Del Prete: “A Perugia ho lasciato il cuore”

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Il doppio ex in vista della sfida contro il Crotone:

Il doppio ex in vista della sfida contro il Crotone: “Seguo sempre il Grifo, che ha qualche blackout ma anche giocatori di esperienza come Rosi e Angella”

 

Per la nostra rubrica “doppio ex”, abbiamo approfittato del match tra Perugia e Crotone, in programma sabato 20 Novembre al “Curi”, per intervistare una conoscenza del recente passato biancorosso. Ci riferiamo a Lorenzo Del Prete, al Crotone da Gennaio 2013 fino a Giugno 2014, e al Perugia tra il 2014 e il 2018.

Lorenzo, Crotone e Perugia sono state due tappe importanti della tua carriera. Quale il ricordo più bello con la maglia rossoblù e quale con la maglia del Grifo?

“Sicuramente Crotone e Perugia sono state due tappe importantissime della mia carriera e della mia formazione. Arrivai a Crotone a Gennaio 2013, dove loro erano in un momento difficile e dove erano in zona play-out. Mi ricordo facemmo una rincorsa importante fino a salvarci. L’anno dopo credo sia stato veramente bello, perché riuscimmo a ottenere, per la prima volta nella storia del club, la partecipazione ai play off di serie B, grazie ad una squadra importante che annoverava i vari Bernardeschi, Cataldi, Dezi e Pettinari, oltre a un allenatore che riuscì a darci un’identità ben precisa. Con la maglia del Grifo ne ho tanti di ricordi belli, sono sincero. Anche se, ciò che ho sempre sognato, ovvero la promozione in serie A, purtroppo non è arrivato. Penso che l’anno più bello sia stato quello con Bucchi, dove avevamo creato qualcosa di speciale tra squadra, team, società e tutto il contorno. Meritavamo veramente di vincere i play off che sono sfuggiti per un battito di ciglia. Ma come ho già detto con questa maglia ne potrei raccontare molte”.

Al Perugia hai indossato la fascia di capitano e hai spesso messo la faccia in momenti difficili in cui la squadra non girava bene. Ma quale è stato quello più difficile?

“A Perugia ho avuto la fortuna di prendere l’eredità di un grande capitano come Comotto del quale ho grande rispetto e amicizia. Non c’è stato un giorno nel quale non sia stato fiero e orgoglioso di indossare la fascia con il massimo rispetto e dando tutto me stesso verso squadra, società e piazza. Purtroppo in 4 anni qualche momento no ci sta ed è normale che il capitano debba metterci la faccia. Il momento più difficile credo di averlo vissuto nel mio ultimo anno, dove successero molte cose. Purtroppo venivamo da 5 sconfitte consecutive e giustamente ci furono contestazioni e molto altro, ma credo che sia proprio in quei momenti che un capitano, ma soprattutto una squadra e degli uomini, debbano tirare fuori i cosiddetti “attributi”. Così da un momento brutto e difficile riuscimmo ad ottenere i play-off, cosa che sembrava veramente un miraggio per come stavano andando le cose a un certo punto”.

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Segui ancora Crotone e Perugia? Se sì, che impressione ti hanno fatto in questo campionato? Che gara aspettarsi domani?

“Seguo sempre il Perugia, ogni partita la guardo con amore e con gli occhi a cuore. Due anni fa vederlo retrocedere mi mise una tristezza indescrivibile, ma la scorsa stagione, quando nessuno ci sperava più, scrissi un messaggio al presidente dove gli dicevo che io ci credevo e che ero sicuro al 100% che sarebbero saliti loro per primi, cosa che poi successe. Sembrava che lo avessi vinto io il campionato, giuro. Ero felicissimo. Quest’anno il Perugia e il Crotone devono ancora trovare la loro identità. Hanno sicuramente due rose forti e complete, ma come sappiamo il campionato di serie B è difficile e lungo e chi ha più equilibrio e costanza riesce ad arrivare bene in fondo. Il Crotone sicuramente ha un po’ preso sotto gamba il campionato, pensando che dopo la serie A fosse tutto facile, ma sono convinto che si riprenderà. Il Perugia, invece, sta alternando grandi prestazioni a momenti di black-out, ma la forza della rosa e dei leader che ha, come Angella, Rosi  Matos, Carretta e altri, oltre a un allenatore con carisma come Alvini che insegna calcio, alla lunga usciranno e vedremo il Grifo ancora protagonista. Domani entrambe vorranno riscattarsi e dimostrare che il loro campionato inizia da lì. Se ne vedranno delle belle”.

Al Perugia hai saputo adattarti alle esigenze degli allenatori che hai incontrato. Questo ti ha portato anche a cambiare ruolo. Più difficile fare il terzino o il centrale di difesa?

“Si, al Perugia ho imparato a fare più ruoli e credo che sia una cosa importante per un calciatore. Prima di tutto credo che ogni calciatore debba avere l’intelligenza di sapersi adattare, proprio perché in un campionato ci può essere bisogno viste le tante gare e i tanti infortuni. Poi ti apre la mente. È normale che il terzino o quinto di centrocampo è il mio ruolo naturale; è quello che mi è sempre piaciuto di più fare, perché comunque sentivo che potevo veramente incidere sulla gara. Il centrale è un ruolo importantissimo perché dietro di te c’è solo il portiere che può mettere una pezza, quindi devi sempre essere concentrato al mille per mille. Da centrale hai comunque la possibilità di impostare l’azione, cosa che mi piace molto”.

Tra un mese esatto si riproporrà di nuovo il derby con la Ternana. Te ne hai vinti ben 3, pareggiandone 4 e perdendone solo 1. Cosa consiglieresti o semplicemente diresti agli attuali grifoni in vista di questa gara molto sentita?

“Il derby penso sia la cosa più bella che ho vissuto a Perugia. Ogni derby è stata un’emozione unica. Vincerne tre credo sia un’emozione indescrivibile. Ogni volta sembrava avessimo vinto il campionato, ma poi i cori, l’atmosfera e l’adrenalina erano cose uniche. Il consiglio che mi sento di dare agli attuali grifoni è che il derby è il derby, si gioca con il cuore, con tutto quello che uno ha. Parliamo di una partita dove si azzerano classifiche e qualità individuali. L’unica cosa che conta è prevalere sull’avversario e portare a casa il risultato”.

Nei tuoi anni di militanza al Grifo hai visto passare tanti calciatori. Con quali sei rimasto più in contatto? Invece chi ti ha sorpreso di più per la carriera che sta facendo?

“A Perugia ho avuto la fortuna di giocare con tanti campioni: Taddei, Bianchi, Diamanti e Brighi su tutti, ma poi anche i vari Belmonte, Volta, Di Carmine, Dezi, Spinazzola, Mancini, Matteo Ricci, Guberti… Mi sento praticamente con tutti loro, manteniamo contatti. In questo momento credo che un grande applauso bisogna farlo a Spinazzola e Mancini che stanno facendo delle cose straordinarie e ci stanno dando emozioni incredibili”.

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Hai visto passare anche tanti allenatori, da Camplone fino a Nesta. Con quale si era creata maggiore alchimia? Chi invece meritava più fiducia?

“A Perugia ho avuto la fortuna di avere tanti allenatori bravi che sono stati dei veri insegnanti di calcio. Grande sintonia l’ho avuta con Camplone e Bucchi, perché comunque prediligevano un calcio offensivo, mente magari Breda, Bisoli e Nesta avevano un gioco più attendista. Credo che tra questi, quello che meritava più fiducia per quello che aveva fatto in un periodo particolare, fosse Breda. Meritava di giocarsi i play off, che erano una cosa che si era guadagnato sul campo con lavoro e dedizione”.

Hai girato molte piazze, ma volevo sapere cosa ti ha lasciato l’esperienza con la Juventus Under 23 e se hai avuto occasione di confrontarti con i big della prima squadra.

“L’esperienza alla Juve Under 23 è stata una decisione presa insieme e Chiellini e Cherubini. Ero stato scelto per essere il capitano e soprattutto per far crescere i giovani. Avevo la possibilità di allenarmi in prima squadra con molta regolarità e potevo così confrontarmi con campioni incredibili del calibro di Ronaldo, Douglas Costa, Chiellini, Cuadrado e molti altri. Qui ho anche ritrovato Spinazzola e Bernardeschi”.

Dopo l’ultima esperienza al Foggia, ora sei svincolato. Sei alla ricerca di una nuova opportunità tra i professionisti?

“Sto aspettando la soluzione giusta. Sto bene fisicamente, mi hanno chiamato molte squadre di serie C, ma nulla che mi stimolasse veramente. Sto aspettando Gennaio per valutare al meglio e prendere la decisione giusta. E poi magari al presidente Santopadre serve qualcuno di esperienza per tappare qualche buco… (ride, ndr)”.

Sappiamo che spesso torni qui in Umbria anche per motivi personali e sappiamo anche che nei social hai dichiarato amore verso Perugia. Cosa ti ha colpito in positivo della nostra città e della sua gente?

“A Perugia ho lasciato il cuore, ho messo tutto me stesso qui. Ho tantissimi amici. E poi la gente è stata sempre gentile e affettuosa nei miei confronti, quindi appena posso ci torno volentieri con amore eterno per questi colori. Sempre forza Grifo”.

Intervista a cura di Nicolò Brillo