Un Grifo già visto e che non ha più attenuanti

1119
La triade
 

Parlare di una palla che rotola dopo quanto successo nella “Ville Lumiere” venerdì sera non è facile, anche perché, oltretutto, mentre vedevamo la partita del Perugia ad Ascoli è giunta la notizia che, purtroppo, anche l’Italia ha avuto una sua vittima a Parigi, Valeria. Però il dovere ce lo impone e nel dovere c’è anche quello di assistere a spettacoli indecorosi come quello offerto dalla squadra di Bisoli al “Del Duca”. Purtroppo non è stato il primo, anzi, raramente le prestazioni del Grifo di quest’anno hanno entusiasmato, ma era difficile immaginare di riuscire praticamente a non essere mai veramente pericolosi (se si eccettua il colpo di testa di Volta prima del fischio finale, bloccato da Lanni) contro una squadra terzultima in classifica, reduce da cinque sconfitte consecutive, con un allenatore, Mangia, subentrato da solo dieci giorni sulla panchina bianconera, per di più costretto a giocare con la sua squadra in inferiorità numerica per quasi tutta la ripresa, fin quando Comotto, il capitano, ha pensato bene di farsi buttare fuori da Baracani che lo aveva graziato in precedenza scambiandolo per Rizzo. Di non vincere in superiorità numerica, d’altronde, il Perugia “bisoliano” ne era stato capace già col Crotone e col Cesena, con i romagnoli addirittura in undici contro nove, ma stavolta si è riusciti addirittura a prendere gol e a perdere. D’altro canto i difetti del Perugia di Bisoli, almeno noi, li abbiamo sempre messi in luce e la gara di Ascoli li ha fotografati benissimo. Mangia ben conoscendoli, come ormai tutti gli allenatori della cadetteria, ha lasciato il bandolo del gioco ad un Perugia compassato e macchinoso che quando arriva sulla trequarti avversaria brancola nel buio per la quasi totale assenza di schemi e di movimenti offensivi validi. Male che va, per gli avversari, finisce zero a zero e se poi anche la difesa meno battuta si fa trovare impreparata nelle ripartenze e trova attaccanti di razza come Cacia, gli avversari riescono anche a vincere, pur senza aver fatto molto (l’Ascoli ha comunque preso due legni). E meno male che il Lanciano domenica scorsa non aveva questo tipo di attaccanti, altrimenti avremmo perso anche con loro. Già il Lanciano, squadra penultima in classifica, come il Como è ultima e come la Ternana è terzultima, guarda caso le uniche tre formazioni che la “corazzata” di Santopadre, guidata dal suo comandante scelto Bisoli, è riuscita a battere, anche con molta fortuna. Dei quindici punti conquistati ben nove, quasi i due terzi, sono stati presi con le cenerentole della Serie B, fermo restando che con l’altra cenerentola al terzultimo posto, l’Ascoli, abbiamo rimediato una sconfitta vergognosa. Quelli che dopo la fortunosa vittoria contro il Lanciano avevano cominciato a parlare di play-off farebbero bene a ricredersi alla svelta visto che il Perugia è ripiombato al sestultimo posto, con una sola lunghezza sulla zona play-out. Una posizione ormai consueta visto che il Perugia, ad eccezione delle prime tre gare, ha sempre viaggiato in quel pericoloso intervallo della parte destra della graduatoria che va dal diciannovesimo al tredicesimo posto. Di fronte a questi risultati, con la gara col Brescia di sabato saremo esattamente ad un terzo di campionato, sarebbe auspicabile un deciso intervento della società. Ma si avrà il coraggio di rinnegare quanto di sbagliato è stato fatto da Giugno ad oggi, magari richiamando il vecchio nocchiero, tuttora sotto contratto, che tanto bene aveva fatto nell’ultimo triennio, per di più facendo anche divertire il pubblico e, soprattutto, creargli all’interno della società le condizioni necessarie per favorirne l’eventuale ritorno?

Danilo Tedeschini