La bontà di un punto da valutare a posteriori

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Inutile sparare sulla croce rossa. Sul banco degli
 

Può un pareggio in casa, in uno scontro diretto contro la squadra che ti precede in classifica di solo due lunghezze, essere accolto come un buon risultato? Il legittimo quesito, scaturito al termine del noioso zero a zero del “Curi” contro il Como, si presta a risposte diametralmente opposte e solo il prosieguo del campionato potrà stabilire con sicurezza quale sia quella giusta.

La prima risposta è quella che, viste le tante assenze, tra infortuni e squalifiche, con le quali il Perugia ha affrontato la gara con i lariani e, alla luce delle sconfitte di tre delle avversarie dirette, quella del Venezia a Bari e quelle casalinghe del Benevento col Sudtirol e della Spal con la capolista Frosinone, con il solo Cosenza, ex fanalino di coda, vittorioso nel derby casalingo con la Reggina, il punto guadagnato su queste squadre rende il pareggio casalingo più che accettabile.

Il rovescio della medaglia, la risposta che rende insoddisfacente il punto conquistato, è che, in primis, se a fine torneo il Perugia dovesse malauguratamente trovarsi a pari punti col Como dentro la zona playout, gli scontri diretti condannerebbero i grifoni proprio a causa del pari di ieri sera che non ha annullato la sconfitta di misura subita al “Sinigaglia” all’andata e, in secundis, conquistare i tre punti con i lariani avrebbe consentito ai grifoni di scavalcarli in classifica e di portarsi, per la prima volta, tre lunghezze sopra il playout e, addirittura, ben sei sopra la zona retrocessione diretta, dando una vera svolta in positivo al suo campionato.

Così non è stato e il Perugia, attualmente sestultimo con un solo punto di vantaggio sul Venezia, ovvero sul playout e quattro sulla zona retrocessione diretta, ovvero su Cosenza e Brescia penultime, rimane sempre pienamente dentro il lotto delle ultime sette squadre che da qui alla fine si giocheranno i soli due posti utili a raggiungere la salvezza diretta, il tutto alla vigilia di un calendario molto difficile che vedrà i grifoni impegnati nelle prossime quattro gare, col Sudtirol, quarto, a Bolzano nel prossimo turno, poi in casa contro la Reggina, quinta, a Cittadella in trasferta e, infine, in casa contro la capolista Frosinone.

Forse solo la sera del 2 Aprile, al termine della gara con i ciociari, se non a fine torneo, potremo conoscere la vera valenza del pareggio casalingo col Como, arrivato dopo una gara equilibrata, avara di occasioni da rete, con i due portieri rimasti quasi completamente inoperosi e col Perugia “graziato” dal direttore di gara nella ripresa, quando non non ha visto la netta conclusione di mano di Matos già ammonito, deviata in angolo da Gomis. Fosse finita dentro sarebbe, a quel punto, intervenuto il Var e Matos sarebbe stato espulso e il gol invalidato.

Una gara equilibrata, accennavamo, affrontata dal Perugia con un inedito trio difensivo formato da Struna, il migliore dei grifoni insieme a Santoro, Curado e il ripescato Vulikic a sinistra, con Sgarbi subentrato solo nel finale e con un discreto Iannoni nell’inedito ruolo di laterale destro. La difesa se l’è cavata bene contro un attacco del Como volutamente orfano per un tempo e mezzo di Cerri, subentrato a metà ripresa e di Cutrone, i due attaccanti migliori, quest’ultimo mandato in campo solo ad una manciata di minuti dal termine dal tecnico Longo, che ha concesso un turno di riposo anche al “vecchio” Fabregas, faro del centrocampo lariano.

A centrocampo, detto di Santoro, non ci ha molto convinto la prova di Luperini e anche Capezzi si è limitato al compitino. Davanti, Castori ha risparmiato Di Carmine, rimasto in panchina per un’ora e che non ha fatto sfracelli quando è subentrato, con il duo offensivo di partenza, formato da Olivieri e Matos, rimasto abbastanza in ombra, soprattutto il secondo.

Archiviata questa gara, come affermato in precedenza, si ritorna subito in campo tra tre giorni con l’impegnativa trasferta di Bolzano contro il Sudtirol di mister Bisoli, anche ieri vittorioso a Benevento (grazie del favore) e che rappresenta l’autentica sorpresa del torneo con il suo meritatissimo quarto posto a soltanto tre lunghezze dalla zona promozione diretta, ovvero dal secondo posto del Genoa, il tutto dopo aver perso tutte e tre le gare iniziali, quando in panchina c’era ancora mister Leandro Greco.

Sono evidenti quindi, le difficoltà della gara del “Druso”, che dovrà essere affrontata con la massima concentrazione evitando pericolosi cali di tensione come accaduto a Pisa. Castori, fortunatamente recupererà gli squalificati Casasola e Kouan, augurandosi che dall’infermeria possa arrivare qualche gradito recupero, (Di Serio?).

Dal “Druso” deve necessariamente arrivare un risultato positivo, un successo sarebbe il massimo ma, stavolta, vuoi perché in trasferta, vuoi per il valore dell’avversario, anche un pari sarebbe pienamente gradito, confidando, magari, anche domenica sui contemporanei scivoloni delle nostre immediate inseguitrici, tutte impegnate in gare difficili, il Venezia a Frosinone, il Benevento a Terni, il redivivo Cosenza a Genova e il Brescia in casa con il Cagliari.

Danilo Tedeschini