Grifo: la gioia di Cittadella mitigata dai risultati di Cosenza e Venezia

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Perugia cinico al

Perugia cinico al “Tombolato”, peccato per le vittorie nel finale delle due dirette rivali. Adesso il momento chiave con tre gare di fila al “Curi”

 

Avete presente quando da bambini vedevate preparare dalla mamma una succulenta torta e, una volta che l’aveva sistemata sistemata nel frigo, provavate ad assaggiarla ma la mamma vi beccava col ditino sulla crema, rimbrottandovi di lasciarla stare perché non era per voi e che eventualmente ne avrebbe preparata un’altra più avanti? Ecco, è stata l’identica sensazione che abbiamo provato ieri qualche secondo dopo il fischio finale della gara di Cittadella vinta due a zero dai grifoni.

La grande soddisfazione di aver portato a casa un risultato fondamentale, alla luce anche dei risultati negativi di tutte le concorrenti, la Spal sotto due a zero a Bolzano, il Brescia sotto tre a zero  in casa col Genoa, il Benevento sotto due a zero a Pisa, il Venezia che impattava zero a zero ad Ascoli, con l’unica sorpresa del Cosenza che stava ancora pareggiando zero a zero in casa della capolista, veniva stoppata dai contemporanei gol finali di Carboni e Brescianini, che regalavano la vittoria a Venezia e Cosenza, rimaste, attaccato al Perugia il Venezia, un punto sotto  il Cosenza.

Il veleno sulla coda di una giornata che poteva veramente diventare storica in ottica salvezza diretta per il Perugia, che, con Spal e Brescia ormai lontane cinque lunghezze e il Benevento quattro, con una gara in più da giocare per i grifoni, allontanava in modo sensibile il pericolo di retrocessione diretta e che, mentre contemporaneamente includeva anche il Cittadella nella lotta per la salvezza diretta, portava il proprio vantaggio sulla stessa a due punti, massimo vantaggio stagionale e a tre quello sulla quartultima, il tutto sempre con la gara casalinga con la Reggina da recuperare.

Il dolce sapore della crema presa dal ditino immerso nella torta, leggasi la vittoria del “Tombolato”, non ce lo toglie nessuno, ma il diniego della mamma a mangiarla, almeno per un po’, ovvero quello che si stava realizzando in questo turno, il passo decisivo verso la sospirata salvezza, rinviato a chissà quando, ha decisamente lasciato un retrogusto amaro nel pomeriggio vincente di Cittadella, dove il Grifo è tornato a conquistare l’intera posta in trasferta dopo ben tre sconfitte consecutive.

Una vittoria tutt’altro che esaltante sul piano del gioco, assolutamente inconsistente nella prima frazione di gioco, nella quale un paio di pregevoli interventi di Gori, in particolare il primo su Carriero presentatosi da solo davanti a lui, ci hanno salvato dall’andare sotto, che, come accaduto per ben tredici volte su tredici, finora, avrebbe probabilmente significato perdere la gara.

Inizio di ripresa, invece, con i botti, due, tra il sesto e l’ottavo minuto, con il Perugia cinico che, con  i gol di Di Carmine, di pregevole fattura, a partire dal delizioso assist di Matos, e il perfetto colpo di testa del “capocannoniere improvvisato” Casasola, sei gol, il primo, proprio quello di ieri, su azione, ha fatto sua la partita sfruttando due dei tre tiri pericolosi verso la porta di Kastrati, il primo era stato di Lisi, sul tramontare del primo tempo, soffrendo solo una volta, con un’altra gran parata di Gori su Maistrello a negare al Cittadella la possibilità di riaprire la gara.

Tre punti importanti, arrivati grazie alla buon prestazione della difesa, con uno Sgarbi ritrovato e uno Struna monumentale, un centrocampo a corrente alternata, buono in fase di contenimento, meno in fase di costruzione, con Casasola a dettare legge sulla sua fascia, mentre in avanti i redivivi Matos e Di Carmine, col cioccolatino del primo gol, si sono sicuramente guadagnati la citazione, dimostrando di essere sulla strada buona.

La strada verso la salvezza, a causa del già citato veleno sulla coda del turno di ieri, rimane irto di difficoltà, ma è indubbio che il Perugia abbia fatto un bel passo in avanti, basta pensare solo a dove sarebbe stato oggi il Grifo, quartultimo due punti dietro il Venezia e uno dietro il Cosenza in caso, non dico di sconfitta, ma di un pari al “Tombolato”. Dopo la sosta arriverà probabilmente, con tre gare consecutive in casa in nove giorni, il momento-chiave del campionato dei grifoni.

Arriveranno, infatti di seguito al “Curi”, speriamo agibile, sabato la capolista Frosinone, il mercoledì successivo la Reggina e il lunedì di Pasquetta il Modena. La forza degli avversari è evidente, anche se il Frosinone viene da un’inattesa sconfitta e la Reggina da una crisi nera, col Modena tosto ma battibile, ma il Perugia ha l’obbligo di provare a raccogliere da un minimo di cinque punti ad un massimo di sette (farne nove sarebbe un sogno, ma i sogni non fanno punti).

Con sette punti il Perugia farebbe un passo decisivo verso quei quarantaquattro punti, ieri la quota salvezza si è nuovamente impennata, che potrebbero garantire la salvezza diretta, visto che, a quel punto, ne mancherebbero solo quattro, cinque, se vogliamo essere proprio sicuri a quota quarantacinque, da arpionare nelle restanti sei gare. Il minimo sindacale, assolutamente da totalizzare, sono, invece, i cinque punti, due pareggi e una vittoria.

Probabilmente, lo diciamo col beneficio d’inventario perché questo campionato, come abbiamo constatato ieri, è assolutamente impronosticabile, i cinque punti lascerebbero i grifoni ancora fuori dalla zona playout prima del rush finale, che li vedrà impegnati in casa, oltre alla difficile gara col Cagliari, anche nei due scontri diretti con Cosenza e Benevento e, in trasferta, far visita alla corazzata Genoa di Gilardino, non lo squinternato Genoa di Blessin affrontato all’andata, prima degli altri due delicati scontri diretti di Ferrara e Venezia. Chi vivrà vedrà!

Danilo Tedeschini