Il Perugia fa rivivere il Natale e la Pasqua

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Il Perugia fa rivivere il Natale e la Pasqua. Il Grifo fa regali clamorosi ad un Pescara che, morto e sepolto nella prima frazione, risorge. Ora servirà

Il Perugia fa rivivere il Natale e la Pasqua. Il Grifo fa regali clamorosi ad un Pescara che, morto e sepolto nella prima frazione, risorge. Ora servirà “la sera dei miracoli” che cantava Lucio Dalla

 

L’essenza del Natale e della Pasqua, le due feste italiane per antonomasia, fatte rivivere dal Perugia e dal Pescara in una serata di Agosto tutta da dimenticare.

Natale perchè è il momento in cui si fanno i regali e il Grifo, all’“Adriatico Cornacchia”, invece di farlo ai suoi tifosi lontani, un grosso regalo lo ha fatto agli avversari, favorendo la Pasqua di resurrezione del Pescara, morto e sepolto nei primi quarantacinque minuti, smettendo praticamente di giocare e assistendo inerme alla rimonta avversaria.

Un’involuzione assurda e scellerata quella dei grifoni, padroni del campo nel primo temo, anche se, come sempre, poco pericolosi in avanti, ma comunque passati meritatamente in vantaggio nell’ultimo terzo della prima frazione di gioco con Kouan, uno dei pochi a salvarsi, alla fine.

Il tutto contro un Pescara lento e timoroso che non riusciva ad imbastire azioni pericolose, subendo la superiorità a centrocampo dei grifoni, salvati dal Var nel finale di tempo nell’unica occasione, estemporanea, degli abruzzesi, su azione d’angolo, quando il “braccio” di Gyomber veniva, appunto, ritenuto, involontario da Pezzuto e Marini, addetti al Var, che confermavano la decisione presa in campo dal collega Marinelli.

Ma dopo qualche minuto dal rientro in campo dopo l’intervallo il Perugia cambiava colpevolmente atteggiamento, limitandosi a controllare le velleitarie e sempre lente manovre del Pescara.

Errore grave e fatale perchè in una delle rare accelerazioni, con Masciangelo sulla sinistra, arrivava il gol del pari abruzzese con Galano, lasciato colpevolmente libero dall’imbambolata difesa perugina, di girare comodamente in rete da due passi il preciso cross del terzino.

Il pari metteva le ali al moribondo Pescara che sfiorava il raddoppio in un paio di circostanze prima di raggiungerlo su rigore, causato da un netto fallo di mani di Falcinelli. E solo un paio di miracoli di “San Vicario” salvavano un Perugia attonito, incapace di reagire, dal tracollo, da quel tre a uno che avrebbe probabilmente spento qualsiasi speranza di rimonta nel ritorno di Perugia.

Oddo aveva mandato in campo un inedito 3-5-1-1, spostando Rosi come centrale di difesa a fianco di Gyomber e Sgarbi, inserendo Kouan a centrocampo in luogo di Nicolussi Caviglia e, soprattutto, rinunciando per tutta la gara, sostituzioni comprese, a Iemmello, varando la coppia d’attacco Falcinelli-Capone.

Se la scelta di Kouan ha pagato, altrettanto non si può dire di quella di tenere in panchina Iemmello per tutti i 103 minuti dell’incontro, visto che Falcinelli e, soprattutto Capone, sono stati impalpabili e che gli ingressi di Buonaiuto e Melchiorri, quest’ultimo l’unico, comunque, che ha cercato di inventare qualcosa in avanti, non hanno dato gli esiti sperati ma, con l’atteggiamento passivo della squadra nel secondo tempo, anche Iemmello avrebbe potuto combinare poco.

Anche ieri sera, insomma, nella prima delle due gare decisive, sono venuti a galla i difetti, tecnici e caratteriali di questa squadra, la scarsa penetrazione offensiva, la fragilità di centrocampo e difesa quando gli avversari alzano i ritmi di gioco e l’incapacità di mantenere la lucidità nei momenti di difficoltà.

Le solite lacune, di una rosa mal costruita in estate, addirittura indebolita in inverno e ormai anche ridotta all’osso dopo le strane partenze nel momento topico del campionato dei “rinforzi” (?) di gennaio Benzar, Greco e Rajkovic, da una società pienamente colpevole e caduta nel ridicolo nel precedente fine settimana con l’affannosa quanto vana ricerca di un tecnico che sostituisse il delegittimato Oddo, alla fine incredibilmente confermato dopo i tanti rifiuti.

E adesso, per evitare un’umiliante e devastante retrocessione in Serie C dopo un campionato vergognoso, rimane solo l’ultimissima possibilità, quella di ribaltare venerdì sera al “Curi” le sorti del doppio confronto con una vittoria con due reti di scarto o, comunque, con una vittoria, anche di misura, che allunghi la sfida ai supplementari ed eventualmente ai calci di rigore.

Un’impresa tutt’altro che alla portata di una squadra che prende gol costantemente e segna col contagocce.

Ma di fronte non ci sarà il Bayern o il Barcellona, ma una formazione, il Pescara, che anche se in vantaggio di una rete, presenta anch’essa difetti enormi ed appare battibilissima da una squadra normale.

Ma il Perugia non è assolutamente una squadra normale e allora ci vorrà un autentico miracolo per evitare un’amarissima retrocessione che società e giocatori meriterebbero in pieno, al contrario dei tifosi.

E allora, affidandoci allo stupendo pezzo di quel grande poeta e cantore che è stato il grande Lucio Dalla, ci auguriamo che quella di venerdì sera, vigilia di Ferragosto, possa veramente diventare “La sera dei miracoli”.

Danilo Tedeschini