Lavagna Tattica: il Perugia ha un grande “manico”

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Lavagna Tattica: il Perugia ha un grande

Lavagna Tattica: il Perugia ha un grande “manico”. Complimenti a Caserta… ma anche a Mignani. I tre davanti in una condizione da alta serie B

 

Questa rubrica ha più volte sottolineato quelli che sono i paradossi del calcio e il fatto che “tutto e il contrario di tutto” è parte integrante del mondo pallonaro.

Evitando di sottolineare i due rigori sbagliati dal Perugia (una rarità) o le tre reti subite ieri dal Modena che aveva subito lo stesso numero di goal in tutto il girone di ritorno, si possono evidenziare alcuni temi tecnico tattici altrettanto paradossali.

Innanzitutto gli elogi ai due tecnici.

Se sono doverosi quelli a Caserta, capace di presentare una squadra che ha dominato la gara e superiore agli avversari sotto tutti gli aspetti, sembrano paradossali quelli a mister Mignani.

In realtà non è così: conquistare 50 punti con una squadra che è sembrata due spanne inferiore al Perugia, specialmente in prima  (Mignani non ha Falzerano, Elia e Melchiorri) e in terza linea (Mignani non ha Angella e Sgarbi), appare un’impresa degna di un tecnico di alto livello, preparato e competente.

Altro paradosso può essere l’interpretazione della gara.

Infatti sembrava palese che il Modena inizialmente avesse preparato meglio la gara, con una pressione altissima sui difensori e con Fulignati che era costretto a rischiare la giocata centrale o a giocare palla esterna (sovente in fallo laterale).

Le minacce infatti venivano allorquando i canarini recuperavano palla dal portiere dei grifoni (vedi palla persa da Falzerano) e ripartivano velocemente. E’ tuttavia bastata una ripartenza letale per cambiare l’andamento della gara e tutte le impressioni maturate fino a quel punto.

I calci piazzati.

Caserta ha ripetuto per l’ennesima volta come i calci piazzati potessero essere determinanti. Ma non credo si riferisse al fatto di realizzare la rete del vantaggio da un calcio d’angolo avversario (paradosso) mal giocato.

Infatti lo schema che prevede lo scarico dietro per il tiro da fuori presuppone che ci siano almeno 2/3 giocatori dietro linea palla per evitare possibili ripartenze avversarie.

Il Modena ha lasciato un solo giocatore dietro e questo ha consentito al trio Falzerano – Melchiorri – Elia di orchestrare al meglio il contropiede e uccellare i modenesi in maniera quasi imbarazzante.

Questa situazione di far male in caso di calcio d’angolo avversario non è ovviamente nuova: ricordo ad esempio che Pep Guardiola, ai tempi del Barcellona, lasciava i tre attaccanti a metà campo.

Questo per un duplice motivo: da un lato per essere pronti per una eventuale ripartenza veloce; dall’altro faceva si che almeno 3 o 4 giocatori della squadra avversaria dovevano rimanere indietro e non andare a colpire in area di rigore (il Barcellona non aveva ai tempi grossa struttura fisica e i calci d’angolo avversari potevano essere una minaccia).

La posizione di Falzerano.

Lo stesso Caserta aveva sottolineato come la posizione di Falzerano dietro l’attaccante non fosse quella a lui più congeniale.

I fatti stanno letteralmente smentendo questa constatazione: il giocatore campano si sta trovando a meraviglia in quella porzione di campo e, nonostante non abbia una grossa confidenza con il gol, sta dimostrando di essere un valore aggiunto per la squadra, al pari di Elia e Melchiorri.

I tre giocatori offensivi del Grifo sono in una situazione psico-fisica da alta serie B.

L’ultima osservazione non è un paradosso ma un’ analisi degli equilibri dello spogliatoio: penso che Caserta sia stato abbastanza in difficoltà nel fare la formazione. Avendo tutti a disposizione, avrà avuto diversi dubbi in tutti i reparti.

Ma vedere come è entrato Murano che ha realizzato una rete capolavoro, vedere come è entrato Di Noia, vedere che un giocatore come Rosi in una posizione avanzata dà il massimo per i 10 minuti che ha giocato, riempie il cuore.

Ripeto il concetto: riempie il cuore dopo quello che è successo lo scorso anno e, visto che parecchi giocatori sono quelli dello scorso anno, quello che è cambiato è il manico, ossia l’eccellente capacità di gestione dello spogliatoio di mister Caserta, dote principale di ogni mister.

Marco Materazzi una volta disse che per Mourinho avrebbe fatto di tutto…

Fabio Orlandi