Dopo il k.o. di Parma urgono al più presto due “scosse”: una dalla società e una dal tecnico
“Chi ha tempo non aspetti tempo”. L’antico detto non appartiene da sempre al Perugia calcio di Santopadre che, anche in questo mercato di riparazione, ha perso già ventuno giorni, praticamente i due terzi della durata dello stesso, che chiuderà i battenti tra nove giorni, per cercare di rinforzare una squadra che, dopo la meritata sconfitta per due a zero rimediata ieri al “Tardini”, è sempre penultima in classifica col Venezia e deve solo ringraziare i risultati delle dirette concorrenti se la situazione non è ulteriormente peggiorata, dopo il solo punto fatto nelle due gare a mercato aperto.
E tra sei giorni si profila all’orizzonte l’altra difficilissima trasferta di Bari contro la quarta in classifica, arrabbiata per la sconfitta immeritata subita a Palermo. Probabilmente anche questa gara verrà giocata senza rinforzi, visto che, se dovessero eventualmente arrivare, nel solco della tradizione arriveranno solo negli ultimi due giorni di mercato, a partita del “San Nicola” ormai disputata.
Il rischio di complicare ancora di più le cose è quindi tangibile, anche perché a Parma, contro una squadra tutt’altro che irresistibile, in piena crisi di risultati, eloquente il quattro a zero rimediato a Bari la settimana prima come le tre sconfitte consecutive nelle precedenti tre gare casalinghe, due, oltretutto contro avversarie dirette del Grifo per la salvezza come Benevento e Spal, oltre a quella nel derby col Modena anch’esso a rischio a quel tempo, il Perugia ha deluso ancora.
Una partita decisa da due prodezze dei singoli, Benedyczac e Vazquez, agevolate da errori marchiani della difesa, di Lisi che, sul colpo di testa del polacco su un cross dalla trequarti che in genere non sono pericolosi, ha chiuso male la diagonale, facendosi ingenuamente sovrastare dall’avversario, e di Sgarbi (ancora tu) in occasione dell’eurogol del “Mudo”, favorito dal rinvio sbilenco del difensore lombardo.
Errori che, aggiunti a quelli contro il Palermo, portano a cinque le reti subite nelle ultime due gare da una difesa, a torto definita punto di forza della squadra, che invece torna ad essere la terzultima del campionato come reti subite, ventinove, dietro solo a quelle del Venezia, trenta e del Cosenza, trentacinque, proprio le altre due squadre che, insieme al Grifo, sarebbero retrocesse direttamente in Serie C se il campionato fosse finito oggi.
Gran parte di questi, ventitré gol, il Perugia li ha subiti nelle diciotto gare con Castori in panchina, 1,28 a partita di media, quel Castori tanto decantato per essere un allenatore che cura molto la fase difensiva. Delle due l’una, o la difesa è scarsa o Castori ci ha messo tanto del suo. Probabilmente le due ipotesi si equivalgono al cinquanta per cento, con Castori che, nelle diciotto partite da lui dirette dalla panchina, viaggia alla media, da playout con lo svantaggio, di appena 1,11 punto a partita.
In quelle diciotto gare solo il Cosenza con quindici punti, il Venezia con diciassette e il Modena con diciannove hanno fatto peggio dei venti di Castori, con il Modena che, però, avendo fatto il pieno nelle tre giornate nelle quali sulla panchina del Perugia era seduto Baldini, occupa, adesso ben altre posizioni in classifica, salvando per un pelo, in tal modo, Castori dall’avere una marcia da retrocessione diretta sulla panchina del Perugia.
Quelli che esprimono giudizi, spesso troppo compiacenti, oltre che verso la società, prima colpevole di questa bruttissima situazione, anche nei confronti di questo tecnico, si sono colpevolmente dimenticati che il Perugia fece sei punti importantissimi contro Genoa e Benevento, avendo la fortuna di affrontare il Genoa di Blessin, non quello di Gilardino, nel momento di massima lacerazione tra la squadra rossoblù e il suo ex tecnico e che la vittoria di Benevento fu favorita dall’incapacità di Fabio Cannavaro, quindici punti in quindici gare, che sta trascinando il Benevento nel baratro regalando punti a tutti, in particolare al “Vigorito”, solo sei punti in otto gare.
Al di là di quelle due vittorie, rimaste purtroppo episodiche, il Perugia non ha fatto bene anche in questi ultimi due mesi e, per uscire da questa complicatissima situazione, servono due scosse.
La prima, al più presto, la deve dare la società in questo scampolo di mercato rimasto, perchè servono un difensore forte, un play di spessore e una punta che segni visto che i tre gol di Melchiorri, dato, peraltro, in uscita da Castagnini, i due di Di Serio, Di Carmine e Olivieri, la dicono lunga sulla sterilità offensiva di questa squadra, emersa anche ieri a Parma.
La seconda la deve dare il tecnico, cercando di cambiare l’unico modulo che è stato capace, fin qui, di adottare, non redditizio stando ai numeri e assolutamente poco spettacolare, magari azzeccando anche formazione iniziale e sostituzioni, visto che a Parma Luperini ha deluso ancora una volta e Iannoni non è sembrato del peso, magari ricordandosi che Melchiorri, Kouan, Angella e Beghetto sono a tutt’oggi giocatori del Perugia.
Sabato si va a Bari e un’eventuale sconfitta aggraverebbe oltremodo la già brutta situazione di classifica del Grifo e anche un pari aiuterebbe poco. Al “San Nicola” bisogna osare, approfittando anche della squalifica del capocannoniere del campionato Cheddira, provando a riportare a casa tre punti fondamentali.
Danilo Tedeschini