La società biancorossa allarga l’offerta del minirugby nei territori di Ponte San Giovanni, Santa Maria degli Angeli e Magione con l’obiettivo di accogliere potenziali atleti e di curare i disagi psicologici dei più giovani. Il vice Presidente Federico Bevilacqua:
“Non solo sport ma anche sociale, a supporto dei ragazzi e delle famiglie”
Un bel gesto di socialità, unito alla pratica sportiva, arriva dal Rugby Perugia.
La società biancorossa ha deciso di promuovere il progetto ‘Tutti in Campo’. Un’iniziativa legata al minirugby, che ha come principale prerogativa quella di accogliere giovani atleti in tre zone della provincia e non solo nella consueta ‘house’ di Pian di Massiano. Un progetto itinerante che vede come riferimenti i territori di Santa Maria degli Angeli, Magione e Ponte San Giovanni, dove il Rugby Perugia ha predisposto un’offerta sportiva di prim’ordine. A partire dalla gratuità del servizio, fino ad una navetta gratuita in grado di accompagnare e riprendere gli atleti dagli allenamenti. ‘Tutti in campo’ ha anche un valore sociale di un certo rilievo, perché oltre ad impartire la disciplina sportiva, ha l’obiettivo di fornire un riferimento di svago e di socialità per i giovani del territorio. Puntando ad accogliere anche quei ragazzi che hanno vissuto dei disagi psicologici, in quanto vittime di bullismo e cyberbullismo e a trasferire ai partecipanti, maschi e femmine, quei valori essenziali che sono alla base di una sana convivenza e che portano ad evitare discriminazioni di genere.
“Abbiamo colto questa opportunità – dichiara il vice Presidente del Rugby Perugia, Federico Bevilacqua – per il suo alto valore sociale e morale. Ci tengo in primis a ringraziare le società Pontevecchio e Ventinella, che ci hanno messo a disposizione i loro impianti sportivi, come un grazie va alle aziende Palmerini Group e Ice Control che con i loro contributo hanno reso possibile erogare dei servizi che riteniamo fondamentali, come la gratuità dell’iscrizione e di una navetta per il trasporto durante gli allenamenti. Con questa iniziativa puntiamo a diventare un riferimento sportivo per questi territori, dove oltre al calcio c’è poco per allontanare i ragazzi dalla strada e da quelle piaghe sociali, di cui molti di loro sono vittime”.
Il progetto sarà seguito da Mauro Nicolli, che già collabora con il Rugby Perugia nella diffusione della disciplina in ambito scolastico e dall’esperto in psicomotricità funzionale Matteo Alunni Bernardini.
“Puntiamo – dichiara lo stesso Bernardini – ad accogliere quanti più giovani possibili, senza distinzione tra maschi e femmine. Anzi lo sporti vissuto insieme sarà il primo segnale di una sana convivenza, per infondere soprattutto nei ragazzini il rispetto dell’altro sesso. Giocando insieme, avranno maggiore cura nel rispettarle anche da grandi. Poi c’è un altro fattore sociale che abbiamo a cuore, quello legato alle problematiche psicologiche di cui molti ragazzini sono affetti e che derivano per la maggior parte da episodi di bullismo e cyberbullismo. Il rugby e un corretto uso del corpo, unito ad una certa abilità nell’eseguire alcuni esercizi fisici, li aiuteranno ad uscire dalle loro difficoltà”.