Sesta sconfitta consecutiva e classifica horror: difficile commentare una situazione del genere. A Pineto interrompere questo trend è un obbligo morale

Diventa difficile l’attacco di un editoriale a commento della sesta sconfitta consecutiva del Perugia, arrivata stavolta con l’avversario sulla carta più facile, ma solo sulla carta, quel Rimini super penalizzato con dodici punti, l’ultimo arrivato proprio alla vigilia della gara del “Curi” insieme al respingimento del ricorso sulla riduzione degli altri undici, fanalino di coda del torneo al posto del Perugia proprio a causa della fortissima penalizzazione. Poi ci si accorge che, come sempre, sono i numeri, snocciolati, purtroppo, crudamente, a venirci incontro e a permettere alle dita di battere sulla tastiera e a poter partire col pezzo.
Quarta sconfitta su quattro gare con Piero Braglia alla guida del Perugia, la quarta consecutiva al “Renato Curi”, tre delle quattro sempre collezionate con il tecnico grossetano come allenatore, penultimo posto in classifica con soli tre punti, quelli conquistati dal buon Vincenzo Cangelosi in cinque gare, giocate tutte, a parte quella pareggiata in trasferta con il Bra, terzultimo, con squadre della zona nobile della classifica, il Ravenna e l’Ascoli, due delle prime tre, già in fuga, il Gubbio, settimo, e il Guidonia nono.
E’ vero e ci rendiamo conto di rischiare di essere ripetitivi ma, purtroppo, ad essere sicuramente ripetitivi in negativo sono i risultati del Perugia. Infatti a nostra lunga memoria di tifoso settantenne, prima che di giornalista, non ci ricordiamo di un Grifo sconfitto per sei volte consecutive, quattro al “Curi”. Anche la partita della svolta, quella con i romagnoli, iniziata discretamente, è finita malissimo, con il discretamente limitato alla prima metà del primo tempo, fino al clamoroso errore difensivo, in particolare di Tozzuolo, incapace di rinviare un pallone dalla propria area, che ha determinato il gol decisivo di Lepri.
Primo tempo che alla fine ha visto, nonostante la buona volontà, solo due vere occasioni create, il colpo di testa di Ogunseye, terminato a lato, come spesso succede viste le poche reti di media segnate dall’attaccante ex Cesena in carriera (a Perugia solo uno a Bra, su rigore, tra l’altro calciato anche male) e un tiro da fuori, alto, di Terrnava, uno dei pochi a salvarsi, con Braglia che lo ha “premiato” sostituendolo con Bartolomei, primo cambio della gara, dopo soli nove minuti della ripresa.
Ripresa moscia, con uno sterile predominio territoriale ma con zero occasioni da gol create, con il portiere riminese, il castellano Vitali, che ha dormito sonni tranquilli. Ripresa dei grifoni che, nella parte finale, ha risentito anche degli infortuni di Kanoute e Giraudo, lasciati però obbligatoriamente entrambi in campo dal tecnico che, pur avendo ancora la quinta sostituzione a disposizione, non l’ha potuta effettuare avendo consumato troppo precipitosamente i tre slot già a metà ripresa, il primo sprecato proprio con la precipitosa e immeritata sostituzione di Terrnava.
Oltre a Terrnava a salvarsi sono stati i soliti Giunti e Kanoute, generoso anche se un po’ confusionario, mentre Tozzuolo e Matos sono apparsi i peggiori. La situazione di classifica, che sembrerebbe immutata, è invece drammaticamente peggiorata visto che il Rimini ha accorciato a meno cinque, la stessa distanza, quindi che separa adesso il Perugia sia dalla retrocessione diretta che dalla salvezza diretta, augurandoci che almeno una delle due sestultime, più il Pontedera, impegnato ad Ascoli, che la Vis Pesaro, che al “Benelli” ospita la Torres, rimanga a quota otto.
La terza squadra che era ad otto punti, il Pineto, ha ottenuto ieri un chiaro successo per tre a zero sul Livorno (salta Formisano?) ed è balzata ad un passo dalla griglia playoff, griglia che vorrà provare a raggiungere vincendo la seconda gara consecutiva casalinga domenica prossima proprio contro il Perugia. E’ evidente quindi come quella del “Pavone-Mariani” sia una gara piena di insidie per i grifoni che, quantomeno, hanno l’obbligo di interrompere la vergognosa serie di sconfitte e per riuscirvi ci vorrà certamente un Perugia diverso.
Come cambiarlo sta alla società deciderlo. Società che è la prima responsabile di questa, sportivamente drammatica, situazione, con le responsabilità equamente divise tra l’esagerata parsimonia, in nome di una presunta sostenibilità, di Faroni e Borras e tra l’incapacità di costruire una rosa migliore anche con risorse limitate da parte del D.s. Meluso, come invece fatto, ad esempio, da Mammarella, giovane D.s. della Ternana.
Rosa modesta ma certamente non da ultimo posto sul campo e qui arriviamo alle enormi responsabilità del tecnico Braglia che, rilevata la squadra da Cangelosi al quartultimo posto con tre punti, a due lunghezze dalla salvezza diretta e con ben dodici punti di vantaggio sul Rimini, ovvero sulla retrocessione diretta, l’ha fatta sprofondare al penultimo posto, l’ultimo sul campo, non conquistando la miseria di un punto in quattro gare, tre delle quali disputate, tra l’altro, con avversari di medio bassa caratura come Pianese, Carpi e Rimini, oltre alla prima gara, quella con la Samb, adesso sì nei piani alti ma allora in crisi, rilanciatasi proprio con la vittoria al “Curi”.
E’ chiaro che ieri, in questa situazione, ci saremmo aspettati le dimissioni di Braglia, alla stregua di quanto fatto tre anni fa da una grande persona ed un bravo allenatore come Silvio Baldini, lo ha dimostrato con ottimi risultati alla guida nell’Under 21 dopo aver compiuto un capolavoro a Pescara vincendo i playoff, che le rassegnò dopo solo tre sconfitte, ma Braglia, invece, è stato di avviso diverso e anzi ieri ha poco elegantemente tirato in ballo l’alibi della “diversa” preparazione estiva non svolta da lui, mah!
Intanto il Grifo, con le ali rattrappite, non vola più, anzi precipita inesorabilmente.
Danilo Tedeschini





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