Lavagna tattica: quanti spunti da Verona…

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Lavagna tattica: quanti spunti da Verona... Rosi professionista vero, Burrai e Melchiorri di categoria superiore, mentre Caserta rivede il suo modulo. Nota

Lavagna tattica: quanti spunti da Verona… Rosi professionista vero, Burrai, Falzerano e Melchiorri di categoria superiore, mentre Caserta rivede il suo modulo. Nota “presidenziale”: è questo il Santopadre che ci piace

 

Questa rubrica non è mai stata tenera con il presidente Santopadre, colpevole di una serie di errori di scelte, comunicative e di atteggiamento nei confronti dei propri sottoposti e verso i tifosi del Grifo che ormai non gli perdonano più nulla.

Bisogna tuttavia rimarcare il bellissimo gesto del presidente del Perugia nei confronti di una sfortunata bambina eugubina, gesto che assume un connotato ancora più elevato in quanto è passato sotto traccia.

Finalmente un atto di livello del massimo dirigente Santopadre, dopo errori a ripetizione: speriamo sia solo il primo, anche se c’è da dire che “l’indice di fiducia” rimane molto, molto basso… Vedremo in seguito come si comporterà.

La bella partita di ieri contro la Virtus Verona consente di analizzare molti e interessanti aspetti: innanzitutto vedere, anche se in televisione, le dimensioni del campo da gioco scaligero, mi ha fatto venire in mente i campetti della provincia perugina, dove le misure sembrano abbastanza simili.

Essendo un rettangolo, se per la larghezza è abbastanza facile calcolare la distanza tra l’area di rigore e la bandierina del calcio d’angolo, per la lunghezza prendo sempre come riferimento la distanza tra l’area di rigore e il centrocampo.

Il meraviglioso “coast to coast” di Murano per la rete del 3-0, nato ancora una volta da un calcio d’angolo contro (sorridendo si può quasi auspicare di avere un calcio d’angolo a sfavore se questi sono i risultati. Non a caso Caserta tiene Elia, il più veloce, a difendere nei calci d’angolo a favore), è stato senza dubbio agevolato dalle dimensioni del campo di gioco, che rispetto al Curi dovrebbe avere un gap di quasi una decina di metri in lunghezza.

Avendo giocato al “Renato Curi” rimasi colpito dalle dimensioni del campo, mi sembrava di essere in un aeroporto rispetto a come ero abituato.

Altra considerazione interessante può essere rispondere a questa domanda: come mai si è vinto 3-0, segnando tre reti (un’anomalia fuori casa) in un campo così piccolo e contro un avversario più forte rispetto a quelli incontrati di recente?

La spiegazione è abbastanza semplice: la Virtus Verona è una squadra propositiva che tiene il capitano Danti a fare il trequarti e ha due attaccanti come Pittarello e l’ex pisano Arma molto pericolosi. Non gioca sui nervi, ma punta a fare la propria gara lasciando agli avversari invitanti spazi.

E’ chiaro che in una situazione del genere la squadra più tecnica è favorita e anche il gioco sale inevitabilmente di livello.

A prova di tutto ciò c’è da dire che se i grifoni hanno concretizzato tutte o quasi le occasioni da rete (tranne un contropiede di Murano finito fuori e un tiro di Kouan); la Virtus Verona ha avuto a sua volta le sue occasioni da rete, con una rete annullata, un palo di Danti (anche se il capitano non mi ha entusiasmato), un miracolo di Minelli su punizione deviata e un paio di episodi dubbi in area di rigore.

Giocano e lasciano giocare: lo spettacolo è stato decisamente gradevole.

Altra sottolineatura la merita l’atteggiamento tattico proposto da mister Caserta: il tecnico calabrese ha sorpreso tutti, rispetto alla dichiarazioni della vigilia, rispolverando la difesa a tre, con Vanbaleghem centrale tra Rosi e Monaco, un centrocampo a quattro con due mediali ed Elia e Crialese esterni e con Kouan nell’inedito ruolo di trequartista.

Probabilmente Caserta ha piazzato l’ivoriano sulla trequarti per esaltare il suo dinamismo (e quindi fare pressing e dare una mano al centrocampo) e il suo senso della rete: discreta la prova di Kouan, anche se spesso ha dato l’impressione di essere fuori ruolo, specialmente quando doveva giocare spalle alla porta.

Comunque la mossa di Caserta è stata vincente, anche grazie alle prestazioni sontuose di tre giocatori spesso criticati (da altri) che hanno dimostrato di fare la differenza: Rosi, Burrai e Falzerano.

Rosi ha dimostrato, contrariamente a certe critiche, di essere un professionista vero, riducendo al minimo Pittarello e realizzando la rete del vantaggio.

Su Burrai si apre una riflessione sul bel gioco, che fa sorridere. Molti, direi quasi tutti, ritengono che il bel gioco sia di competenza esclusiva dell’allenatore: l’allenatore può dare un’impronta, una traccia, insegnare degli automatismi, ma poi il bel gioco lo fanno i giocatori, o meglio, solo i giocatori bravi.

Falzerano ha dato spettacolo, imprendibile per i giocatori veneti, decisamente il migliore in campo.

Il recupero palla su Danti e il lancio di 40 metri sono di categoria superiore. Il movimento di Melchiorri dentro-fuori alla Dzeko, cioè ad uscire, il pallonetto di testa sull’avversario e il diagonale vincente sono di categoria superiore.

Ecco come si è segnato il 2-0: con due giocate di categoria superiore, fatte da due giocatori di categoria superiore, probabilmente una delle reti più belle di quest’anno.

Non sembrerebbe uno schema di mister Caserta, quindi, per fare il bel gioco, ci vogliono giocatori tecnicamente bravi e di personalità.

Colgo l’occasione per augurare a tutti gli amici di SportPerugia e a tutti i tifosi del Grifo una Serena Pasqua.

Fabio Orlandi