Il giovane centrocampista del Perugia, sempre titolare con Cangelosi, è diventato il punto fermo del Perugia
Nel gioco del calcio e, in generale in tutti gli sport di squadra, quello del regista è il ruolo più affascinante ma anche quello più importante da cui, spesso, dipende l’esito della partita. Il suo tempismo, la sua personalità, la sua precisione e la sua visione di gioco sono determinanti per tutti i compagni di squadra. Dai suoi piedi partono le azioni pericolose che poi vengono trasformate in rete (o in un canestro nel caso del basket con il playmaker o le schiacciate nella pallavolo con l’alzatore). Difficilmente se il regista non è di qualità la squadra vince o riesce a disputare campionati di vertice.
A Perugia, dopo un periodo buissimo, si sta iniziando a vedere il sole, con la situazione di classifica notevolmente migliorata rispetto a un paio di mesi fa. E uno dei fattori che ha portato a questo cambio di rotta è proprio l’arrivo di un regista. Nel corso del mercato di gennaio, uno degli innesti del Perugia è stato lo spagnolo José Antonio Gómez Márquez, o più semplicemente, Joselito. Arrivato nell’indifferenza generale, con alcuni che hanno subito storto il naso, il giovane (classe 2004) centrocampista spagnolo sta stupendo in positivo un po’tutto l’ambiente. Oltre che per le sue ‘geometrie’, il ragazzo sta colpendo dal punto di vista della personalità. Anche nel derby di ieri pomeriggio – non una partita qualunque – Joselito è sembrato non sentire minimamente la pressione, anzi. E pensare che, fino al suo approdo a Perugia, il giovane non aveva mai giocato una partita tra i professionisti: con il Verona, infatti, era sceso in campo solamente con la Primavera.
Un plauso, quindi, va necessariamente fatto al Ds Meluso che, nonostante le oggettive difficoltà nel fare mercato, è riuscito a portare il giocatore a Perugia e anche al Mister Vincenzo Cangelosi che ha avuto subito il coraggio di affidare la regia della sua squadra, nel momento più difficile della stagione, ad un ragazzo di soli 20 anni. Con Cangelosi, Joselito è sempre stato titolare, tranne che nella sfida con la Torres, subentrato al 54 esimo. E il Grifo è rinato.
Joselito, vista la giovane età, può sicuramente continuare a crescere e migliorare e l’augurio è che possa farlo indossando la maglia del Grifo, anche perché, ricordiamo, ha il contratto fino a giugno 2027. E l’ambiente può essere di aiuto al ragazzo spagnolo visto che, nel suo stesso ruolo, a Perugia sono passati giocatori che hanno fatto un’ottima carriera, partendo proprio dal capoluogo umbro. Ripercorrendo un po’la storia dei registi del Perugia, senza andare troppo indietro nel tempo, ad inizio anni 90, prima Novellino, poi Castagner e poi Galeone affidarono il loro gioco ad un altro giovane: Federico Giunti. Con lui, il Grifo ottenne storiche promozioni sia dalla C1 alla B che dalla B alla A (stagione 1995/1996). Dopo di lui, un altro regista trascinò, in tutti i sensi, il Grifo in un’altra promozione. Nella stagione 1997/1998 (serie B), conclusasi con lo storico spareggio di Reggio Emilia, il capocannoniere biancorosso fu proprio il regista Antonino Bernardini (tra l’altro, ha trasformato pure il primo rigore nel sopracitato spareggio contro il Torino). Andando avanti con gli anni, nel Perugia di Cosmi hanno ricoperto quel ruolo giocatori del calibro di Liverani (arrivato addirittura in nazionale) e il compianto Fabian O’Neill (per stessa ammissione di Cosmi il giocatore più forte che abbia allenato). Nel primo anno di serie B con Camplone, invece, si alternavano Fossati e Verre, con Giacomazzi regista aggiunto al centro della difesa. Arrivando, invece, al recentissimo passato, l’ultimo regista prima di Joselito è stato Salvatore Burrai.
Mi.Me.