Oddo come Marco Aurelio: da qui il successo di Crotone

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Oddo come Marco Aurelio: da qui il successo di Crotone. L’imperatore romano diceva “mai comportarsi come l’avversario”, e il tecnico del Grifo ha utilizzato una tattica diametralmente opposta rispetto al collega Stroppa. Ma Vicario ha fatto la differenza

 

Marco Aurelio, uno degli imperatori romani culturalmente più illuminati, soleva ripetere che il miglior modo per difendersi dal nemico è quello di non comportarsi come lui.

E Massimo Oddo, condottiero di questo Perugia, dopo aver schierato le sue truppe nell’identica posizione del collega Stroppa, ha però attuato una tattica completamente diversa, decidendo di subire gli attacchi del forte avversario per colpirlo di rimessa.

E’ questa la chiave di lettura della fondamentale vittoria del Perugia a Crotone, un Perugia schierato da Oddo a specchio, con un quasi inedito tre-cinque-due elastico che, un po’ per scelta e un po’ per l’indubbia forza dell’avversario, si trasformava spesso in un cinque-tre-due difensivo ma pronto, una volta riconquistata palla, ad imbastire micidiali ripartenze.

Un modulo che ha visto alcuni interpreti diversi che hanno dato nuova linfa alla squadra, in particolare Nicolussi a centrocampo, un giocatore, tatticamente duttile, roccioso ma allo stesso tempo bravo tecnicamente, che non ha fatto assolutamente rimpiangere l’assenza di Kouan, dando una grossa mano in interdizione e proponendosi spesso in ripartenza, suo il prezioso assist per il gol di Iemmello.

L’indisposizione dell’ultimo momento di Falcinelli e l’infortunio di Buonaiuto hanno poi spalancato le porte a Melchiorri e l’esperto attaccante ha risposto presente, inventandosi il “golazo” del raddoppio eludendo, sul filo del fuorigioco, l’altissima difesa del Crotone e uccellando Cordaz, improvidamente uscito fino ai quaranta metri dalla propria porta.

Ma il protagonista in assoluto di questo successo del Perugia operaio di Crotone è stato senza dubbio Guglielmo Vicario, issatosi ad autentico baluardo della propria porta con quattro interventi straordinari che hanno stroncato le velleità del Crotone che, bisogna obiettivamente riconoscerlo, ha dominato il Perugia sul piano offensivo, concludendo ben venti volte verso la porta perugina, in sei di queste centrandola, contro le sole otto, cinque nello specchio, dei grifoni.

Il Perugia è stato, però, cinico e bravo nel concretizzare in gol ben tre dei suoi cinque tiri in porta, mancando clamorosamente, con il subentrato Dragomir, la quarta segnatura.

E a proposito di subentrati, Falzerano, tenuto inizialmente in panchina da Oddo per far posto ad un Balic apparso in leggera ripresa, è stato decisivo con le sue ficcanti incursioni sulla fascia che hanno ispirato sia la terza segnatura di Di Chiara, facilitata da una fortuita deviazione di Golemic, sia l’assist per Dragomir del possibile quattro a uno, malamente fallito dal rumeno.

Un Perugia che personalmente non ci è eccessivamente piaciuto sul piano del gioco, ma è indubbio riconoscere a Oddo che l’unico modo per portare via un preziosissimo successo da Crotone era solo quello di giocare con difesa e ripartenze.

Oddo, che conosce a menadito gran parte dei giocatori rossoblu per averli allenati, anche se con poco successso, per nove partite della scorsa stagione, sapeva benisssimo quali fossero i punti deboli degli squali e anche in quale modo offensivo, spettacolare, ma a volte anche eccessivo, Stroppa fa giocare le sue formazioni e ha infatti sfruttato benissimo i punti deboli degli avversari vincendo la partita e lanciando il Grifo in Paradiso.

Il Perugia, infatti, se l’Empoli non vincerà a Benevento nel posticipo di stasera, si troverà al termine dell’undicesima giornata al secondo posto della classifica, anche se il Cittadella dovesse superare il Frosinone, alla luce della migliore differenza reti di più quattro rispetto alla formazione di mister Venturato, Cittadella che sabato verrà a far visita al Perugia al “Curi”.

Una gara da prendere con le molle da parte del grifoni, una partita nella quale sarà il Perugia, a differenza dello “Scida”, a dover fare la partita e possibilmente a trovare finalmente quella fluidità di gioco che in queste undici gare, a dispetto dell’ottima classifica, si è intravista solo a tratti.

I campionati si vincono anche giocando alcune parite come si è giocato a Crotone, ma per vincere le guerre e non solo battaglie importanti in trincea come quella dello “Scida”, ovvero per centrare l’obiettivo finale, occorre dare continuità e fluidità al gioco. Se Oddo ci riuscirà nessun traguardo sarà precluso.

Danilo Tedeschini