutti – senza un compagno di reparto che gli apre gli spazi fa fatica ad imporsi.

Capiamo tutti che – dopo il rigore voluto tirare e sbagliato col Palermo, con tutte le relative polemiche – mettere in panchina o in tribuna Sadiq, avrebbe significato “perderlo” definitivamente.

Ma da quello che abbiamo visto fino ad oggi il nigeriano ha poca dimestichezza con la palla ed ancor meno con il gol…il che – per un attaccante – appare conclusivo.

E questo Grifo – che continua a prendere gol (30 ad oggi) – fino ad ora si è tenuto in competizione, perché spesso è riuscito a farne uno in più.

Con questo assetto e con questa difesa, quindi, non possiamo permetterci di depotenziare il reparto avanzato.

Ora arriva al Curi il Cosenza che appare in generale non irresistibile, ma che – via, via in questo campionato – ha dato del filo da torcere un po’ a tutti.

Speriamo di rivedere il “nostro” 4-3-1-2, anche se vi sarà l’assenza pesante di Verre, fermato dal Giudice sportivo per un turno, oltre a quella di Dragomir.

E che il 3-5-2 rimanga in soffitta, ripreso sporadicamente – come ha ammesso Nesta – solo in quelle gare in cui ci sarà da fare barricata per mantenere il vantaggio.

Avv. Gian Luca Laurenzi