La “cicala” Perugia si fa rimontare dalla “formica” Brunori

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Al bel primo tempo si contrappone un secondo troppo conservativo e mal gestito. Sfumano così due punti fondamentali. Ma il mercato?

Al bel primo tempo si contrappone un secondo troppo conservativo e mal gestito. Sfumano così due punti fondamentali. Ma il mercato?

 

“La cicala è un’animale che festeggia un’effimera felicità”. La massima dello scrittore torinese Carlo Grande è adattissima ad analizzare il tre a tre casalingo del Perugia contro il Palermo.

Un Perugia specchiatosi troppo sulla grande prestazione del primo tempo, chiuso sul tre a uno dopo aver sciupato altre occasioni per rimpinguare il bottino, pensando che ormai il più era fatto e che si fa, invece, puerilmente rimontare da un tutt’altro che trascendentale Palermo al termine di una ripresa deludente e troppo conservativa, facendo, appunto, la fine della cicala che muore dopo aver cantato.

Due punti gettati incredibilmente alle ortiche che, oltre ad aver interrotto la miniserie di vittorie, fanno rimanere ancora impelagato al penultimo posto il Grifo, proprio nella giornata in cui due delle avversarie dirette, Cittadella e Spal, compiono due autentiche ed impreviste imprese andando a vincere, a Pisa, squadra che non aveva mai perso con mister D’Angelo in panchina, la truppa di mister Gorini e a Reggio Calabria, in casa della seconda in classifica, la Spal di mister De Rossi.

L’unico risultato positivo è arrivato da Cagliari, dove il Como ha perso contro i sardi del nuovo tecnico Ranieri, in attesa dello scontro diretto del “Marulla” di questo pomeriggio tra Cosenza e Benevento, al termine del quale, se dovessero vincere i padroni di casa, il Perugia sarebbe di nuovo ultimo a pari merito col Cosenza e, momentaneamente, del Venezia, impegnato domani sera al “Ferraris”, nel posticipo del “Monday Night” contro il Genoa.

Facile intuire come la vittoria avrebbe dato tutto un altro sapore e, soprattutto, valore alla classifica della “cicala” Perugia, che sarebbe uscito per la prima volta dopo venti giornate dalla zona retrocessione diretta, a meno di un sorprendente successo del Venezia a Genova, piazzandosi nel gruppetto a quota ventidue in zona playout o, addirittura, nel caso di sconfitta del Benevento a Cosenza, al sestultimo posto.

Molteplici le cause di questo evidente cambiamento del Perugia bello ed efficace del primo tempo, con quello troppo presuntuoso e stranamente rinunciatario della ripresa, proprio quando, forte del doppio vantaggio, avrebbe dovuto approfittare delle praterie lasciate da un Palermo obbligato a sbilanciarsi per rimontare, ottimo pane per i denti delle squadre di mister Castori, che delle micidiali ripartenze fa da sempre il suo credo calcistico.

Invece niente di tutto questo, col Palermo che, trovato subito, anche se in modo fortunoso, il gol del tre a due, ha preso in mano il pallino del gioco senza rischiare niente per tutta la ripresa, pur non creando eccessivi problemi al Perugia fino al novantesimo quando ha raggiunto il pari grazie alla rete di Brunori, fin lì quasi spettatore non pagante, ma che alla prima palla buona ha colpito, da attaccante di razza quale è, facendo male al Perugia.

E il gol del ragazzo nato in Brasile ma cresciuto a Petrignano d’Assisi e diventato in estate genero dell’amico Paolo Calderozzi, storico regista, prima delle trasmissioni sportive e non solo di Rte 24h e poi di Umbria Tv, viene da lontano, da quando molti anni fa il presidente Santopadre non volle investire una cifra ridicola, poche decine di migliaia di euro su Brunori, promettente giovane del Foligno, che da poco aveva debuttato in prima squadra, nonostante le segnalazioni dell’allora Direttore Generale del Perugia, Riccardo Mazzola.

Un’altra delle tante macchie della gestione Santopadre, non cancellata neanche qualche anno dopo, quando Brunori a Castiglione della Valle, ad un tiro di schioppo dal “Curi”, giocando in D col Villabiagio, segnò la bellezza di ventitré gol in trentaquattro partite.

E siccome il destino presenta sempre il conto ieri, puntuale, dopo il rigore segnato all’andata, è arrivato il gol su azione di Brunori, che, elegantemente, ha esultato in maniera molto pacata. Gol che ha tolto due punti di vitale importanza alla squadra di Castori.

Un Castori apparso ancora una volta troppo agitato, che sopporta malvolentieri le critiche espresse giustamente dai colleghi  al termine della gara se questa non è andata bene.

Giustamente perché se il Perugia ha giocato bene nel primo tempo il merito è certamente di Castori, ma se nel secondo tempo si è involuto la colpa va ricercata anche nei cambi, sbagliati, del mister, che per paura di un’altra ammonizione, ha tolto subito Lisi per il troppo acerbo Paz, per poi mettere in campo il solito irriconoscibile Di Carmine al posto di un ispiratissimo Di Serio e Iannoni al posto di Luperini, lasciando a sorpresa in panca sia Kouan che Melchiorri.

A meno che, è più di un sospetto, Kouan e Melchiorri, l’altro capocannoniere insieme a Lisi, non siano già in lista di partenza ma, in questo caso, il mancato impiego sarebbe ancora più grave.

Già, il mercato, quello che ha privato il Perugia anche di Strizzolo, il miglior marcatore, anche se solo con tre gol, subito in rete nello scampolo di partita giocata nel suo debutto modenese, sostituito ma con un ruolo completamente diverso dal rientrante Matos, ieri in campo per una decina di minuti al posto di Olivieri, il migliore del Perugia.

Passa proprio dal mercato la salvezza del Perugia, nuovamente complicatasi dopo i risultati di ieri. La prestazione sottotono di Sgarbi e Curado col Palermo fa scattare la necessità anche di un difensore, visto che Angella non gioca mai e probabilmente sarà ceduto insieme all’oggetto misterioso Vulikic, Rosi ha i suoi annetti e il lungodegente Struna è sempre out.

Con il difensore, lo ripetiamo, serve come il pane un play per permettere a Bartolomei di tornare nel suo ruolo di mezzala, un altro centrocampista, soprattutto se Kouan sarà ceduto e un attaccante da almeno sei/sette gol senza rigori nelle rimanenti partite.

Ma bisogna farlo subito, è già passato mezzo mese invano, perché le altre si rinforzano (se avessimo incontrato il Palermo sabato prossimo in rosanero avrebbero giocato Verre e Tutino).

Prima della fine del mercato ci aspetta la temibile doppia trasferta di Parma, contro una squadra ferita e vogliosa di riscatto, e di Bari, contro una squadra forte e lanciatissima dalle tredici reti di Cheddira.

Dopo la vittoria sul Venezia avevamo scritto che dalle successive quattro gare, Benevento, Palermo, Parma e Bari, dovevano arrivare almeno cinque punti.

Al momento ne sono arrivati quattro, ma alla luce dei risultati delle avversarie, con la quota salvezza altissima, cinque non bastano più e bisognerà tornare imbattuti da entrambe le trasferte, magari provando anche il colpaccio e, in quest’ottica, rinforzare seriamente e subito la rosa diventa fondamentale.

Danilo Tedeschini