Pari con la capolista? Bene, ma non benissimo…

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Le vittorie di Venezia e Cosenza proiettano il Grifo al quartultimo posto. Fondamentale non fallire il

Le vittorie di Venezia e Cosenza proiettano il Grifo al quartultimo posto. Fondamentale non fallire il “jolly” con la Reggina

 

Con un’altra classifica il meritato pareggio per uno a uno conquistato al “Curi” contro la capolista Frosinone, al termine di una discreta prestazione del Perugia, sarebbe stato accolto positivamente ed invece, a causa delle concomitanti vittorie delle due avversarie dirette dei grifoni, quella del Venezia sul Como e, soprattutto, quella meno prevista del Cosenza sul Pisa, il punto conquistato ha una valenza minore perché il Perugia è di nuovo quartultimo, anche se con una gara in meno, se ad uno o a due punti dalla sestultima dipenderà dal risultato di oggi del Cittadella a Modena.

E meno male che, una volta tanto, i “cugini” della Ternana ci hanno fatto un mezzo favore, pareggiando a cinque minuti dalla fine, al “Mazza”, l’iniziale vantaggio della Spal, con il solco di cinque punti sulla zona retrocessione diretta rimasto, al momento,  fortunatamente invariato, con la stessa Spal, cinque punti dietro insieme al Benevento, battuto a Bari e il Brescia, ultimo a sei lunghezze, seriamente candidate, a sette giornate dalla fine, alla retrocessione diretta in Serie C.

A questo punto per il Perugia diventa fondamentale la vittoria nel recupero del “Curi” di mercoledì sera contro la Reggina, che riporterebbe i grifoni un punto o due sopra la zona a rischio, dipenderà dal risultato odierno del Cittadella, offrendo ossigeno puro alla  pericolosa classifica della squadra di mister Castori che, al contrario, in caso di ulteriore pareggio, di sconfitta non vogliamo neanche parlarne, sarebbe quintultima insieme al Cosenza e al Cittadella se i veneti  dovessero perdere oggi.

Le ultime due giornate, se da una parte hanno scavato un tranquillizzante fossato con le squadre della zona retrocessione diretta, hanno, invece, sensibilmente alzato la quota salvezza diretta, che la matematica pone adesso a quarantaquattro punti ma, poiché nelle ultime giornate, in genere, la quota tende un pochino a lievitare, per sicurezza occorrerà arrivare a quarantacinque, quarantasei punti, con i grifoni chiamati, quindi, a raccogliere tre vittorie e tre pareggi nelle ultime otto gare.

La partita contro la capolista ha visto il solito Perugia “castoriano” che lascia l’iniziativa all’avversario provando a colpire quando capita l’occasione. Una squadra che non ha sfigurato di fronte alla squadra più forte del campionato, anche se, bisogna obiettivamente sottolinearlo, scesa inizialmente in campo, per scelta del tecnico Grosso, senza cinque titolari, gli attaccanti Caso e Mulattieri, reduci dall’Under 21 e il centrocampista Mazzitelli, tutti subentrati nella mezzora finale e si è visto bene, oltre ai difensori Oyono, anch’esso reduce dalla sua Under 21 e Ravanelli, rimasti in panchina.

Proprio l’innesto dei dei tre giocatori ciociari ha notevolmente alzato il tasso tecnico del Frosinone, in attacco e a centrocampo, permettendo loro di pareggiare una gara messasi in discesa per il Perugia dopo la “solita” rete di Casasola, la settima, convalidata dopo una lunga attesa dal Var, dopo che nella stessa azione Di Carmine si era divorato il vantaggio colpendo la traversa da  posizione comodissima.

Proprio l’attacco si conferma il punto debole di questa squadra con Di Carmine anche ieri con le polveri bagnate (tre gol sono un bottino troppo misero per una prima punta) e un Matos volenteroso ma mai pericoloso. Impalpabili gli ingressi di Di Serio ed Ekong negli ultimi venti minuti, soprattutto quello dell’acerbo ex Empoli, arrivato a Gennaio al posto di Strizzolo (errore  imperdonabile).

Buona la prova di Santoro a centrocampo con un Capezzi diligente ma limitatosi al compitino, mentre sulla fascia destra Casasola ha confermato di attraversare un momento felicissimo, risultando il migliore dei grifoni al di là del gol segnato. Luperini, come spesso gli capita, ha alternato tanta dinamicità a molta confusione. Sufficiente la prova di Lisi sull’altra fascia.

La difesa ha retto discretamente l’urto con le seconde linee dell’attacco frusinate, ma purtroppo, con l’ingresso di Mulattieri e Caso, una vera spina nel fianco dei difensori, è andata un po’ in affanno, facendosi trovare colpevolmente fuori posizione sul gol di Mulattieri, con Casasola, comunque il miglior grifone e Rosi costretti ad arrancare su Caso sul perfetto lancio da centrocampo di Insigne e con Angella e Struna, che non si sa dove fossero finiti, che lasciavano Mulattieri libero di colpire indisturbato a pochi metri da Gori.

Uno a uno giusto anche se rimane il rammarico per non aver portato a casa il risultato pieno dopo aver sbloccato il risultato, prerogativa del Perugia di Castori, smentita in precedenza solo a Pisa. Adesso il Perugia ha in mano il jolly, la gara di mercoledì sera con la Reggina. Assolutamente da non fallire. Non sarà un passeggiata contro i calabresi perché la statistica delle otto sconfitte nelle ultime nove gare della Reggina non deve creare false illusioni.

La squadra di Mister Inzaghi a Genova, contro la corazzata di mister Gilardino, ha disputato una buona gara e avrebbe meritato il pari, evitato solo da  una grande parata di Martinez allo scadere sul pallonetto di Canotto, per cui al “Curi” venderà cara la pelle, cercando di interrompere a tutti i costi la sua serie nera, anche perché, con una probabile penalizzazione di quattro punti in arrivo, non sarebbe ancora tranquillissima in ottica salvezza.

Ma tutto questo al Perugia non deve interessare perché mercoledì sera, al termine della gara, il Grifo dovrà essere assolutamente salire, con i tre punti, a quota trentasette!

Danilo Tedeschini