No, non è solo un sogno, signori, perchè il sogno è diventato realtà. Quello che un mese fa sembrava ormai quasi impossibile da raggiungere, ieri si è concretamente realizzato. Il Perugia ha vinto a Salò, ha vinto il campionato e torna dopo meno di nove mesi in Serie B! Mister Caserta e i suoi ragazzi hanno compiuto un vero e proprio miracolo!!!
Erano rimasti solo loro, infatti, a crederci all’indomani del recupero di Fermo, quando il Perugia, finalmente a parità di partite giocate, era precipitato a sei lunghezze dal Padova e a quattro dal Sudtirol, con solo cinque turni di campionato ancora da giocare. Neanche Santopadre ci credeva più, lo ha ribadito a caldo ieri, urlando, un inedito Caserta, ebbro di gioia, mentre un collega in tv rivolgeva sul terreno di gioco questa domanda al presidente. “No, non ci credeva più” ha gridato Caserta, precedendo Santopadre.
Ed è vero, se il Perugia oggi è in Serie B il grande merito è di questo umile, grandissimo tecnico che dopo Fermo, quando tutto l’ambiente era ormai rassegnato a disputare i playoff, ha dichiarato “io credo ancora al primo posto”. E questo messaggio è stato bravo ad inculcarlo ai suoi ragazzi che, d’altro canto, per tutta la stagione lo avevano sempre diligentemente seguito e alla fine, anche grazie a qualche passo falso di troppo delle avversarie dirette, ha avuto ragione lui e il Grifo è in Serie B.
Quanto merito ha avuto Mister Caserta in questa impresa? Di solito la bravura di un allenatore si dice incida per un 25-30% ma stavolta non crediamo di esagerare ritenendo che il giovane tecnico biancorosso, alla sua seconda promozione in B in soli quattro anni di carriera come allenatore in prima, abbia il 50% del merito di questa che è una vera e propria impresa, alla luce delle tante difficoltà che il tecnico ha dovuto affrontare durante la stagione, fin dal suo inizio tormentato e alle critiche fuori luogo ricevute da qualche “sapientone” nei pochi momenti di difficoltà.
Come dimenticare, infatti, le difficoltà iniziali, culminate con la manita di Mantova, per il ritardato allestimento della squadra dopo la rovinosa retrocessione. Una squadra allestita, rammentando le parole espresse del nostro Direttore, con quello che non si era potuto vendere e quello che si era potuto comprare nel mercato estivo. Ma il mister, piano piano ha saputo plasmare da tutto questo un gruppo d’acciaio, uno spogliatoio unito che a Perugia non si era mai visto negli ultimi sei anni di Serie B.
E a questo gruppo, di ragazzi in gamba e professionisti seri, va ascritto il 40% del merito di questa fantastica, incredibile promozione. Una difesa di ferro, con i due esperti centrali, Monaco e Angella a formare un muro insormontabile, con Sgarbi e lo sfortunato Negro, ottimi rincalzi, coadiuvati da un Rosi mai visto così in palla nelle due stagioni precedenti, bravo a superare anche il momento nero dell’assurda esclusione decisa dalla società e con Crialese e Favalli utilissimi sulla fascia sinistra.
Il centrocampo, partito in sordina, è lievitato nel girone di ritorno grazie alla grande crescita di Kouan ma anche Sounas ha sempre fatto la sua parte, con Van Baleghem preziosissimo nel finale di stagione e con Burrai, limitato da problemi fisici per tutto il campionato, che anche se a sprazzi, ha dato fosforo al reparto, che ha visto poi nei trequartisti, Elia, Falzerano e Minesso il suo punto forte.
Un altro miracolo di Caserta è stato quello di sopperire alla mancanza di un bomber vero, solo Murano è andato in doppia cifra fermandosi a quota undici, creando una vera e propria cooperativa del gol, cooperativa alla quale hanno dato il loro contributo ben sedici giocatori, con Minesso, nove reti, Bianchimano, otto gol, giocatore che negli anni precedenti non era mai stato preso in considerazione dai tanti allenatori succedutisi e che invece è stato dosato e valorizzato al meglio da Caserta, e il funambolico Elia, anch’egli arrivato con l’importantissimo gol di Salò, a quota otto come il saggio Melchiorri, principali soci di questa cooperativa del gol.
Ma anche chi ha giocato meno, i vari Di Noia, Moscati, Cancellotti, i giovani Lunghi e Konate o i due portieri alternatisi tra i pali, l’estroso Fulignati e il concreto Minelli, hanno dato il loro contributo alla causa. L’unica nota stonata, probabilmente, viene da Michele Vano, arrivato nello “stitico” mercato di Gennaio, che ha fortemente deluso sul piano delle prestazioni, ma che ha, comunque, avuto il grosso merito di aver fatto anche lui gruppo con i compagni.
E proprio il deludente mercato di Gennaio limita al 10% i meriti della società, che poi è il Presidente Santopadre, cui va ascritto il merito di aver scelto mister Caserta, merito non da poco e di essersi preso un anno sabbatico sul piano della comunicazione, rimanendo praticamente in silenzio per tutta la stagione dopo i disastri dell’anno precedente. E la cosa ha sicuramente aiutato per il raggiungimento dell’obiettivo
Ma anche quest’anno non sono mancato gli errori, soprattutto il caso Rosi e la campagna acquisti invernale, errori che non sono costati cari solo grazie alla bravura di Caserta e dei suoi ragazzi. Santopadre, soprattutto grazie alla sagacia di Camplone e Caserta, ha vinto due volte la C ma adesso è arrivato il momento di dimostrare di essere un presidente valido anche in B, dove nelle sei stagioni precedenti le delusioni sono state, invece nettamente superiori alle poche soddisfazioni, delusioni culminate con la vergognosa retrocessione in C della vigilia di Ferragosto.
E se Santopadre, come molto probabilmente, rimarrà al timone della società, una programmazione seria, sempre mancata in B, l’evitare di sbandierare traguardi irraggiungibili se non se ne hanno le possibilità, la fiducia della società al tecnico, in questo caso il bravissimo Caserta, facendo scudo su di lui anche nei momenti difficili che, in un campionato impegnativo come la B, non mancheranno, evitando il deleterio via-vai di tanti allenatori come nel recente passato, saranno fondamentali e ineludibili per far sì che il Perugia possa disputare al meglio la Serie B, faticosamente, ma meritatamente, riconquistata ieri a Salò!
Danilo Tedeschini