Comunicati, voci sul passaggio del club, il “teatrino” di Ferrero… Il 20 giugno la ‘deadline’ per l’iscrizione alla C, poi avanti ancora con Santopadre?
E’ passato un mese dall’amara, ma per nulla inaspettata, retrocessione in Serie C. Per la verità, nel momento in cui scriviamo, sono passati esattamente 33 giorni da quel Perugia-Benevento di fine campionato che ha ufficialmente segnato il ritorno in terza serie del Perugia dopo appena due anni. Facciamo un breve riassunto di tutto ciò che nel frattempo è successo e proviamo a ipotizzare lo scenario per l’immediato futuro.
I COMUNICATI DEL CLUB – Il Perugia Calcio dopo due giorni di silenzio dalla retrocessione, è uscito sui propri canali ufficiali con un lungo comunicato non firmato da alcun componente della società:
“Chiediamo scusa!
Il verdetto finale è che siamo retrocessi in Lega Pro e che complessivamente in questa stagione non siamo stati all’altezza di questa categoria, anche per aver allestito un gruppo in base ad un budget che comprendeva il pagamento degli oneri contributivi e la maxi rata fissata a dicembre relativa ai contributi pre covid (altri non lo hanno fatto e sono stati più furbi di noi in barba a tutti gli organi competenti di controllo che dovrebbero garantire un’equità sportiva fondamentale per competere alla pari).
Siamo profondamente dispiaciuti e avviliti, stavamo per raddrizzare una stagione disgraziata ma non siamo riusciti alla fine a raggiungere il traguardo.
Ci dispiace soprattutto per i nostri tifosi, che ci hanno creduto e ci hanno sempre sostenuto, non facendoci mai mancare l’apporto in ogni stadio dimostrando di essere una tifoseria civile e da Serie A.
Ora è il tempo delle riflessioni e di programmare la prossima stagione sportiva. Qualora ci fossero ulteriori novità saremo felici di comunicarle all’amministrazione comunale e ai nostri tifosi.
Forza Perugia sempre!”
“Chiediamo scusa ma…” e arriva la giustificazione con tanto di stoccata ad un non meglio precisato avversario che viene poi direttamente accusato dal presidente Santopadre durante l’assemblea di Lega B del 24 Maggio.
Il massimo dirigente del Grifo si scaglia infatti contro la Reggina, rea di aver beneficiato dell’accesso alla normativa sulle crisi di impresa, quando le altre società hanno invece dovuto pagare la “maxi rata”.
La risposta della Reggina è arrivata in maniera pubblica attraverso questa nota:
“In relazione ad alcuni articoli di stampa e sul web pubblicati oggi, la Reggina comprende la delusione di qualche dirigente di squadre avversarie per il mancato raggiungimento dei risultati attesi. Taluni sfoghi, durante l’ultima assemblea di Lega B, sono stati decisamente sopra le righe, ma la trasparenza del nostro operato, sviluppato secondo il rigoroso rispetto delle regole previste dall’Ordinamento giudiziario per le imprese in crisi e con tempestiva comunicazione alle istituzioni sportive delle nostre azioni intraprese, non lascia margine a equivoci in ordine alla nostra lealtà sportiva. Riteniamo che siano stati sfoghi incontrollati e populisti, dettati da un’evidente delusione sportiva, esclusivamente pretestuosi e giustificativi dei loro insuccessi. Queste manifestazioni di “clamore” sarebbero probabilmente tese a spostare l’attenzione delle proprie comunità e tifoserie dal perché questi Club non si siano costituiti in giudizio sportivo per far valere le loro pretese ai sensi degli articoli 81 e 104 Cgs-Figc”.
Santopadre contro-risponde con un altro comunicato:
“Si legge oggi che il Perugia si lamenta della Reggina perché è retrocesso e perché non sa accettare il risultato del campo – afferma il massimo dirigente attraverso il sito ufficiale della società – I fatti parlano da soli e lasciamo a chi legge di farsi l’idea che vuole. La Reggina ha partecipato al campionato di Serie B appena terminato perché (pur avendo debiti milionari anche per tasse e contributi) essa si è appellata ad una legge dello Stato che consente di proporre ai creditori un importantissimo taglio di quanto loro dovuto: qui parliamo addirittura di un taglio del 95%. Giustamente, allora, la Reggina dice: che cosa volete? Stiamo applicando una legge dello Stato. Ed anzi: meglio prendere il 5% che nulla. Come dicevamo, ognuno si faccia l’idea che vuole. Noi abbiamo parlato di violazione -e clamorosa- delle regole dell’ordinamento sportivo e non delle leggi dello Stato. L’ordinamento sportivo impone a chi vi appartiene (e tutte le squadre di B) di attenersi sempre ai principi di lealtà, correttezza e probità. Chi non lo fa è sanzionato. Domanda: si attiene ai doveri di lealtà, correttezza e probità chi non paga tasse e contributi e lo fa anche nella stagione appena terminata? Un’altra piccola riflessione. Lo Stato italiano (quello che ha varato la legge che ha applicato la Reggina) non impone a nessuno di avere rapporti con le imprese (come la Reggina) che dichiarano di essere in crisi. L’ordinamento sportivo, al contrario, obbliga le squadre di un campionato a competere tra loro (anche se c’è un’impresa in crisi). Si verifica quindi, nell’ordinamento sportivo, che io che pago puntualmente tutto (e mi attengo ai principi di lealtà, probità e correttezza) sono chiaramente svantaggiato nei confronti di una squadra che, anziché pagare tasse e contributi, con quei soldi ha comprato e contrattualizzato giocatori e allenatore con stipendi molto onerosi. Anche qui lasciamo al lettore di farsi l’idea che crede. I fatti parlano da soli”. Il Presidente Massimiliano Santopadre
Ad oggi la Reggina sembra avere tutte le carte in regola per iscriversi al prossimo campionato di Serie B.
L’amministratore unico Santopadre è tornato poi a parlare il 31 maggio. L’interlocutore? L’intera piazza perugina che chiede a gran voce un passaggio di mano della società.
“Prendo atto di quanto in questi 11 giorni mi è stato detto e comunicato in tutti i modi e da svariate direzioni. Non ultimo questa mattina l’ennesimo comunicato proveniente dagli ultras Perugia che mi intimano di andare via e che addirittura tutti mi devono “far terra bruciata intorno” come se fossi l’ultimo dei delinquenti; vorrei ricordare a tal proposito che sono retrocesso e non sono una persona che ha fatto fallire il club. Nello sport purtroppo si vince e si perde.
Come sempre mi assumo la totale responsabilità di quanto accade sul campo ma come è giusto che sia devo anche ricordare che in altre annate ho vinto campionati e raggiunto spesso playoff per la Serie A. Questo non lo dico per crearmi un alibi ma perché è scritto nella storia dei miei 12 campionati. Vorrei aggiungere che nemmeno a chi ha fatto disastri economici o ha fatto fallire il club sono state rivolte parole tanto dure come quelle usate nei miei confronti non solo dai tifosi ma anche e soprattutto da chi, quando vincevo, mi chiedeva il posto vicino in tribuna per farsi fotografare.
Detto ciò comunico che il club è in vendita ma non da oggi bensì dal lontano 2017, nessuna offerta concreta è stata mai ricevuta, solo chiacchiere fatte soprattutto da intermediari che al telefono mi proponevano cifre a cui non sono mai seguite mail o comunicazioni ufficiali.
Consapevole che ormai mi devo fare da parte per il bene di tutti ora vi chiedo cosa dovrei fare nel frattempo: bisogna iscrivere la società e ci sono 2 milioni di euro da versare per pagare stipendi e contributi del periodo marzo/aprile/maggio di tesserati e dipendenti. Devo fare un aumento di capitale per apportare le risorse economiche necessarie all’adempimento. Il tempo delle chiacchiere è finito, ormai il 20 giugno è prossimo.
Nell’attesa e nella speranza che il club venga attenzionato da qualcuno vi prego di rispettare lo “stracciarolo” che in ogni caso con la vendita dei propri stracci ha mantenuto per 12 anni la società in categorie importanti e consone al bacino di utenza della città investendo con risorse proprie più di 5 milioni di euro su strutture di proprietà comunale per dare lustro e importanza al club, cosa che nessuno mai aveva fatto prima.
Sono stato e sono un uomo di sport, ho vinto e ho perso.. so accettare le sconfitte, forse altri no!
Ricordo quanto è stato fatto sotto la mia gestione:
12 campionati;
3 campionati vinti arrivando al primo posto (non tramite play off);
1 play off di Lega Pro arrivando secondo in campionato;
2 Supercoppe di Lega Pro;
8 Campionati di Serie B con 5 play off per la serie A;
1 decimo posto;
1 retrocessione ai play out ai calci di rigore dopo aver ottenuto 45 punti in campionato;
1 retrocessione con 39 punti da terzultimo;
6 giocatori convocati nelle nazionali maggiori di cui 3 italiani (Politano, Mancini, Spinazzola) a cui vanno aggiunti decine di giocatori che oggi militano in Serie A;
Con queste mie parole non vorrei inasprire ancor di più gli animi ma quantomeno sperare che qualcuno rifletta un po’ di più”.
Riassumendo, Santopadre, di fronte ad una contestazione della maggioranza dei tifosi, non china il capo e rilancia affermando che il Perugia è in vendita dal 2017 (e nessuno si sarebbe affacciato in maniera seria?) e ricordando il proprio palmares da numero 1 del Grifo.
L’ultima comparsa pubblica di Santopadre? Per ricevere il premio (ebbene sì) “Europa, Sport, Cultura, Sociale e Impresa Etica” presso la Sala Esperienza Europa “David Sassoli” in Roma.
In tale occasione ha affermato:
“Quando si retrocede il maggior responsabile è il presidente, evidentemente si sono sbagliate le scelte. Prima si parlava di positività: ecco noi non siamo mai riusciti a ritrovarla perché abbiamo sempre rincorso e alla fine i ragazzi sono “scoppiati”. Sul futuro vediamo che succede.. il mio cuore dice di continuare, l’imprenditore meno..il calcio negli ultimi anni è cambiato molto”.
LA VOCE DEI TIFOSI – Anche i tifosi del tifo organizzato sono tornati a farsi sentire dopo il 14 Maggio. La “Brigata Ultrà”, il 24 maggio, ha lasciato appeso uno striscione sui cancelli del “Curi” che recita: “Non hai capito… il tuo tempo a Perugia è finito”. Il tutto corredato da un comunicato diffuso nei social:
“NON HAI CAPITO. IL TUO TEMPO A PERUGIA È FINITO!”
LA RETROCESSIONE IN SERIE C È SOLO L’ULTIMO DEI TASSELLI DI UNA DISASTROSA E INFAMANTE GESTIONE DELLA NOSTRA GLORIOSA MAGLIA, PORTATA AVANTI DA UN PERSONAGGIO AFFARISTA, CHE NON HA NESSUN SENSO DELL’ONORE E DI RISPETTO PER LA NOSTRA CITTÀ, PER I SUOI ULTRAS E TIFOSI.
DA ORA IN POI METTEREMO IN ATTO TUTTE LE AZIONI POSSIBILI, FINO A QUANDO NON LASCERÀ L’AC. PERUGIA.
OLTRE OGNI CATEGORIA, SOLO PER NOI E PER LA NOSTRA MAGLIA!
SANTOPADRE VATTENE!”
Il resto dei gruppi del tifo organizzato della Nord, con la firma “Ultras Perugia”, sono andati anche oltre, auspicando lo smantellamento della rete di rapporti commerciali e affiliazioni.
“ULTRAS PERUGIA
Come da anni a questa parte, il 9 GIUGNO, siamo soliti ricordare la nascita dell’A.C. PERUGIA.
Il corteo di quest’anno ha un valore diverso. Dopo una stagione tormentata, conclusasi con un finale disastroso, siamo ancora più motivati a far valere il nostro orgoglio, il senso di appartenenza e di attaccamento che ci pervade. Una dimostrazione ancora, se mai ce ne fosse bisogno, che questa Curva non retrocede, che questa piazza merita di più. Non sarà di certo una proprietà, verso cui da tempo palesiamo tutto il nostro sdegno, a toglierci neanche un briciolo di entusiasmo.
NOI ci saremo sempre, a sostegno del GRIFO. Quello che vogliamo è che questo presidente se ne vada al più presto, smettendo di trascinare sempre più in basso questa società, portandosi appresso la schiera di mercenari di cui si circonda. Dai prossimi giorni rivolgeremo la contestazione non più soltanto alla sua figura ma anche ai suoi personali introiti, con l’obbiettivo di smantellare tutta la rete di affiliazioni e business sui cui si reggono grossa parte dei profitti, fatti avvalendosi del nome dell’A.C. Perugia.
Altri responsabili indiretti sono tutti coloro che tramite sponsorizzazioni finanziano il presidente; devono capire che questo soggetto va isolato, deve rimanere soltanto terra bruciata intorno. In ultimo le istituzioni che non si sono mai esposte, nonostante le nostre pressioni già da tempo esercitate, lasciando operare indisturbato il presidente fino al punto a cui siamo arrivati. Anche per loro è giunta l’ora di prendere posizione, di
scegliere se stare dalla parte dei Perugini o di un usurpatore romano disprezzato ormai dall’intera tifoseria, dimostrandolo con atti concreti e non con vuote parole equivoche di circostanza. Che sia chiaro e che siano chiari una volta per tutte; o dalla nostra parte o contro, non accettiamo compromessi!
NOI e solo NOI siamo l’A.C. PERUGIA! Il 9 Giugno saremo per le vie della nostra città a ricordare una storia ultracentenaria, a tener alto il nostro blasone sventolando al cielo i nostri colori biancorossi… ma anche a ribadire che il presidente Santopadre ha finito il suo tempo in questa città. In certi momenti storici l’orgoglio di una tifoseria passa anche da certe serate, l’occasione per celebrare una storia gloriosa ed allo stesso tempo l’opportunità di levare la nostra voce contro colui che continua ad infangarla. Come è sempre stato NOI saremo l’ago della bilancia. La nostra presenza e la nostra determinazione, per l’amore che abbiamo per il GRIFO, sono le armi migliori per combattere questa battaglia”.
Si è fatto sentire con un duro comunicato anche il Centro Coordinamento Perugia Clubs:
“Una gestione discutibile e la poca progettualità – si legge nella nota del Coordinamento – porta con sé la conseguenza che sono i tifosi a subire l’andamento negativo dei risultati calcistici della Società. Il tracollo sportivo dei nostri colori trova il suo massimo effetto all’ultimo minuto della partita della stagione, quando l’umiliazione del nostro stesso terzo goal non ha impedito comunque la retrocessione. Ma le cause sono ben lontane e trovano la loro origine nel modo di concepire non solo il calcio ma soprattutto i rapporti da parte di questa Società, riuscendo nella incredibile impresa di inimicarsi una città e provincia intera, prostrando l’Amministrazione, allontanando via via tutti quanti, mai in grado di assicurare un punto di riferimento nel campo e fuori, con silenzi nei momenti sbagliati e parole vane con proclami mai mantenuti, e soprattutto fiaccando, anche con la censura, il Centro di Coordinamento, che pure ha sempre avuto una linea moderata alla quale, inevitabilmente, pone fine. La chiave di volta della stagione sono le dimissioni di Giannitti che aveva intuito, evitandolo per rispetto di se stesso, quello che poi Castagnini si è prestato a fare, ovvero non tanto non comprare giocatori nel mercato di gennaio quanto voler far credere ai tifosi che fosse giusto così edulcorando la pillola con la storia dei giovani – che, perlomeno, non si sono mai visti – con una squadra in retrocessione. Ma siccome i tifosi non sono stupidi, sanno leggere, intuiscono che questa Società ha poche capacità economiche di investimento per garantire un futuro degno di questa Piazza, non ha potenzialità tali da rispettare chi crede in questi colori. E’ finito il tempo di fingere di coltivare gli interessi del Perugia, la maschera è caduta, il re è nudo, per cui è necessario che si garantisca una discontinuità in favore di chi abbia maggiore dignità e considerazione dell’azionista di maggioranza, il tifoso. Presidente, se, come dici, tieni al Perugia, fai per amore un passo di lato, rinunciando magari ad una trattativa ma lasciando finalmente un segno positivo”.
Cori di contestazione si sono poi alzati anche durante il corteo degli ultras per le vie del centro storico in occasione del 118esimo compleanno del Perugia lo scorso 9 giugno.
IL COMUNICATO DEL COMUNE – Le istituzione cittadine hanno preso posizione a pochi giorni dalla retrocessione invitando, per la prima volta, il massimo dirigente a “valutare al meglio il futuro della società e della squadra, tenendo in conto tutte le opzioni possibili”.
“L’Amministrazione comunale esprime profondo dispiacere e rammarico per la retrocessione in Lega Pro del Perugia Calcio, per il deludente risultato sportivo e per le modalità con cui si è arrivati all’esito della stagione sportiva. Un risultato decisamente distante dalla storia della Perugia calcistica, dalle aspettative della Perugia sportiva e della Città tutta, frutto di un percorso tortuoso, che ha visto la squadra occupare a lungo i bassi fondi della classifica. La Lega Pro non rappresenta la dimensione sportiva che la città e i tifosi auspicano per una società di grande tradizione. L’essere poi ricaduti in un risultato simile, a distanza di soli tre anni, costituisce un triste unicum nella storia biancorossa: occorre una seria e profonda riflessione sul piano della gestione sportiva. La retrocessione è una ferita anche per l’Amministrazione comunale, che in questi anni non ha mai lesinato attenzione e prontezza rispetto alle numerose necessità che la Società ha manifestato. In primis, com’è noto, la gestione dello stadio Renato Curi che ha portato ad interventi strutturali importanti, mai effettuati dalle amministrazioni precedenti anche laddove si era evidenziata la necessità. Auspichiamo pertanto che nei giorni a venire il Presidente possa valutare al meglio il futuro della società e della squadra, tenendo in conto tutte le opzioni possibili, mettendo al centro dell’interesse la necessità di un pronto riscatto sul piano sportivo, tale da garantire in breve tempo un ritorno nelle categorie che più competano al Perugia Calcio, in modo da evitare alla città, ai tanti tifosi e appassionati di rivivere nuovamente delusioni così forti”.
IPOTESI DI ILLECITO SPORTIVO – Oltretutto è piovuto pure sul bagnato: Giuseppe Chiné, procuratore della Federcalcio, ha aperto un procedimento per vederci più chiaro sulla modalità di realizzazione della rete del definitivo 3-2 nell’ultima gara di campionato tra Grifo e Benevento.
La sensazione è che la vicenda si concluderà senza ripercussioni negative per i biancorossi, ma le immagini di quel gol non sono state certo un bello ‘spot’…
SALUTANO DIRETTORE SPORTIVO E ALLENATORE – Il 5 giugno arriva la risoluzione contrattuale con il direttore sportivo Renzo Castagnini. La carica è tutt’ora vacante. Ancora in alto mare il nome del successore (Zebi? Lovisa? Giugliarelli? Rubino?).
Scontato poi che, il rapporto col tecnico Fabrizio Castori terminerà il 30 giugno e non andrà avanti. Qui regna totale incertezza sul nome del sostituto.
IL TEATRINO DEL “VIPERETTA” – E’ cronaca di questi giorni la surreale comparsata a Pian di Massiano dell’ex presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, con tanto di contestazione immediata di alcuni tifosi.
Per ora non si hanno conferme su una trattativa tra Santopadre e Ferrero per l’acquisto del Grifo.
IL FUTURO – Per ora non sembra esserci in vista un passaggio di consegne imminente al capezzale del club. Sicuramente Santopadre garantirà l’iscrizione alla prossima Serie C: il termine ultimo è quello del 20 giugno.
E poi? Sensazione nostra, corroborata da alcune indiscrezioni: il dirigente di Fiano Romano andrà avanti cercando di autofinanziarsi con la cessione di alcuni componenti della rosa (Sgarbi, Kouan e Di Serio su tutti).
Si cercherà poi di allestire una squadra di giovani di buone speranze? Il futuro è un’ipotesi, canta Enrico Ruggeri…
Nicolò Brillo












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