Il Presidente incontra la stampa nella sede del club: “La parte sportiva di competenza di Giugliarelli e Zauli, non di Borras. L’obiettivo è la A, ma servono solide basi”
Dopo il rinvio di qualche giorno causa l’avvicendamento sulla panchina del Perugia, con l’esonero di Formisano e l’arrivo di Zauli, nella mattinata di sabato 2 novembre il Presidente del Perugia Javier Faroni ha incontrato gli organi di informazione locali.
Scordatevi le precedenti modalità, con singola (o poco più) domanda a testa in sala stampa, monologhi dell’intervistato e quant’altro. Il patron argentino ha aperto direttamente le porte della sede del Perugia Calcio per accogliere in tre momenti diversi carta stampata, tv e testate web.
Sala riunioni, Faroni a capotavola con il solo traduttore ad assisterlo. E’ stata l’occasione per chiedere delucidazioni e fare un po’ il punto della situazione a quasi due mesi dall’acquisto della società biancorossa. Il tutto in un clima di cordialità e di rispetto che non può che creare delle premesse per un rapporto franco e diretto con la stampa.
La prima domanda non poteva che essere sul cambio della guida tecnica e sui motivi che hanno portato a questa scelta:
“Il cambio di allenatore é stata una decisione presa dai risultati. Formisano non aveva fatto vedere quello che era desiderabile sotto i punti di vista del gioco e dei risultati. Ha sì portato tanti giovani di talento in squadra, ma i risultati non sono arrivati. Abbiamo deciso di operare subito un cambio con un allenatore con le spalle grosse come Zauli”.
Faroni racconta poi la situazione sportiva attuale del Grifo:
“Per quella che è la situazione del Perugia servono risultati rapidi, non possiamo aspettare la prossima stagione. Lo ha detto anche il tecnico della Torres che la nostra rosa non merita questa classifica. La squadra non l’abbiamo fatta noi e in rosa abbiamo tanti giocatori con contratti lunghi da cui non é facile uscire. Poi deciderà il nuovo allenatore con il direttore sportivo, ma attualmente abbiamo 32 giocatori sotto contratto, che sono tanti. Gli allenatori spesso non ne vogliono più di 25. Comunque seguiremo le indicazioni dell’allenatore per rafforzare la squadra. Cosa faremo nel mercato di gennaio? E’ una finestra breve, non arriveranno giocatori che piacciono a me, ma funzionali rispetto quello che sceglieranno d.s. e allenatore”.
Il Presidente non nasconde qualche cattiva sorpresa arrivata dopo l’acquisizione del club da Santopadre:
“Abbiamo ricevuto questo club con qualche sorpresa in merito alcune condizioni che sono peggiori di quello che ci aspettavamo. Alcune cose riguardanti la squadra andavano risolte subito per poter poi esigere da loro dei risultati. Il primissimo obiettivo é stato risolvere queste necessità”.
Quale invece l’obiettivo a lungo termine?
“Nessuno compra un club investendo grandi soldi senza avere l’obiettivo di arrivare in massima divisione. Chiaramente per percorrere questa strada c’è bisogno di un club forte e equilibrato a partire dalle fondamenta. Dobbiamo accompagnare la crescita sportiva con una crescita finanziaria perchè questo club perde tanto denaro ogni anno. L’obiettivo, intanto, é salire di categoria e generare calciatori pronti per giocare in prima squadra. Abbiamo investito molto nel settore giovanile e lo faremo anche di più l’anno prossimo”.
Faroni chiarisce poi i ruoli e la suddivisione dei compiti:
“Il responsabile del settore sportivo sono il d.s. e l’allenatore, non Borras che é il direttore generale che si occupa di altre cose. Giugliarelli ha il 100 % della responsabilità della parte sportiva insieme al tecnico e non mi permetterò mai di fare la formazione o cose del genere. Poi dispongo di altri due consiglieri (Pierpaolo Triulzi e Giuseppe Piraino, ndr) con cui parlo di questioni calcistiche, ma il direttore sportivo ha totale autonomia”.
Le difficoltà ci sono e non sono nemmeno poche. E allora la domanda sorge spontanea: chi te l’ha fatto fare? Ti sei pentito di aver preso il Perugia?
“Confermo tutto quello che ho detto nella prima conferenza stampa, ovvero che la situazione é più ampia di quello che pensavo. Tuttavia non mi sono mai pentito di aver preso il Perugia, anche perchè sono un imprenditore da quando avevo 18 anni e dunque mi piacciono le sfide. Se ho avuto delle delusioni? Direi alcuni personaggi che davanti ti dicono che amano il club ma che quando ti giri ti tirano le pietre (in senso figurato, ndr). Ma così accade anche in Argentina, certe dinamiche sono identiche perchè siamo paesi molto vicini per tanti aspetti. Perugia ha il peso di un grande club, che non merita di essere dove é. Il perugino vuole un’altra posizione, ma la situazione é difficile. Costa un po’ questo distacco tra quella che è la storia di questa società e la situazione attuale. I problemi non si risolvono in pochi mesi. Se prossimo anno saremo in serie B lo sarà per caso. Bisogna far crescere la struttura aziendale del club oltre alla parte sportiva”.
Faroni sente la pressione da parte dei tifosi e in generale dell’ambiente?
“Io non sento la pressione da parte della gente. Quando incontro qualcuno qua a Perugia mi sento dire sempre “forza” e mai “buona fortuna”. Questo significa che la gente conosce la situazione del club e mi supporta in questo compito di far tornare grande il Perugia”.
Nicolò Brillo