Le due sostituzioni conservative hanno permesso al Monza di salire in cattedra nel finale e pareggiare. Da Alvini serve un salto di qualità
Avevamo aperto l’ultimo editoriale del 2021 parlando del deposito dei rimpianti e delle occasioni perse ma siamo, purtroppo, costretti ad iniziare il primo editoriale del nuovo anno affermando che, di questo passo, per il Perugia, un normale deposito non sarà sicuramente sufficiente a contenere i rimpianti dopo l’inopinato due a due colto dai grifoni all’U-Power Stadium contro il Monza.
A scanso di equivoci diciamo subito che il pari è giusto, ma subirlo in quella maniera, al sesto minuto di recupero, lascia veramente l’amaro in bocca, soprattutto perchè i grifoni erano stati bravi nella prima mezzora della ripresa, a rimontare lo svantaggio, assolutamente immeritato, subito nel finale della prima frazione su calcio di rigore, trasformato da Valoti.
Una partita iniziata così così, col Grifo come sempre impegnato più a distruggere il gioco del Monza che a costruire, proseguita con la crescita sul piano della manovra di Segre e compagni, senza riuscire mai, però, ad impegnare seriamente il portiere brianzolo Di Gregorio. E nel momento migliore, come succede spesso nel calcio, arrivava l’episodio del rigore che mandava immeritatamente sotto il Grifo all’intervallo.
Nella ripresa mister Alvini decideva finalmente di affiancare il volenteroso ma troppo solo in attacco De Luca, facendo entrare Matos al posto dell’impalpabile Santoro e la gara cambiava. Arrivava il pari su rigore con De Luca per un fallo su Matos e una magia del brasiliano consentiva poco dopo a Kouan di ribaltare la partita, con il Grifo che, scrollatosi finalmente di dosso le consuete ansie da controllo degli avversari, sembrava farla da padrone.
Ma qui, invece di insistere, contro un Monza in ginocchio, Alvini prima sostituiva il propositivo Burrai con il distruttore Vanbaleghem e poi toglieva De Luca, autentico faro offensivo, capace di tenere palla e far salire la squadra, sostituendolo con un difensore, Rosi.
Le due sostituzioni sbagliate, da matita blu, soprattutto quella Rosi-De Luca, rianimavano il Monza che trovava praterie a disposizione in mezzo al campo visto che il solo Matos, non un gigante, là davanti, non poteva svolgere il prezioso lavoro di De Luca, con il Perugia che rinculava paurosamente nella sua tre-quarti subendo le offensive disperate dei brianzoli.
Risultato? Quattro clamorose occasioni da gol per il Monza, con Chichizola che ci metteva una pezza tre volte, un’altra era fallita da Mota Carvalho ma, alla quinta, un errore di Vanbaleghem prima e di Sgarbi poi innescava il pari di Ciurria al sesto minuto di recupero.
Una beffa meritata perchè cercata e d’altro canto mister Alvini, dieci pareggi in diciannove partite, un vero mister X, ci aveva già provato col Vicenza a togliere De Luca per Burrai ma fortunatamente l’imprecisione degli avanti della squadra ultima in classifica quella volta ci aveva salvato dal pari.
Dove sarebbe il Perugia se il tecnico di Fucecchio avesse avuto più coraggio e magari quei dieci pareggi sarebbero stati quattro vittorie, due pareggi e quattro sconfitte?
Facile rispondere, il Perugia sarebbe in piena zona playoff, a quota trentadue, in sesta posizione al posto del Monza. Ma chi non risica non rosica e allora il Perugia, nonostante il buon punto, scivola al decimo posto con i suoi ventotto punti, con la zona playoff che, probabilmente, col recupero di Cittadella-Crotone potrebbe allontanarsi a due o tre punti.
Qualcuno obietterà: “Ma come, parla di playoff quando ci dobbiamo salvare?”.
Detto che al Perugia che lotta per salvarsi non ci abbiamo mai creduto, perchè riteniamo dall’inizio il Perugia di quest’anno da decimo posto, guarda caso proprio dov’è ora, in un campionato senza padroni davanti come quello di quest’anno e dove per salvarsi potrebbero essere sufficienti quaranta punti, con un po’ più di coraggio, entrare quantomeno al preliminare, non sarebbe un’impresa.
Cosa occorre? Che Alvini si scrolli di dosso la paura e faccia giocare la squadra a briglia sciolta cercando di mantenere sempre la barra dritta verso la vittoria, anche rischiando qualcosa.
Che la società rinforzi la rosa con un paio di elementi ad hoc a centrocampo e in avanti ed eviti errori clamorosi come la mancata conferma di uno come Monaco, (ah se ci fosse stato ieri) l’incredibile cessione di Melchiorri in cambio di Murgia o l’ingiustificato ostracismo a Sounas, mai utilizzato prima di essere ceduto, a nostro parere e non solo molto più forte, più meritevole e più utile alla causa di Vanbaleghem, che ogni volta che viene impiegato commette ingenuità o dello stesso Santoro, ancora troppo acerbo per la cadetteria.
Ma tant’è, Santopadre lo conosciamo bene e non ci aspettiamo granché dalla società, mentre da mister Alvini ci aspettiamo quel salto di qualità da allenatore bravino di categorie inferiori ad allenatore meritevole (e ne ha tutte le capacità) di una squadra blasonata di Serie B come il Perugia mettendo quel briciolo di coraggio in più che serve per compiere a volte imprese ritenute impensabili.
Danilo Tedeschini