La vittoria a Carrara non basta, arriva una meritata eliminazione. Il futuro? Nulla più che campionati anonimi in C. A meno che…
Il Grifo vince due a uno in pieno recupero a Carrara e salva l’onore ma non la stagione, rivelatasi ancora una volta fallimentare, come capitato, purtroppo, in tre delle ultime quattro stagioni, perché il Perugia, come prevedibile dopo lo zero a due dell’andata al “Curi”, non riesce nell’impresa titanica di ribaltare con un tre a zero la più che compromessa situazione ed esce, già agli ottavi, o per meglio dire, i quinti di finale, dopo appena due turni disputati.
I grifoni ci hanno provato, sono passati in vantaggio alla prima occasione con Lisi, dopo un inizio scoppiettante della Carrarese ma un errore in uscita di Kouan, neanche sei minuti dopo, ha dato il là al pari apuano con Panico. E su quell’errore di Kouan il sogno qualificazione è, purtroppo, tornato subito chimera per il Perugia che, nonostante ci abbia provato in due, tre occasioni nei restanti minuti, è riuscito a spezzare l’evidente equilibrio della gara soltanto all’ultimo secondo, con un bel colpo di testa di Sylla, quando la tifoseria carrarese stava già giustamente festeggiando il passaggio del turno.
Formisano, nei suoi consueti, infruttuosi cambi di formazione che hanno contraddistinto il suo percorso come tecnico dei grifoni in queste ventitré partite, ben otto delle quali, più di un terzo perse, ha mandato finalmente in campo una formazione che aveva un senso logico, con il rientrante Dell’Orco a sinistra nella difesa a tre, confermando Bartolomei play con a fianco Iannoni e Kouan, rispolverando Ricci a fianco di Matos a supporto della punta centrale Vazquez.
Non che il Perugia abbia dominato la gara, ma almeno è riuscita a tenerla sempre sul piano dell’equilibrio e, dopo l’inaspettato vantaggio di Ciccio Lisi (giocatore che doveva essere sempre schierato titolare), per qualche minuto, fino al sanguinoso erroraccio di Kouan, ha anche cullato la speranza di compiere l’impresa, anche se dopo il repentino uno a uno non ha mai dato la sensazione di poterla portare a termine con successo.
L’inutile gol di Sylla a tempo quasi scaduto, come accentato, salva in parte solo l’onore ma non la meritatissima eliminazione, arrivata dopo un campionato assolutamente deludente e un primo turno superato soffrendo contro la decima in classifica, Il Rimini, anche se Formisano, solo lui, l’aveva dipinta come una grande squadra, solo grazie al regolamento che concedeva ai grifoni, grazie al miglior piazzamento in classifica, la qualificazione anche con il pareggio. Eliminazione che, ancora una volta in malo modo, mette la parola fine ad una stagione FALLIMENTARE.
Era accaduto già quattro stagioni fa con la vergognosa retrocessione dopo il playout perso in casa ai rigori col Pescara, si era ripetuta con la seconda retrocessione, stavolta diretta, in soli tre anni del campionato scorso e, purtroppo, si è confermata quest’anno con l’obiettivo mancato dell’immediato ritorno in Serie B, o direttamente o attraverso il complicato percorso dei playoff, diventato molto più tortuoso dopo che con Formisano in panchina si è persa quasi subito la possibilità di agganciare il secondo posto, poi il terzo, molto più a portata di mano ed infine anche quello di piazzarsi come migliore quarta, con tutti i tangibili vantaggi, l’essere testa di serie in questo turno, che avrebbe portato.
E se il Gubbio non avesse inopinatamente perso per una papera del suo portiere contro il Rimini a tre minuti dalla fine, il Perugia avrebbe dovuto affrontare un turno molto più complicato, incontrando al posto dei romagnoli quella Juventus N.G. che avevamo giustamente definito la mina vagante dei playoff e che, dopo avere eliminato Arezzo e Pescara, quest’ultimo con un eloquente tre a uno in trasferta, ieri sera si è ripetuta andando, lei sì, a ribaltare il pronostico avverso dopo lo zero a uno dell’andata, andando a vincere, sempre per tre a uno a Caserta, qualificandosi meritatamente per i quarti.
E adesso quali saranno le prospettive per questo Perugia? Santopadre ha sfidato la piazza confermando il contestatissimo Formisano (eloquente lo striscione comparso in settimana fuori dal “Curi” contro il tecnico e il presidente) addirittura per altre tre stagioni, con il futuro societario tutt’altro che roseo visto lo stallo atavico nelle trattative di auspicata cessione societaria. Senza di questa, vista la conferma di Formisano, ci aspetteranno molto probabilmente campionati anonimi, con rose formate prevalentemente da giovani, in piena economia. In poche parole in Serie C ci metteremo le radici.
Tutto questo i nostri tifosi, presenti in duecento anche ieri sera a Carrara nonostante la cocente delusione di martedì sera, che aveva praticamente dato il là ad una eliminazione quasi certa, non se lo meritano assolutamente. La speranza, al momento, purtroppo, solo speranza, è di un auspicato repentino, cambio societario che possa azzerare tutto e ripartire con una nuova dirigenza ed un nuovo tecnico. Santopadre a Perugia ha ormai fatto da molti anni il suo tempo e la frattura con la tifoseria si ampia, diventando insanabile, ogni giorno di più.
Sarà un’estata ancora una volta caldissima per il Perugia e i suoi tifosi. Per questa stagione i nostri puntuali editoriali terminano qui, come sempre con un grande senso di frustrazione per come è iniziata, portata avanti e terminata questa deludente stagione. La speranza è quella di riprendere i nostri editoriali a Settembre raccontando di nuovi personaggi che possano ridare lustro alla nostra gloriosa società. Buona estate a tutti.
Danilo Tedeschini