Un Perugia molto gradevole sotto una “pioggia purificatrice”

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Sì, ancora lei, la pioggia purificatrice manzoniana, protagonista al “Curi” di una domenica importante per il Perugia, come quella di tre lustri or sono, in occasione del famosissimo Perugia-Juventus, uno a zero, che fece perdere lo scudetto ai bianconeri all’ultima giornata. E come in quel giorno era presente “rain man” Pierpaolo Bisoli, allora in campo,  giocatore di quel Perugia che con quel clamoroso successo salvò una stagione invero opaca, non tanto sul piano dei punti, ma certamente su quello spettacolare, oggi allenatore del Grifo che, grazie al largo successo ottenuto contro il Brescia, salva la sua panchina, parecchio scricchiolante nonostante le rassicuranti dichiarazioni rilasciate dal presidente in settimana. Che il Brescia fosse la squadra più adatta per un pronto riscatto del Grifo dopo l’assurda “debacle” di Ascoli lo si poteva facilmente immaginare, visto che il suo tecnico Boscaglia, sia col Trapani dello scorso anno che con le rondinelle in questa stagione,  ha sempre avuto nella fase difensiva il suo tallone d’Achille e il campo inzuppato dalla “pioggia purificatrice” lo ha confermato alla grande, con il Brescia seppellito di reti dalla squadra di Bisoli. Tecnico che finalmente ha adottato un modulo più offensivo, il 4-3-3 puro, soprattutto alzando il baricentro della squadra di una quindicina di metri almeno, innestando in cabina di regia un Taddei rinfrancato e ordinato, allargando molto gli esterni d’attacco, Fabinho e Parigini, quest’ultimo autore di una maiuscola prestazione, impreziosita dal diamante del secondo gol, inserendo come terzino sinistro uno Spinazzola finalmente autoritario, capace di salire spesso in buone sovrapposizioni sulla fascia sinistra e lasciando in panchina quel Lanzafame che, nonostante l’impegno, a nostro parere frena eccessivamente la manovra del Perugia tenendo spesso palla qualche secondo di troppo e che in campo dimostrare sempre un evidente nervosismo che non aiuta la squadra (anche ieri, subentrato a dieci dalla fine, si è fatto ammonire, settimo giallo, quando il Perugia era padrone assoluto del campo e in doppia superiorità numerica). Insomma un Perugia molto gradevole che ha finalmente divertito il non folto pubblico presente al “Curi”. Adesso si tratta di insistere su questa strada e, per verificare che non sia trattato di una giornata particolare, favorita dalla burrosa difesa del Brescia,smentendo il detto  che una “rondinella” non fa primavera, occorre subito la controprova ad Avellino, contro un avversario blasonato e ostico, anche se come noi sta facendo un campionato al di sotto delle aspettative della vigilia. Dopo il rotondo successo col Brescia, uscire almeno con un punto dal “Partenio-Lombardi” e ottenerne almeno quattro nel successivo doppio turno casalingo in soli quattro giorni contro Modena e Novara, sarebbe fondamentale per potersi lasciare definitivamente alle spalle il soffertissimo primo terzo dei campionato del Perugia.

Danilo Tedeschini