Dalla Supercoppa la ‘conferma’: Elia è troppo prezioso

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Prima di commentare la gara di Supercoppa tra Perugia e Como, due riflessioni su un paio di avvenimenti accaduti in questa settimana.

Il centravanti dell’Inter Lukaku, in una intervista di qualche giorno fa, ha testualmente detto che per mister Conte avrebbe combattuto fino alla morte. Questa iperbole, frutto evidentemente dello scudetto conquistato dai nerazzurri, apre tanti concetti che su questa rubrica sono stati ampiamente dibattuti. Innanzitutto tali parole sono state ripetute da tanti giocatori dell’Inter (ricordo anche Candreva l’anno scorso). E’ evidente che Conte sia dal punto di vista psicologico un vero e proprio fenomeno: coinvolgimento mentale e passionale di tutti i giocatori, che con lui rendono al massimo, giocatori che chiaramente nutrono una stima profonda dell’allenatore e dell’uomo. La conseguenza di questa situazione è il “non plus ultra” per un allenatore: qualsiasi cosa dica Conte a questi giocatori, anche cose spiacevoli, anche forti reprimende, vengono serenamente accettate perché di fondo c’è rispetto, stima e considerazione dell’allenatore salentino. Un paragone con mister Caserta viene immediatamente in mente, tuttavia c’è una piccola, grande differenza: questi giocatori, penso a Lukaku, Candreva, e a tutti gli altri, sono stati sempre allenati da grandi allenatori. Quindi si può dire tranquillamente che il plus di Conte che lo pone tra i top degli allenatori mondiali è proprio la gestione dello spogliatoio, come più volte sottolineato, aspetto che fa la differenza quando si decide di intraprendere la carriera da allenatore.

L’altra riflessione riguarda la settimana di coppe: è ormai palese, evidente, empirico la superiorità del calcio inglese e delle squadre oltremanica, che hanno “rischiato” di fare 4 su 4 nelle due finali di Champions League ed Europa League (solo i pali hanno frenato la vittoria dell’Arsenal). Sono lontanissimi i tempi in cui il calcio inglese prevedeva centravanti strutturati ai quali veniva data palla alta e tutto il resto della squadra a gestire le seconde palle….penso a Rush, ma non solo. Era il classico calcio inglese, fisico, strutturato e con una tecnica approssimativa. Oggi è tutto diverso. La commistione tra magnati provenienti da varie parti del mondo che con i loro soldi hanno permesso di ingaggiare giocatori di primissima fascia e la presenza di allenatori proveniente dal resto d’Europa ha fatto si che il calcio inglese si evolvesse a tal punto da primeggiare in maniera chiara. Il campionato inglese è sicuramente oggi il campionato più importante del mondo ed anche squadre non di primissima fascia (Tottenham ad esempio) metterebbero in seria difficoltà le nostre migliori squadre. La cosa che impressiona maggior maggiormente è la velocità, l’intensità del loro calcio abbinato ad una tecnica sopraffina. Chi mastica di calcio sa che la cosa più difficile è fare bene la giocata tecnica alla massima velocità. Il loro ritmo di gioco è lontanissimo dal calcio italiano, molto più lento e compassato; anche il Real ha pagato dazio a causa del ritmo, pur avendo in campo fior di campioni.

Andando ad analizzare la gara di coppa tra i grifoni e il Como c’è da dire che le difese di entrambe le squadre sono sembrate abbastanza allegre (ad inizio gara prevedevo tanti gol), poca pressione sui portatori di palla e tante occasioni da rete. Inevitabile tutto questo, visto che ormai il più è stato fatto da ambedue le compagini scese in campo. Il Como è apparso una squadra ben organizzata, buona dalla cintola in su, con un Terrani ispirato ed una coppia di attaccanti ben affiatata. Palese l’ottimo lavoro svolto da mister Gattuso che ha dato una identità ben precisa alla squadra lariana. Per quanto concerne i grifoni, i tanti cambi forse non hanno aiutato, specialmente a centrocampo. Una considerazione per chiudere: come primo obiettivo della società penso ci sia la conferma di Elia, anche ieri decisivo e determinante. Un giocatore che insieme ai senatori della squadra deve rappresentare la spina dorsale del Perugia nel prossimo, difficile campionato di serie B.