Per la Perugia sportiva “una giornata particolare”

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A pranzo la decima sconfitta dei ragazzi di Castori, a cena la gioia per la Sir campione del mondo. Anche il tecnico marchigiano sul banco degli imputati, ma ha ancora due “cartucce”

 

“Una giornata particolare” è uno dei capolavori del cinema italiano, diretto dal grande Ettore Scola e interpretato da due mostri sacri  del calibro di Sophia Loren e Marcello Mastroianni.

Ne prendiamo indegnamente a prestito il titolo, la trama parla di tutt’altro, per descrivere la giornata particolare di ieri, una domenica trascorsa agli antipodi delle emozioni, dai tanti appassionati sportivi di Perugia, caduti in depressione appena dopo pranzo per la decima sconfitta del Perugia, stavolta a Cagliari e sempre più ultimo per distacco in Serie B, ma ebbri di gioia, appena dopo cena, per il meraviglioso traguardo raggiunto della Sir Safety Susa Perugia, laureatasi Campione del Mondo per club di volley nella finale, tutta italiana, giocata e vinta in Brasile contro Trento.

Due squadre di Perugia, due presidenti, agli antipodi, con  il primo, Massimiliano Santopadre, che, a causa della sua fallimentare gestione sportiva, ha trasformato il glorioso Perugia calcio nella malridotta, ultima ruota del carro della Serie B, con il serissimo rischio, a questo punto, di una nuova, sanguinosa retrocessione in Serie C, a soli tre anni dall’altra, sempre sotto la sua presidenza, un record negativo che città e tifoseria non meritano assolutamente.

Il secondo è Gino Sirci, vulcanico, lungimirante presidente della Sir, che, dopo aver vinto con la squadra di pallavolo di Perugia quattro Supercoppe italiane, tre Coppe Italia e uno scudetto, manca solo la Champions League ma quest’anno potrebbe essere veramente la volta buona, ha portato ieri sera Perugia sul tetto del mondo, regalando una soddisfazione enorme ai tifosi di Perugia e dell’Umbria.

Traguardi prestigiosissimi, raggiunti partendo dalla Serie B, l’equivalente della Serie C del calcio, all’incirca nello stesso spazio temporale di una dozzina d’anni nel quale Santopadre, invece, non ha saputo andare oltre qualche preliminare e una semifinale playoff di B e una di C, con due promozioni dalla C alla B, intervallate dalla rovinosa retrocessione di tre anni fa in C, esperienza traumatica che, purtroppo, rischia seriamente di ripetersi in questa stagione.

Una stagione che vede il Perugia ultimo in classifica da ben dodici giornate consecutive, in quattordici, complessivamente, delle diciassette giornate giocate finora.

Mai negli oltre sessant’anni che seguiamo il Perugia era successa una cosa del genere, eccezion fatta per il campionato di Serie A 1980-81, nel quale, però, i grifoni partirono con una penalizzazione di cinque punti a causa della condanna per il primo processo riguardante il calcio-scommesse.

Ultimo posto che, dopo la sconfitta di Cagliari e i famosi “pareggini” di Cosenza e, soprattutto, in casa con la Spal, che parte della critica e lo stesso Castori, al contrario nostro che li avevano subito etichettati come mezzi passi falsi, avevano accolto come discreti risultati che allungavano la striscia positiva, vede precipitare il Perugia a ben sette lunghezze dalla salvezza diretta, in quanto il Cittadella, attualmente sestultimo col Venezia sei punti sopra ai grifoni, ha vinto a Perugia e i lagunari, in attesa dello scontro diretto di domenica, vantano una migliore differenza reti.

Sono saliti a cinque, invece, i punti di ritardo dal playout con lo svantaggio, visto che la Spal, quartultima grazie allo scontro diretto vinto col coinquilino Cosenza, quattro lunghezze sopra il Perugia, può vantare una differenza reti nettamente migliore a parità di scontri diretti (il famoso inutile “pareggino” di giovedì scorso) e c’è sempre da considerare il grosso rischio che con cinque punti tra quintultima e quartultima, per ora sono due, il playout non si giocherebbe, con la quartultima che retrocederebbe direttamente.

Una situazione che, oltre a Santopadre, primo responsabile, non può non chiamare sul banco degli imputati anche mister Castori e il suo gioco all’antica.

Non dimentichiamo, infatti, che Castori, nelle quattordici gare alla guida del Perugia, con i suoi tredici punti conquistati, media da retrocessione diretta, sarebbe penultimo nella speciale classifica di quelle quattordici giornate e solo grazie al Modena, che sarebbe ultimo con dodici punti, perché in quelle tre giornate dell’interregno di Baldini sulla panchina del Perugia, fece bottino pieno, conquistando nove dei ventuno punti attuali.

Anche ieri il tecnico ha commesso errori sia nello schieramento iniziale, con Bartolomei, uno dei  pochi a salvarsi con la Spal, l’unico del Perugia in grado di impensierire gli avversari con i tiri da fuori, lasciato inspiegabilmente in panchina, sia nelle sostituzioni, con il solito, inutile ingresso di uno spento Luperini in luogo del confusionario, ma vivace, Kouan e quella di Melchiorri per uno Strizzolo, che aveva segnato il primo gol e procurato il rigore del momentaneo pari.

D’altro canto se tra i professionisti, oltre ai quattro campionati vinti, a Lanciano, Cesena, Carpi e Salerno,  Castori, statistica poco sottolineata dalla critica, ha collezionato ben cinque retrocessioni, a Tolentino, Cesena, due volte a Carpi e a Trapani, anche se quella col Trapani venne causata dai due punti di penalizzazione, risultati alla fine determinanti e ben dodici esoneri, a Castel di Sangro, Cesena, due volte a Salerno nella stessa stagione, Piacenza, Ascoli, Varese, Reggio Calabria, a Carpi due volte, in A e in B, di nuovo a Salerno in A, con l’ultimo a Perugia, una ragione ci sarà e il balbettante (eufemismo) campionato del Grifo è lì a dimostrarlo.

Il tecnico, probabilmente, ha ancora due cartucce a disposizione prima del giro di boa, la gara interna col Venezia, assolutamente da vincere e quella di Benevento, assolutamente da non perdere.

Girare a diciannove, l’obiettivo minimo per poi sperare in un grande girone di ritorno, sarebbe possibile solo con due vittorie, al momento impensabili. Con quattro punti si girerebbe, comunque, a diciassette e con ventisei punti nel ritorno, ruolino di marcia quasi da playoff, la salvezza diretta potrebbe  essere ancora possibile.

Con meno di quattro punti in queste due gare ci vorrebbe poi solo un miracolo nel girone di ritorno per provare a centrare la salvezza e, a quel punto, sarebbe meglio che a tentare il miracolo fosse un altro tecnico, magari uno che col Perugia di Santopadre ha già vinto e fatto divertire.

Così, anche se poi dovessimo malauguratamente retrocedere, lo faremmo almeno giocando a calcio.

Danilo Tedeschini