Lavagna tattica: squadra in crescita, 3-5-2 ha pregi e difetti

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Lavagna tattica: squadra in crescita, 3-5-2 ha pregi e difetti. Il Perugia sceglie di mantenere questa impostazione tattica per le caratteristiche di difensori e centrocampisti. Bene l''undici a Bolzano, ma a gennaio subito un centrocampista e un attaccante

Lavagna tattica: squadra in crescita, 3-5-2 ha pregi e difetti. Il Perugia sceglie di mantenere questa impostazione tattica per caratteristiche di difensori e centrocampisti. Bene l’undici a Bolzano, ma a gennaio subito un centrocampista e un attaccante

 

Una vecchia massima del mondo pallonaro recita così: “per giocare bene a calcio bisogna essere in due” (citata tra gli altri da Antonio Conte dopo un Juve – Inter in cui il mister salentino, allora tecnico della Juve, criticava velatamente l’atteggiamento eccessivamente prudente della squadra nerazzurra).

Tale frase calza alla perfezione per descrivere il primo tempo della gara di ieri tra Sud Tirol e Perugia, dove finalmente si è vista una partita di buonissimo livello tecnico, con pochi palloni calciati per aria, pochi errori, buon ritmo e l’impressione, una volta tanto, che gli attaccanti locali potessero essere realmente pericolosi anche di fronte alla retroguardia dei grifoni.

E’ evidente come il tecnico Vecchi stia facendo un ottimo lavoro con una squadra non eccelsa in fase difensiva, ma molto propositiva a centrocampo e pericolosa in attacco, con un ottimo Casiraghi che, mettendosi tra le linee, ha creato non pochi problemi ai nostri giocatori, in quanto non veniva marcato da Burrai ed Angella non usciva su di lui.

Dall’altra parte il Perugia ha concesso poco e purtroppo sprecato troppo in attacco, dimostrando ancora una volta come Melchiorri sia fuori categoria ma concretizzi poco le occasioni che ha a disposizione.

Questa è l’unica colpa che può avere la squadra che avrebbe meritato di chiudere la prima frazione con almeno due reti di vantaggio ed invece si è ritrovata un rigore contro alquanto discutibile.

Nel secondo tempo il livello complessivo è sceso notevolmente e le due squadre hanno palesato l’intenzione di accontentarsi del pareggio.

Analizzando le scelte di Caserta e le prestazioni dei singoli c’è da dire che la catena di destra con i ritorni di Elia e Falzerano ha funzionato molto bene, molto positive le prestazioni di entrambi: chiarissima l’intenzione di Caserta di dare maggiore qualità al centrocampo.

Anche Burrai molto bene, in evidente crescita, mentre Crialese ha dimostrato che se c’è un titolare a sinistra, non può essere che lui.

Bene la difesa, in particolare il monumentale Angella, non è da penalizzare Rosi che ha visto fischiarsi contro un rigore inventato, ma che ha dimostrato quando è passato quinto di saper giocare a calcio pur non essendo un centrocampista, bene al solito Sounas, bene Melchiorri.

E’ mancato ancora una volta invece Murano, che al di là del colpo di testa che ha dato il là al vantaggio, non si è mai visto.

Inutile tornare sull’argomento mercato, ma una squadra che vuole vincere il campionato avrebbe chiuso il primo tempo 3-0 e fine dei giochi: un attaccante al Perugia serve come il pane… e non a fine gennaio.

Tornando sulla questione tattica, a precisa e vivaddio ottima domanda in cui si chiedeva a Caserta se il 3-5-2 non penalizzasse la fluidità di manovra, fluidità finora assente, il mister calabrese ha risposto dicendo alcune cose molto, molto interessanti e con un pizzico di soddisfazione già ripetute in questa rubrica. In particolare ha spiegato il vero motivo del cambiamento di modulo, dal 1-4-3-3 al 1-3-5-2.

Oggi gli allenatori scelgono il sistema di gioco in base alle caratteristiche dei difensori: passando dal marco-copro al marco-marco, ossia rischiando il due contro due in fase difensiva, per una difesa a quattro serve un difensore strutturato e fisico ed un difensore veloce e rapido (penso alla coppia del Napoli, Koulibaly e Manolas).

Il Perugia, avendo tre difensori centrali tutti strutturati e abbastanza lenti, nelle ripartenze che l’1-4-3-3 inevitabilmente concede avrebbe rischiato molto. Di qui la scelta della difesa a tre, con i due quinti a supporto, anche perché il centrocampo avrebbe avuto in entrambi i casi un regista e due mezzali.

Altre due considerazioni importanti del mister sono: la struttura fisica identica dei centrocampisti, palesando quindi l’assenza di un centrocampista di struttura che cambi il passo alla squadra, che effettui degli strappi al gioco, che dia peso alla mediana dei grifoni.

Infine il fatto che tutti i moduli hanno i loro pregi e i loro difetti, ammettendo implicitamente che il modulo adottato sia abbastanza difensivo per sua stessa natura, ma anche per caratteristiche degli interpreti.

Interpretando le parole di Caserta si potrebbe chiosare così: un centrocampista ed un attaccante ad inizio gennaio per vincere il campionato, visto che tre pareggi consecutivi dimostrano come a questa squadra qualcosa manchi per essere in testa alla classifica.

Fabio Orlandi