Perugia: un brutto anatroccolo che non diventa cigno. Il Grifo “stecca” anche contro il Cosenza. Ora bisogna tenere duro, in attesa del mercato invernale
Una certezza granitica ce l’abbiamo: questo Perugia per ogni partita buona che gioca, ne disputa almeno un’altra (se non un paio) scialba (o peggio).
In questo il Grifo è di una puntualità “tedesca”.
Dopo le prime due vittorie (Chievo e Livorno) ci sono stati i brutti pareggi di J. Stabia e Spezia; dopo Frosinone, la disfatta di Empoli e così via, fino alle ultime 5 gare.
Una sorprendente vittoria in trasferta col Crotone, 2 brutte sconfitte, una bella vittoria ed infine lo scialbo pareggio casalingo del “monday night” che se si fosse concretizzato in una sconfitta, nulla avrebbe rubato il Cosenza.
Ma la vera impresa del Grifo è stata quella di rianimare i Calabresi che abbandonano la zona retrocessione diretta, avanzando di 2 posizioni in classifica.
Il Grifo degli ultimi anni, in effetti, non è nuovo a tali “imprese”.
Più di una volta, infatti, si sono presentate a Perugia compagini in crisi nera, per cui la partita di Pian di Massiano costituiva l’ultima spiaggia, mentre per i nostri doveva essere quella della svolta.
E puntualmente tali squadre sono uscite dal Curi con punti preziosi, mentre la nostra svolta, il nostro cambio di marcia è stato rinviato.
Chi mi legge abitualmente si può ricordare che paragonai il Perugia al vecchio Ciao Piaggio monomarcia.
Motore imballato che anela il cambio di marcia.
Tutti si aspettano, implorano il cambio di marcia.
“Dai, che quista è la volta bona!”.
Ma il cambio di marcia non c’è.
Vincendo lunedì sera, saremmo stati a 25 punti, a pari merito con la seconda Pordenone, dando un preciso segnale a tutta la categoria.
Ed invece no.
Ma quello che fa veramente infuriare è che lunedì sera i valori di classifica li abbiamo visti perfettamente nel primo tempo.
Un bel Grifo arrembante ed un Cosenza esitante, inconsistente che giustificava la propria posizione in fondo alla graduatoria.
Eppure la prima frazione è finita solo 1-0, grazie al solito “King Peter”.
Come sempre non siamo riusciti a concretizzare con un bottino più cospicuo l’evidente, quanto schiacciante superiorità, mettendo al sicuro il risultato.
Nel secondo tempo, poi, i valori si sono rovesciati.
Il Cosenza ha iniziato immediatamente a macinare gioco, pareggiando immediatamente solo dopo 50” dal fischio d’inizio della ripresa.
Mentre il Perugia è apparso subito la brutta copia di quello del primo tempo.
Senza idee, confuso, nervoso ed esitante.
Ed alla fine – in tutta onestà – chi ha da recriminare sul risultato sono proprio i Calabresi, dato che il gol di Falasco è viziato da un macroscopico fallo di mano, non rilevato dall’arbitro.
Momentaneo, quanto immeritato 2-1 biancorosso, pareggiato dopo solo 3 minuti da uno splendido gol di Riviere, al termine di un’azione da manuale dei Calabresi.
E solo grazie alla sfortuna, all’arbitro ed un paio di interventi provvidenziali di Vicario, che il Cosenza non ha portato a casa il risultato pieno.
Vittoria che – quantomeno nel secondo tempo – avrebbe meritato.
E quindi, se per le posizioni in classifica potremmo parlare di 2 punti persi, per come è andata complessivamente la gara possiamo invece parlare di un punto prezioso conquistato dal Grifo.
È chiaro che nulla è perduto, siamo ancora lì, in piena zona play off ed a soli 2 punti dalla promozione diretta.
Nella stessa posizione, però, in cui si trovò più volte il Perugia di Bucchi, quello di Breda e quello di Nesta.
E poi sappiamo com’è andata…
Se, invece, vogliamo dare un senso a questa stagione – e non ripetere gli errori del passato – le partite come quelle di lunedì sera vanno vinte senza “se” e senza “ma”.
Non sperare di fare l’impresa a Crotone, ma vincere tra le mura amiche con la J. Stabia, con l’Ascoli e con il Cosenza.
In concreto è evidente che questa sia una buona rosa a cui manca qualcosa per fare quel benedetto cambio di marcia.
Quindi ora bisogna tenere duro e rimanere agganciati alla vetta per le prossime 4 gare.
Poi intervenire in modo mirato sul mercato a Gennaio, per far diventare (lo speriamo tutti) questo brutto anatroccolo in cigno.
Avv. Gian Luca Laurenzi