A Crotone un pari che somiglia a quello di Fermo, ma il calcio non è il rugby

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L'operazione play-off, seppur difficile, non è ancora impossibile: servirà una rimonta come quella del Grifo di Caserta. Allo

L’operazione play-off, seppur difficile, non è ancora impossibile: servirà una rimonta come quella del Grifo di Caserta. Allo “Scida” troppi giocatori di qualità relegati alla panchina

 

Se il disastroso Perugia formato casalingo, ma, al contempo, formidabile fuori casa, comincia a dilapidare punti anche lontano dal “Curi”, come colpevolmente avvenuto ieri a Crotone contro l’annaspante penultima in classifica, i sogni di gloria possono facilmente trasformarsi in chimere irraggiungibili.

E’ questo il succo del deludente uno a uno del Perugia all’”Ezio Scida”, che allontana a quattro punti la zona preliminare con una gara in meno da giocare, ne restano solo sei.

Ed è anche andata bene perchè, probabilmente, se il signor Camplone  avesse considerato il fallo di Angella come fallo da chiara occasione da gol e, invece del giallo, avesse sventolato ad Angella il rosso diretto, il Perugia sarebbe rimasto in dieci per tutta la ripresa e avrebbe rischiato di perdere ancor più di quanto, comunque, avvenuto in parità numerica, con Chichizola decisivo su Sala, dopo aver salvato il risultato nel primo tempo con due pregevoli interventi sullo zero a zero.

Bisogna dire che anche il Perugia ha avuto due-tre occasioni nitide per vincere la gara nell’ultimo quarto d’ora di gioco, con il Crotone arrembante alla ricerca del raddoppio, ma Kouan ha divorato la prima mandando a lato il suo colpo di testa, imitato poco dopo da De Luca che sparava addosso a Festa un autentico regalo di Canestrelli, con Festa bravo a respingere nel finale una velenosa conclusione di D’Urso, colpevolmente tenuto in panchina per ottantaquattro minuti da mister Alvini.

Già, perchè Alvini, a Crotone, ha mandato in campo una formazione inedita, con l’indispensabile De Luca tenuto in panchina, sostituito nel ruolo da Olivieri, che punta centrale non è ma che ha avuto il grosso merito di sbloccare la gara nell’unico tiro in porta dei grifoni prima del quarto d’ora finale.

E in panchina sono finiti anche i giocatori più dotati di fosforo e di piedi buoni come Burrai, sostituito, con un azzardato cambio di modulo, un tre-quattro due-uno, da Carretta, inguardabile la sua prestazione, inserito a fianco di Matos, il migliore tra i grifoni, appena dietro Olivieri.

E ancora una volta, oltre a Burrai, comunque subentrato a metà ripresa, come accennato, è rimasto in panchina D’Urso, mandato in campo solo a sei minuti dalla fine come Gianni Rivera da Valcareggi nella finale di Messico ’70.

E in quei sei minuti D’Urso è riuscito, comunque, ad inventarsi, con una gran giocata personale, l’occasione da gol, sventata da un bell’intervento di Festa. Non riusciamo proprio a capire perchè questo talentuoso giocatore, arrivato con tante speranze alla fine del mercato di Gennaio, venga impiegato col contagocce dal tecnico toscano.

Alvini in conferenza stampa, alla domanda di un collega su questo argomento ha ricordato come D’Urso domenica scorsa avesse giocato titolare. Verissimo, ma è anche vero che è stato tolto inspiegabilmente dal campo dopo dieci minuti della ripresa e da lì in poi, guarda caso,  il Perugia si è spento, subendo prima il gol di Ciciretti e non avendo poi la forza e soprattutto le idee per reagire.

Ma anche l’aver insistito su torello Lisi, che tra l’altro ha calciato malissimo una serie di punizioni, preferito per un tempo e mezzo al più tecnico e più incisivo Beghetto, subentrato solo a metà ripresa dopo che qualche minuto prima erano finalmente entrati anche De Luca e Burrai, non si è rivelata una scelta azzeccata.

Evidentemente Alvini crede nel suo dogma quasi rugbistico applicato al calcio, con questa continua aggressività, questo uno contro uno esasperato che procura, tra l’altro, una miriade di cartellini (a Cittadella mancheranno Angella e Santoro, squalificati), preferendo utilizzare poco i trequartisti veri, quelli dai piedi buoni come D’Urso che, quando  impiegato, viene per lo più relegato sull’esterno.

Ma il calcio non è il rugby e, a nostro modesto parere, i giocatori dai piedi buoni e con il fosforo come D’Urso e Burrai devono essere sempre impiegati.

A Crotone, per queste scelte sbagliate, sono stati gettati alle ortiche due punti fondamentali. Adesso  per arrivare a quella quota sessantuno che garantirebbe il preliminare occorrono quattro vittorie e due pareggi nelle restanti sei gare e la cosa, pur risultando certamente molto complicata, non sarebbe ancora impossibile.

L’anno scorso, infatti, dopo il pari di Fermo, che somiglia molto a quello di Crotone di ieri, il Perugia si trovava in una situazione peggiore, con sei punti, due in più di adesso, da dover recuperare sul Padova, a cinque giornate dalla fine, una in meno di adesso. E il Grifo del bravo mister Caserta, l’unico a crederci veramente insieme al suo granitico gruppo, riuscì nella grande impresa, ma… mister Caserta oggi allena il Benevento.

Danilo Tedeschini