La storia di Konaté: “Il calcio e il Perugia mi hanno cambiato la vita”

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La storia di Konaté:

La storia di Konaté: “Il calcio e il Perugia mi hanno cambiato la vita”. Dal barcone alla prima squadra del Grifo: il centrocampista guineano ripercorre i suoi passi

 

Fuggito dalla Guinea, arrivato in Italia su di un barcone e ora protagonista con la maglia del Grifo. Questa la parabola del giovane centrocampista Amarà Konaté.

“Sono arrivato in Italia con un barcone, c’è l’ho fatta per miracolo – racconta il ragazzo – Sono fuggito dalla Guinea perché da noi c’era la guerra e sono arrivato in Libia, poi in Sicilia. Chi non ha vissuto questa esperienza non può comprendere quanto sia drammatica. Se non sei forte, non ce la puoi fare. Io ringrazio Dio ogni giorno per esserci riuscito, non tutti riescono ad arrivare”.

Nessuna scuola calcio frequentata, nessun settore giovanile dove apprendere le basi del gioco. Solo passione e voglia di emergere.

Perché, dopo lo sbarco in Sicilia, Konaté si ritrova a Cassino con lo status di profugo. Lì comincia a frequentare una squadra locale che gli permette di allenarsi.

“Ma non potevo giocare, perché non avevo i documenti”.

Amarà viene però visto giocare dal procuratore Antonio Altrui che decide di ingaggiarlo ed inserirlo nella propria scuderia. E qualche mese dopo gli fa fare un provino con il Perugia.

L’accoppiata Goretti-Pizzimenti resta ben impressionata dal ragazzo e decide di inserirlo nei ranghi della Primavera.

Per 7/8 mesi circa, Konaté si allena ma senza poter scendere in campo in gara ufficiale. Con il successivo ingaggio del Perugia le carte vengono però regolarizzate ed il problema è risolto.

“Il calcio e il Perugia mi hanno cambiato la vita. Mai avrei pensato di fare il calciatore, convinto come ero che, per aiutare la famiglia, avrei seguito le orme di mio padre che fa il commerciante. Goretti, Pizzimenti e il mio procuratore mi hanno aiutato tantissimo e sarò loro sempre grato”.

In seguito arriva il prestito al Rieti in Lega Pro, dove disputa una buona stagione da mezzala. Poi rientra l’estate scorsa al Grifo dove finora ha disputato sette partite, compreso lo spezzone di Coppa Italia a Napoli.

Se Oddo lo aveva  mandato in campo due volte per delle comparse, è stato Cosmi a credere ancora più in lui.

“Mister Cosmi mi ha dato subito fiducia. Mi ha fatto giocare a Napoli e poi la prima da titolare a Castellammare di Stabia. Per me ha significato molto, non me lo dimenticherò. Mi dice che non devo aver paura, che devo ascoltare lui e, quando pressiamo alto, che devo giocare semplice a uno o due tocchi e basta. Ci dice che se ci alleniamo bene abbiamo possibilità di giocare, altrimenti no. Tutti noi abbiamo accettato questa regola, per cui non c’è differenza tra chi viene da una grande squadra e chi non ha quelle basi”.

Amarà continua, quando richiesto, anche a dare una mano alla Primavera, dove ha disputato sei partite e segnato due gol, entrambi su punizione.

“Mi sento fiducioso di poter segnare su punizione”.

Ma Konaté non si monta la testa.

“Pizzimenti mi dice che non devo avere fretta, ma allenarmi e crescere. Anche  il mister e i suoi collaboratori non mi mettono pressione. Se faccio qualche errore me lo fanno rivedere in video e mi dicono in cosa devo correggermi”.

E anche le critiche non lo spaventano.

“Dobbiamo aspettarcele, aiutano a crescere, anche quando magari sono fatte da fuori”.

Intanto, come tutti, è costretto in casa a causa dell’emergenza sanitaria. Si sente spesso con i suoi parenti in Guinea e si allena in base ai programmi stilati dallo staff tecnico. Poi legge e guarda la TV.

Si sente spesso con i compagni, ma in particolare con Christian Kouan, con cui ha un grande rapporto di amicizia e che conosce già dai tempi della Primavera.

Si ringrazia per la gentile collaborazione Tifogrifo.com