Santopadre: “Non retrocederemo, amo il Perugia più di chi mi ha scaricato”

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Curva Nord contro Santopadre: c'è un nuovo pesante striscione. Il tifo organizzato:

Santopadre: “Non retrocederemo, amo il Perugia più di chi mi ha scaricato”. L’amministratore unico prenota il tatuatore: “Mi farò il Grifo anche sul petto e rimarrò qui”

 

Massimiliano Santopadre, a due giorni dal match col Pescara che decreterà la retrocessione o meno del Perugia, ha scelto di andare al contrattacco rispetto alle critiche ricevute.

E lo ha fatto in una conferenza sulla piattaforma digitale “zoom” in collegamento con i giornalisti.

Per la verità scegliendo di escludere ancora una volta chi vi scrive e tutti i giornalisti di Sportperugia.it senza un valido motivo, come sta facendo in maniera sistematica da quando non è più possibile una presenza fisica in sala stampa a causa delle norme anti-covid (non ci è più stato possibile colloquiare né con Cosmi né con Oddo nelle conferenze pre-gara via internet).

Ci limiteremo a riportare quanto scritto dai colleghi di altre testate che hanno assistito allo sfogo dell’amministratore unico del Grifo.

“Questa squadra non può retrocedere e non retrocederà – tuona Santopadre – Mi sembra giusto metterci la faccia ed è questo il messaggio che voglio mandare a tutto l’ambiente. Ci ho messo faccia, cuore e soldi e continuerò a farlo. Soltanto venerdì dopo la partita ci sarà tempo per i processi. La mia storia la conoscete, ancora una volta devo lottare per sopravvivere. Ma l’importante ora è non retrocedere. Non voglio sentire pessimismo, dobbiamo crederci. La cosa che mi ha fatto più male è sentirmi dire che non posso permettermi il Grifo tatuato sul braccio. Vi dico che lunedì lo andrò a tatuare anche sul petto e rimarrò qui perché sono dieci anni che dedico la vita a questo club che non morirà. Lo amo quanto e più di tutti quelli che mi hanno scaricato. E’ dal 14 marzo che sto lottando per salvare il club e i suoi dipendenti e in ogni caso non sarà la mia fine e nemmeno quella del Perugia. Venerdì sarà una guerra, basta con i funerali. Sarò con i miei ragazzi in panchina e li difenderò fino all’ultimo, anche se loro in primis sanno che hanno sbaglio tanto. Tutti abbiamo commesso degli errori, ma non voglio più sentire che abbiamo già perso. La contestazione dei tifosi? E’ salutare. I ragazzi dei gruppi venuti in ritiro hanno fatto un discorso da uomini. Ciò che fa male non è la contestazione in sé ma essere scaricato da chi dice che non sono degno di portare il grifo sul braccio. Ho fiducia nei ragazzi che sono forti. Possiamo farcela”.

Nicolò Brillo