L’avventura di Javier Faroni (bienvenido presidente), insediatosi solo il giorno prima sulla poltrona di presidente del Perugia, inizia, purtroppo, con una “caporetto” a Carpi, 2-0! Faroni, chiaramente, non ha assolutamente colpe sulla meritata sconfitta in terra emiliana perché ha dovuto ereditare giocatori e allenatore, scelte effettuate, alcune, a nostro modo di vedere in maniera errata, in particolare quella della conferma triennale del tecnico Formisano, dalla vecchia gestione Santopadre.
In chiusura del nostro ultimo editoriale, a commento del largo successo casalingo per tre a zero sulla Spal, avendo letto ed ascoltato commenti eccessivamente entusiastici al riguardo, avevamo messo in guardia sottolineando come la squadra ferrarese non fosse un test probante, sia perché uscita molto indebolita dal mercato, aveva venduto i pezzi migliori nell’immediata vigilia della gara del “Curi”e anche perché arrivata a Perugia, a causa dei molti infortuni, con soli sedici elementi, tanto da costringere il tecnico Dossena a sole tre sostituzioni.
L’imbarcata casalinga della Spal di ieri contro la Lucchese, tre a due il finale, con i toscani avanti anche tre a zero, a dimostrazione della difesa colabrodo ferrarese, ci ha purtroppo dato ragione, confermando che la pochezza della Spal, fanalino di coda del torneo a -2, aveva solo nascosto i problemi del Perugia, già emersi a Piancastagnaio, un’altra matricola come il Carpi, dove i grifoni, capaci di prendere tre gol in meno di venti minuti, una volta recuperati con una bella reazione d’orgoglio, erano stati salvati dalla sconfitta solo dal rigore parato da Gemello al novantottesimo.
La sconfitta di Carpi è arrivata dopo un primo tempo discreto dei grifoni, andati vicino al vantaggio con un palo clamoroso di Ricci, cui ha fatto, però, da contraltare, una ripresa nettamente sottotono nella quale è parso che la squadra di Formisano puntasse esclusivamente a non perdere. E quando punti al pareggio è la volta che perdi, col Carpi, decisamente inferiore sul piano tecnico, che è stato tatticamente impeccabile e negli ultimi venti minuti, anche grazie ad una migliore condizione fisica, ha colpito due volte.
Bisogna sottolineare anche come il Perugia sia sceso sul terreno del “Cabassi” con tante assenze importanti come quelle di Bartolomei, Seghetti e Sylla, andatesi ad aggiungere a quelle dei lungodegenti Lewis e Dell’Orco e che ha giocato gli ultimi dieci minuti in dieci a causa dell’infortunio di Montevago, uscito dal campo senza poter essere rimpiazzato perché Formisano aveva esaurito le sostituzioni, ma questo non può giustificare la sconcertante prestazione della ripresa.
Quattro punti in tre gare, tra l’altro giocate con due squadre neopromosse e contro lo squinternato fanalino di coda Spal, sono un bottino troppo misero per le ambizioni del Perugia e del neo presidente Faroni, con lo “score” tutt’altro che eccezionale del tecnico Formisano nello scorso campionato, 1,65 punto a partita, ma tolto l’ottimo inizio, dodici punti in cinque gare, dovuto anche allo sfruttamento del lavoro del tecnico precedente Ciccio Baldini e a molta fortuna, la media delle restanti quattordici gare scende ad un deludente 1,39 a partita, che si abbassa ulteriormente al misero, 1,33 a partita di questo inizio di torneo, tra l’altro sulla carta facile.
Non ce ne voglia il tecnico napoletano, che quest’anno ha anche acquisito umiltà nelle sue dichiarazioni, ma i numeri, come sempre incontrovertibili, lo condannano.
Caro presidente Faroni, Luciano Gaucci, un suo grande predecessore, arrivò a Perugia nel 1991 anche lui a campionato iniziato, con un Perugia in ritardo in classifica ma, a differenza sua, ebbe subito modo di poter operare sul mercato, allora si svolgeva a Novembre, rinforzando la squadra con l’acquisto di Dossena Di Carlo e Nitti, giocatori di serie superiore, Dossena aveva appena giocato in Champions con la Sampdoria.
Commise però un errore risultato fatale: continuò per troppe gare a tenere in panchina il tecnico Papadopulo, che si era trovato dalla gestione precedente. Lo sostituì con Buffoni solo dopo cinque gare e i punti persi in quelle cinque partite risultarono, alla fine, decisivi per la mancata promozione in B, fallita per un solo punto dopo una rimonta incredibile.
Presidente Faroni, faccia tesoro di quella esperienza gaucciana e cominci subito a prendere decisioni importanti. Per il mercato, purtroppo, bisognerà attendere Gennaio, a meno di ingaggi di svincolati, ma visto che al momento, non sappiamo però per quanto tempo ancora, ci sono a disposizione tecnici più che validi per la categoria come Roberto Venturato e Attilio Tessser, su quest’ultimo ci sarebbe la concorrenza dell’Avellino, che la C l’hanno già vinta facendo giocare un buon calcio alle proprie squadre, a nostro parere sarebbe opportuno operare una svolta tecnica!
Danilo Tedeschini