Grifo: ora solo due miracoli possono regalare il preliminare

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A Terni le scelte di Alvini non pagano, anzi... E il giocatore più tecnico rimane ancora inutilizzato. Ora ottavo posto possibile solo vincendo con un Monza lanciato in A, ma serve anche il k.o. del Frosinone

A Terni le scelte di Alvini non pagano, anzi… E il giocatore più tecnico rimane ancora inutilizzato. Ottavo posto possibile solo vincendo con un Monza lanciato in A, ma serve anche il k.o. del Frosinone

 

Alla prima gara fuori casa giocata con l’obbligo di dover vincere e di dover fare quindi la partita, i nodi sono venuti impietosamente al pettine anche in trasferta, avvalorando le ragioni del magro bottino casalingo, quando appunto devi saper costruire gioco, il peggiore in assoluto in Serie B della storia del Perugia a meno di un successo sul Monza, lanciato verso la Serie A, venerdì sera.

Sì, perchè, a differenza delle otto gare vinte lontano dal “Curi” con il calcio-rugby di Alvini, abilissimo a non far giocare la squadre avversarie aggredendole uomo contro uomo e sfruttando le rare occasioni create potendo contare sulla seconda miglior difesa del campionato, ieri il Grifo era chiamato a cercare la vittoria dal primo minuto e non a a limitarsi ad aspettare l’occasione buona ed invece è venuto meno proprio nel giorno più importante.

Così, infatti, fa male perchè la sconfitta è arrivata nel momento topico della stagione e nella gara più sentita dai tifosi, il derby, proprio quando l’avversario diretto per accedere al preliminare, il Frosinone, contemporaneamente subiva a sorpresa un umiliante tre a zero a Ferrara contro la sestultima forza del campionato.

Una vittoria nel derby avrebbe permesso al Perugia di agganciarlo e sopravanzarlo all’ottavo posto ma anche un pari avrebbe lasciato qualche speranza in più.

Oltretutto la squadra accusa un calo fisico notevole dovuto proprio al fatto che il gioco attutato da Alvini ad inizio campionato è risultato troppo dispendioso e lo “score” del Perugia nelle ultime nove gare, comprese le due ultime vittorie arrivate grazie a due colpi di testa a Vicenza nelle uniche occasioni create e al rigore e alla papera di Buffon contro un Parma deludente e senza obiettivi, che parla di dieci punti in otto gare, una media di 1,25 punto a partita, da playout o quasi, lo dimostra.

E Alvini, ben conscio di questo, ha iniziato la gara di Terni giocando in maniera guardinga, lasciando in panchina De Luca, terminale offensivo sui cross e anche Beghetto, che offre meno copertura di Lisi e visto che i cross servivano meno perchè in avanti c’era, come centravanti, Olivieri, più adatto a cercare la profondità, riportando Kouan in mediana al posto di Segre, il miglior centrocampista del Perugia lasciato incredibilmente in panchina.

Ma il rimedio si è ben presto rivelato peggiore del male perchè ha provocato il buon avvio della Ternana, con un primo tempo inguardabile da parte del Perugia, meritatamente conclusosi col vantaggio di Donnarumma.

E Alvini ha continuato a perseverare nell’errore aspettando altri venti minuti nella ripresa prima di mandare in campo Segre e quasi mezzora prima di inserire tardivamente De Luca, con una girandola di cambi di modulo che ha finito per disorientare definitivamente i grifoni, veramente pericolosi solo in una circostanza, sventata da Iannarilli.

Ancora una volta, poi, l’uomo dai piedi migliori di questa squadra, D’Urso, arrivato con tante speranze a Gennaio a ricoprire quel vuoto della rosa, è stato lasciato ammuffire in panchina, mentre in campo, in quel ruolo, ruminava calcio per quasi un tempo e mezzo Santoro e per l’ultimo quarto di gara addirittura Carretta, colpevolmente preferito all’ex trequartista del Cittadella, mentre sulle fasce sia Lisi che Ferrarini erano molto ben contenuti dagli avversari, oltre che da loro stessi, con Beghetto mandato in campo solo all’83’.

La sconfitta, dolorosissima, ci sta tutta e fa svanire pressoché del tutto la possibilità di agguantare il preliminare alla squadra di Alvini visto che nell’ultimo turno di venerdì sera al Perugia servirebbero due enormi  miracoli per poter arpionare l’ottavo posto in extremis.

Quello di battere al “Curi”, dove il Perugia ha un ruolino di marcia pessimo, un Monza forte e motivatissimo, che scenderà in Umbria consapevole che, con un successo, ma potrebbe bastargli anche un punto, accederebbe per la prima volta nella sua storia in Serie A, mentre allo “Stirpe”, il fortino dove il Frosinone ha costruito la sua classifica, sei successi nelle ultime sei gare in casa, la squadra di Grosso dovrebbe perdere contro il Pisa, ormai quasi fuori dalla lotta per la promozione diretta anche se bisognoso dei tre punti per disputare i playoff senza passare dal preliminare.

Permetteteci di non credere quasi per niente alla possibilità che questi due contemporanei risultati si possano concretizzare, pronti a cospargerci il capo di cenere in caso di clamorosa qualificazione al  preliminare del Grifo. E permetteteci anche  una considerazione finale sull’operato di Mister Alvini.

Obiettivo salvezza raggiunto, è vero, ma era un obiettivo molto prudenziale, dettato dalla paura determinata dalla rovinosa retrocessione di due anni prima e da un pizzico di scaramanzia ma, se al momento della firma in estate si era stabilita l’opzione conferma in caso di accesso ai playoff, è evidente che la società e lo stesso Alvini credessero in questa possibilità, anche perchè poi la rosa, tra l’altro discretamente rinforzata  a Gennaio, non era scarsa come in molti la dipingevano, non noi.

Invece si è confermato Alvini prima di sapere se l’accesso al preliminare ci sarebbe stato, dopo che il tecnico è risultato quello dal rendimento peggiore in Serie B della storia del Perugia, se da solo o insieme alla coppia Oddo-Cosmi o se sarà il penultimo lo apprenderemo definitivamente venerdì sera dopo la gara col Monza.

E anche prima di sapere che il Perugia sarebbe ritornato a perdere un derby dopo quindici anni, dopo aver pareggiato e rischiato di perdere anche quello dell’andata, con il rischio di vederci superare sul filo di lana dalla Ternana, avanti anche in caso di arrivo in parità.

Tutto questo ci lascia molte perplessità, soprattutto in vista della prossima stagione nella quale il Grifo sarà chiamato ad obiettivi importanti, almeno il preliminare col vantaggio, a meno che non si voglia continuare a “vivacchiare” in una Serie B ancora più difficile, soprattutto se retrocederanno con un paracadute di ben venticinque milioni a testa Genoa e Cagliari, con squadre altrettanto danarose e ambiziose come Parma, Bari e Ternana e, cinque tra le otto, Monza, Lecce, Cremonese, Pisa, Benevento, Brescia, Ascoli e Frosinone, cha non saranno promosse.

Danilo Tedeschini