Lorenzo Bernardi compie 50 anni, domani 11 agosto arriva il “mezzo secolo” di vita. Prima atleta, poi allenatore una vita costellata da successi
Il primo pensiero arrivati a 50 anni? È che si diventa vecchi! – sorride Bernardi. – Battute a parte, credo che i 50 anni siano una tappa importante, una tappa dove è possibile fare anche qualche bilancio. E, parlando dell’aspetto professionale, non posso che essere soddisfatto. Non ho rimpianti, sia come giocatore che come allenatore, e questa è già una cosa importante. Poi ho la fortuna di avere una bella famiglia e di stare bene di salute. Questo è ancora più importante e quindi si va avanti come sempre con ottimismo.
Chiedi a Bernardi di scegliere una foto, una sola immagine dei primi 50 anni e pensi che sia impossibile. E invece Lorenzo ha le idee chiarissime in proposito.
Non ho dubbi. Per la pallavolo è sicuramente legata al Mondiale di Rio del 1990 (il primo titolo mondiale del volley italiano, ndr), in generale la “foto” più bella è certamente la nascita di mio figlio Riccardo.
Emozioni fortissime, diverse da quando giocavo. Quando ho smesso di giocare ed ho intrapreso la carriera da allenatore, ero perfettamente a conoscenza che per raggiungere i miei obiettivi avrei dovuto fare un certo percorso. Ho fatto sei anni all’estero, uscendo dalla mia zona di confort, in situazioni dove ho dovuto adattarmi, nelle quali non era facile comunicare ed affrontando delle difficoltà. Tutto questo con l’obiettivo di rientrare in Italia nel campionato più difficile perché sapevo benissimo che, nonostante fuori Italia avessi vinto dei trofei, le vittorie importanti sono qui da noi. Ed aver contribuito a raggiungerle a Perugia, dove c’era grandissima attesa, è stata un’emozione enorme. Era un mio desiderio regalare alla gente di Perugia questa gioia, avevo tanta tensione ed emotività e quindi, una volta vinto lo scudetto, l’ho “sfogata” esultando in quel modo.
Bernardi è uomo però abituato a guardare sempre al futuro. Partiamo allora da quello remoto.
I prossimi 50 anni? Io la vedo così. Ad ogni domanda corrisponde sempre un perché e ad ogni perché sempre una risposta. Superato questo si cade nel destino e quindi starò a vedere cosa mi riserva il destino. Il ruolo dell’allenatore è quello, tra virgolette, di un uomo solo e legato ai risultati che fa. Per cui non ha senso guardare troppo oltre, per ora il mio futuro è Perugia dove faremo il possibile per raggiungere altri traguardi e magari confermare i risultati dello scorso anno. La vittoria non è un obiettivo, ma è la conseguenza del quotidiano e su questo concetto verterà il proseguo nella mia attività.
Assist perfetto per il futuro prossimo, cioè il 16 agosto quando ci sarà a Perugia il primo giorno di raduno dei Block Devils.
Un’altra grande avventura. Una sfida nella sfida dopo una stagione straordinaria. E la sfide mi sono sempre piaciute. Le altre squadre si sono rinforzate moltissimo, probabilmente non partiamo ancora da favoriti e questo dovrà essere per noi un grande stimolo. Nella squadra c’è stato qualche cambiamento importante, sono arrivati dei giocatori nuovi e ci servirà un pochino di tempo per amalgamarci e per apportare in campo alcune modifiche proprio in base alle caratteristiche dei nuovi. Per cui il nostro quotidiano dovrà essere quello di migliorarci ogni volta con tutte le difficoltà di avere molti dei ragazzi proprio a ridosso della stagione.
Ancora qualche giorno ed il cantiere bianconero riaprirà i cancelli. Ma prima dei saluti, per un compleanno così speciale, c’è domani un regalo in particolare che vorrebbe Lorenzo Bernardi?
Sarò retorico, ma la salute è la cosa più importante. Quando hai vent’anni non ci pensi, adesso onestamente sì. Mi ritengo molto fortunato, non pretendo più di quello che ho, perciò l’importante è la salute!